Salgono
le temperature e i fenomeni atmosferici sono sempre più intensi. Per
Tedeschi ricerca e sperimentazione sono strumenti fondamentali per
garantire una produzione di qualità
Resistere
al caldo, sapersi difendere dalle scottature, maturare il più tardi
possibile. Sono solo alcuni dei cambiamenti che l'andamento climatico
impone alle uve della Valpolicella e non solo.
“Sostenere la ricerca in ambito
vitivinicolo è un dovere nei confronti di chi apprezza il nostro vino e
significa anche fare del bene al nostro territorio. Quando poi sono i
cambiamenti climatici a far suonare il campanello d'allarme, è doveroso
proteggere il territorio ed il suo patrimonio” spiega Riccardo Tedeschi alla guida dell'azienda di famiglia con le sorelle Antonietta e Sabrina. “I cambiamenti climatici sono evidenti. Oggi
non possiamo evitare di confrontarci con le sfide che arrivano dal
surriscaldamento e da fenomeni atmosferici sempre più intensi e proprio
per questo preoccupanti”. Da sempre la famiglia Tedeschi ha ritenuto che investire risorse nello studio e nella ricerca fosse un dovere morale.
“Abbiamo
iniziato a notare alcune criticità: tra queste la maturazione delle uve
che tende a essere anticipata con il conseguente aumento del tenore
alcolico dei vini a causa di un eccessivo accumulo di zuccheri;
osserviamo talvolta anche un disallineamento fra la maturazione
tecnologica dell'uva e quella fenolica e aromatica”, continua Riccardo Tedeschi.
L’azienda ha presto compreso che era urgente prendere provvedimenti e
imparare a utilizzare tecniche colturali nuove, capaci di mitigare
l'impatto del riscaldamento. Lo studio si è svolto sul campo: è stata
scelta un'area nella quale alcuni filari sono stati condotti
tradizionalmente, mentre altri sono stati trattati con l’obiettivo di
ritardare il più possibile la maturazione delle uve tra la fine di
settembre e l'inizio di ottobre. Spiega ancora Tedeschi: “La
maturazione con temperature più fresche porta diversi vantaggi: maggior
complessità e intensità aromatica delle uve e miglior colore del vino,
oltre alla caratterizzazione e alla differenziazione del territorio di
appartenenza delle uve, ovvero del cru”.
L’azienda
vitivinicola, grazie anche al prezioso contributo del Prof. Giovanni
Battista Tornielli dell’Università di Verona, si sta cimentando quindi
in sperimentazioni applicate al lavoro in vigna: si riduce l’apparato
fogliare attraverso cimature e defogliazioni in periodi differenti e
nella parte mediano-apicale della chioma – al di sopra della zona
fruttifera – per ritardare il più possibile la maturazione; si
effettuano potature tardive e addirittura doppie che ritardano di fatto
l’avvio della vegetazione della pianta; si eseguono trattamenti
naturali, ad esempio con alcuni regolatori di crescita vegetali, sempre
con l’obiettivo di posticipare il tempo di maturazione.
“Siamo in fase sperimentale”, conclude Tedeschi. “La
nostra azienda è impegnata a portare avanti le ricerche e i risultati
effettivi potranno essere valutati naturalmente solo tra alcuni anni”.
Tedeschi
è particolarmente sensibile alle tematiche ambientali ed è una delle
prime aziende in Veneto ad aver ottenuto la certificazione Equalitas, un
importante riconoscimento di sostenibilità dedicato alla filiera del
vino e basato sui tre pilastri sociale, ambientale ed economico.
Inoltre, dal 2017, in collaborazione con il Dipartimento di
Biotecnologie dell’Università di Verona e con il Professor Maurizio
Ugliano, Tedeschi sostiene un
importante studio dei caratteri aromatici delle uve e dei vini da
singoli vigneti e sui principali fattori coinvolti nella loro
espressione, con un focus particolare sull’Amarone.
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