Il
Comune di Senigallia apre la stagione espositiva 2018 con un importante
ritrovamento nel campo dell’arte Rinascinamentale. Dal 15 marzo fino al
2 settembre 2018 sarà esposto presso il Palazzetto Baviera un Correggio
ritrovato: il bellissimo volto di Sant’Agata.
Grazie
all’Associazione “Amici del Correggio” che hanno ri-trovato l’opera
presso una nobile famiglia di Fano e al Professor Claudio Paolinelli che
l’ha portata all’attenzione del Comune di Senigallia, l’amministrazione
comunale in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi
ha voluto subito mettere in luce questo eccezionale ritrovamento di
portata internazionale.
Definito
“il pittor delle Grazie”, Antonio Allegri detto il Correggio
(1489-1534), figlio geniale del magistero leonardesco, ha saputo portare
la vivezza della pittura, i moti dell'animo, le libertà dei corpi nelle
pale d’altare e nelle immense cupole celestiali, così come negli amori
ricchi di intensità erotica e non da ultimo nei visi profondamente
espressivi dei suoi soggetti femminili, guadagnandosi la stima del
Vasari che scrisse “tengasi pur per certo che niuno meglio di lui toccò i colori” e ancora aggiunse “certissimamente Antonio meritò ogni grado et ogni onore da vivo, et ogni gloria dopo la morte”.
La
Sant’Agata “di Senigallia” - martire patrona di Catania - non è da meno
ed è ritratta dal Correggio in un momento di contemplazione dei simboli
del suo martirio. Il leggero mantello che le avvolge il collo, il volto
di grande bellezza, la capigliatura soffice e ordinata, la collocano
alla metà degli anni ‘20 del Cinquecento. Anche se ancora non è nota la
committenza e la prima destinazione della Santa, la tavola si pone nel
pieno della maturità del pittore e a diritto può essere considerata come
fosse una prima prova per capolavori come l'Adorazione degli Uffizi, lo Sposalizio mistico di Santa Caterina del Louvre, la Santa Caterina leggente di Hampton Court, e a ritratti femminili che hanno caratteristiche simili a quelle della Sant'Agata.
Il
dipinto su tavola è legato a doppio nodo a Senigallia e proprio per
questo sarà esposto nel rinascimentale Palazzetto Baviera -
recententemente aperto dopo i restauri - simbolo della storia della
città.
Questo
piccolo - ma solo per dimensioni - capolavoro correggesco, era arrivato
a Senigallia alla fine dell’Ottocento, portato in dono da un gentiluomo
inglese al celebre medico Angelo Zotti, luminare che gli salvò la vita.
La Sant'Agata era stata probabilmente acquistata nel Settecento, già
come autografo del Correggio, da un viaggiatore inglese, e sono in corso
ricerche per individuarne la collocazione in una delle collezioni
private inglesi tra il XVIII e il XIX secolo.
Anche la “Escursione Artistica per Sinigaglia”
di Alfredo Margutti edita nel 1886, la attribuisce chiaramente al
Correggio, consigliandone addirittura la visione presso la vedova del
Dottor Zotti nella cittadina marchigiana. La tavola però non rimarrà
presso la famiglia Zotti ma, attraverso diverse vicende ereditarie,
arrivò nel Novecento in possesso di due nobili sorelle residenti a Fano.
E’
qui che nel 2004 la vide Dario Fo, interpretando il volto della Santa
come un ritratto di Jeronima, moglie bellissima del Correggio, ed è
proprio grazie all’attore premio Nobel che il dipinto venne restaurato e
pubblicato, arrivando oggi ad essere esposto al pubblico.
“Per
la città di Senigallia è un onore poter presentare questa importante
opera ritrovata eseguita da uno dei maestri dell’arte Rinascimentale
italiana come il Correggio all'interno dello scrigno prezioso di
Palazzetto Baviera, riaperto lo scorso anno dopo lo splendido restauro.” - dichiara il Sindaco Maurizio Mangialardi - “Con
questa mostra, che si avvale sempre della proficua collaborazione della
Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, si apre la stagione espositiva
di Senigallia, inserita ormai a pieno titolo nel grande circuito delle
città d'arte italiane”.
La
mostra è costruita per immagini e testi che raccontano il Correggio e
che conducono, attraverso confronti stilistici e documentari, alla
tavola con la Sant’Agata protagonista assoluta dell’esposizione,
dimostrando come l’espressione del viso della modella ritratta
dall’artista, sia stata poi impiegata, nelle sue peculiarità, in grandi e
famose tele – sacre e profane – del “Pittor delle Grazie”. A
far da cornice al percorso espositivo, il piano nobile di Palazzetto
Baviera, in cui spiccano i soffitti decorati a stucco e realizzati
dall’artista urbinate Federico Brandani nella seconda metà del
Cinquecento.
Il catalogo della mostra Il Correggio ritrovato: la Sant'Agata di Senigallia, edito da Silvana Editoriale comprende contributi di Giuseppe Adani, Renza Bolognesi, Benedetta Montevecchi e Donato Mori.
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