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Progettualità strategiche sul futuro sostenibile del Pinot Grigio DOC Delle Venezie: il Consorzio presenta il proprio contributo al dibattito sulla transizione ecologica e generazionale del settore, tra innovazione varietale, formazione e responsabilità territoriale
Verona, 17 ottobre 2025 – Il Consorzio di Tutela Vini delle Venezie DOC ha portato la propria visione e progettualità alla 13a edizione del Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale presso l’Università Bocconi di Milano – principale evento in Italia dedicato alla sostenibilità e alla responsabilità sociale d’impresa – partecipando alla tavola rotonda “Custodi del territorio: i Consorzi di tutela del vino tra qualità, criticità e sostenibilità” che si è tenuta lo scorso 9 ottobre.
Nel suo intervento, Stefano Sequino, Direttore del Consorzio DOC Delle Venezie, ha messo in luce il ruolo determinante dei Consorzi rispetto alla gestione territoriale e ha presentato due progettualità strategiche: il Pinot Grigio DOC a bassa gradazione alcolica e l’utilizzabilità di varietà resistenti, c.d. PIWI, nella quota complementare del disciplinare di produzione della DOC Delle Venezie, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale e rafforzare la sostenibilità economica delle imprese vitivinicole della filiera del Pinot Grigio DOC nordestina, e il progetto “Impresa-Giovani-Futuro”, condiviso con la Re.N.Is.A (Rete degli Istituti Tecnici Agrari italiani), dedicato all’inserimento e alla formazione delle nuove generazioni nel settore vitivinicolo.
“Sono lieto di aver partecipato al Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale, un contesto strategico e qualificato che rappresenta un’importante occasione di confronto e condivisione sui temi centrali per il futuro del nostro settore – ha dichiarato Stefano Sequino, che ha poi aggiunto – Nello specifico, i progetti che stiamo portando avanti come Consorzio, e che ho illustrato in questa sede, offriranno strumenti concreti di programmazione e rafforzeranno la capacità delle imprese di affrontare le nuove sfide, adattarsi ai modelli emergenti e mitigare criticità, come ad esempio il ricambio generazionale. In uno scenario complesso come quello attuale, riteniamo fondamentale partecipare attivamente all’analisi della congiuntura, interpretando le variabili economiche, politiche, normative e di mercato, per fornire strumenti e riflessioni utili a definire nuovi spazi di competitività e tracciare il futuro del settore vitivinicolo”.
Il Direttore ha inoltre evidenziato la rilevanza del Reg. (UE) 2024/1143 di riforma delle Indicazioni Geografiche, che riconosce ai Consorzi un ruolo potenziato nella gestione del territorio viticolo e nella definizione di pratiche di sostenibilità integrate nei tre pilastri – economico, sociale e ambientale – rafforzando così la funzione dei Consorzi come veri e propri attori di sviluppo territoriale.
L’incontro – moderato da Laura Ricci, Founder & Senior Sustainability Advisor di Linfa Consulting – ha riunito i rappresentanti di altri tre importanti Consorzi di tutela vino – Sicilia DOC, Vini del Trentino e Prosecco DOC – oltre al CREA, Centro di Ricerca in Viticoltura ed Enologia. Al centro del confronto, l’idea che la tutela e la responsabilità non possano più essere intesa solo in termini ambientali, ma debbano comprendere l’intero ecosistema economico e sociale che ruota attorno ai territori vitivinicoli. Così come, le testimonianze dei Consorzi hanno evidenziato l’impegno crescente verso modelli di gestione sostenibile che integrano ricerca, formazione e tracciabilità, con l’obiettivo di conciliare la tutela ambientale con la redditività delle imprese e la valorizzazione delle comunità locali.
Il CREA-VE, rappresentato dal Direttore Riccardo Velasco, ha infine portato il punto di vista della ricerca scientifica, illustrando strumenti concreti per una viticoltura più resiliente: varietà resistenti, gestione integrata delle risorse idriche, modelli digitali per il monitoraggio e, soprattutto, la diffusione della conoscenza come chiave per rendere l’innovazione patrimonio accessibile alle imprese. “La ricerca – ha sottolineato Riccardo Velasco – è oggi uno strumento chiave per condurre una viticoltura responsabile e sana, non solo con soluzioni tecniche, ma anche come veicolo per trasferire conoscenza alle imprese e rendere l’innovazione accessibile”.
L’appuntamento ha confermato come i Consorzi di tutela vino rappresentino oggi un punto di convergenza tra territori, imprese e ricerca, con un ruolo crescente nel guidare il cambiamento verso un modello di sviluppo equilibrato e lungimirante. Un percorso nel quale il Consorzio Delle Venezie DOC intende continuare a essere protagonista, con azioni concrete, visione strategica e attenzione alle nuove generazioni.
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Opere di Andrea Luzi
Dal 20 ottobre al 1° dicembre 2025
Testo critico di Domenico De Chirico
Piazza Napoli 11, Milano
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Andrea Luzi, Dettaglio - Prigione di stelle, 2025, olio su tela e cornice in abete, 24x30cm Ph. Tiziano Ercoli |
Secondo appuntamento nella sede di Isorropia Homegallery (in Piazza Napoli, 11 a Milano) con la mostra personale di Andrea Luzi dal titolo LUPERCALIA.
La mostra, con testo critico di Domenico De Chirico inaugura il 20 ottobre 2025 ed è visitabile su invito fino al 1° dicembre 2025. L’esposizione nasce da una collaborazione tra Isorropia Homegallery e Prisma Art Prize. Andrea Luzi, finalista della 13a edizione, è stato il vincitore del premio speciale offerto dall’associazione culturale no-profit co-fondata da Marco Pelligra, membro della giuria del Prisma Art Prize.
La mostra è il secondo appuntamento di un ciclo di mostre nella splendida cornice dell’appartamento privato, da qualche mese sede dell’associazione culturale che da anni si occupa della promozione e della diffusione dell’arte, in tutte le sue forme, consentendo la conoscenza dei fenomeni più contemporanei, che si manifestano attraverso modalità multidisciplinari (dall’arte visiva a quella multimediale). |
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Andrea Luzi, Dettaglio - Megiddo, La consumazione del fuoco, 2025, olio su tela, 80x60cm Ph. Simon Veres |
Lupercalia, titolo della mostra, non è soltanto un richiamo alla celebrazione pagana dell’antica Roma, ma anche una chiave d’accesso al rinnovato universo simbolico di Andrea Luzi. Originariamente dedicata alla fertilità, alla purificazione e alla protezione, la Lupercalia si celebrava nel mese di febbraio – tempo di transizione e di rinnovamento, consacrato al dio Fauno nella sua accezione di Luperco, protettore del bestiame ovino e caprino dagli attacchi dei lupi. Una celebrazione arcaica e viscerale, attraverso la quale si cercava un contatto diretto con la dimensione più istintiva e selvaggia dell’esistenza, al di là dello spazio, del tempo e della civiltà.
“La Lupercalia diventa, nella visione di Luzi, un vero e proprio archetipo: una potente metafora del processo artistico stesso, inteso come rito di passaggio, invocazione di un conglomerato di forze invisibili e canalizzazione di un’energia cosmica che si manifesta attraverso un moto armonico nella materia pittorica – afferma Domenico de Chirico -. Il suo è un linguaggio che non narra, ma evoca; non rappresenta, ma trasmette. Lupercalia è, in definitiva, più di una mostra: è un campo rituale, uno spazio-tempo altro, in cui lo spettatore è chiamato a entrare non come osservatore, ma come partecipante attivo. Un invito a sospendere la distanza critica, per farsi corpo sensibile, in risonanza con ciò che l’opera trasmette. È un ritorno al sacro non religioso, al mistero che non chiede di essere spiegato, alla pittura inequivocabilmente intesa come gesto ancestrale e visionario. Un modo per abitare, ancora una volta, quel luogo ignoto, oscuro, fertile e sempre più caotico da cui tutto ha origine”. |
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Andrea Luzi, Dettaglio - Hide and seek, 2025, olio su tela e cornice in noce canaletto ,30x40cm Ph. Tiziano Ercoli |
La tavolozza cromatica di Andrea Luzi si muove principalmente tra il nero profondo, il rosso intenso e il verde marmoreo. Le opere sono attraversate da venature o fasci di luce vibranti che emergono a contrasto dagli sfondi spesso tenebrosi, creando un’atmosfera carica di tensione e mistero. Questa stratificazione nasce da una tensione continua tra chiarore e ombra. Il fulcro simbolico della pratica di Luzi è il legame tra i quattro elementi primordiali – terra, aria, acqua e fuoco – intrecciati con l’Etere: il quinto elemento, impalpabile e invisibile, che connette e sostiene tutto ciò che esiste. Nella visione dell’artista, l’Etere non è solo uno spazio metafisico, ma una sostanza vibrante che attraversa ogni cosa, fungendo da conduttore di energia e intuizione. Questi elementi non sono entità statiche, ma principi dinamici che si trasformano e si contaminano reciprocamente.
L’influenza del graffitismo e delle subculture degli anni ’90 — in particolare punk, musica elettronica e psichedelia — si intreccia con simboli arcaici provenienti dalle civiltà precolombiane, egizie e, più in generale, mediterranee. Da questo insolito incrocio nasce una composizione esotica e stratificata, un ponte visionario che collega mondi opposti, sospeso tra naturale e onirico, sacro e profano, cosmologia antica e culture urbane contemporanee. Il lavoro di Andrea Luzi non nasce dalla volontà di rappresentare il reale, ma dal desiderio di canalizzare un impulso. Il gesto pittorico diventa così un atto rituale, un’esperienza liminale che si manifesta quasi in uno stato di trance meditativa. |
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A cura di Emiliana Mongiat Testo critico di Elena Pontiggia
18 ottobre 2025 - 1° febbraio 2026 Castello del Monferrato
Inaugurazione: sabato 18 ottobre ore 17.00 |
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Sergio Floriani, GEOGRAFIA DELL'IO, 2025. Stagno su rete di acciaio |
Sabato 18 ottobre 2025 alle ore 17,00 sarà inaugurata, nelle Sale al Secondo Piano del Castello del Monferrato, la mostra antologica “Sergio Floriani. Le geografie dell’io”, curata da Emiliana Mongiat e accompagnata dal testo critico di Elena Pontiggia: un’esposizione che presenterà circa cento opere, proponendo un excursus incentrato sulla riflessione del Maestro sull’interiorità e sulla spiritualità dell’uomo, grazie a un percorso espositivo che si articolerà basandosi su due sezioni principali.
La prima sezione presenterà sculture, opere bidimensionali e installazioni dedicate al tema del rispecchiamento, connesso all’appartenenza di Floriani al Gruppo Narciso Arte. Tra i lavori principali “Lo stagno”, “Identità complessa”, “Lux Mundi”, “Sagome” e le quattro “Porte nere”. In questa parte della mostra il pubblico potrà scoprire come l’artista utilizzi l’impronta e le superfici specchianti per rappresentare la trasformazione della realtà in arte, modulando materiali e forme in relazione allo spazio circostante. |
Sergio Floriani, SAGOMA-ONDA, 2017. Stagno su piombo su tavola |
La seconda sezione, proseguirà con lavori in metallo e installazioni come “Columna exagona”, che introducono il colore come elemento ulteriore di percezione e trasformazione. Saranno esposti anche i 21 acquerelli del “Sillabario”, i “Cerchi d’acqua” e gli acrilici su carta “Alterno” e “Diagonale 2”.
Il percorso si chiuderà con opere ispirate al Lago d’Orta, nelle quali acqua e luce diventano elementi costanti della produzione e della ricerca artistica di Floriani.
A corredo della mostra sarà pubblicato un catalogo edito da Martelli Art, di 120 pagine a colori, con i testi di Emiliana Mongiat ed Elena Pontiggia.
La mostra sarà visitabile gratuitamente fino al 1° febbraio 2026 durante gli orari consueti di apertura del Castello del Monferrato. |
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Sergio Floriani, DIVIDO PER DUE STAGNO, 2003. Ferro e stagno |
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