Milano, 17 luglio 2025
Milano, 17 luglio 2025 _ Si è tenuta ieri, giovedì 17 luglio 2025 presso la sede dell’Associazione della Stampa Estera in Italia di Milano, la seconda Conferenza Stampa organizzata da Demeter Italia – associazione per la tutela della qualità biodinamica – dal titolo “L’esperienza agricola Demeter tra cultura e giovani”.
L’evento ha affrontato il tema delle giovani generazioni in agricoltura e ha rappresentato la conclusione di un viaggio che ha visto il coinvolgimento di giornalisti internazionali, iniziato con una Conferenza Stampa a Roma martedì 15 luglio sugli agriturismi biodinamici certificati, e proseguito con le visite ad aziende agricole biodinamiche, che hanno portato due esempi di come l’esperienza agricola possa unirsi all’accoglienza: Palazzo Tronconi, ad Arce (FR) e Al di Là del Fiume a Marzabotto (BO).
La biodinamica non è solo un metodo agricolo ma ha anche un importante ruolo culturale, un patrimonio di conoscenze che, se valorizzate, possono divenire un volano di sviluppo, un ponte tra tradizione e innovazione. Il tema è dunque di centrale importanza per l’agricoltura biodinamica che traccia il futuro coinvolgendo le giovani generazioni.
La conferenza Stampa è stata introdotta dal direttore di Demeter Italia Giovanni Buccheri e ha visto gli interventi del vicepresidente Marco Paravicini, di Holly Martin, Communication coordinator di BFDI (Biodynamic Federation Demeter International), dell’agricoltrice ed ex educatrice sociale Danila Mongardi (azienda agricola “Al di là del Fiume”, BO), e dei giovani studenti Pranjal Pandey e Antoni Barc Central, del master internazionale in Environmental Sciences, Policy and Management (MESPOM).
La sostenibilità ambientale e sociale, la consapevolezza crescente che il benessere si raggiunge attraverso cura, ascolto e rispetto, la passione per la natura e l’urgenza di ripensare i modelli produttivi convenzionali, sono temi profondamente sentiti dai giovani. L’agricoltura biodinamica, che da sempre incarna questi valori, si propone come risposta concreta e contemporanea. Le aziende certificate Demeter si configurano come organismi viventi in cui coltivazioni, animali ed esseri umani coesistono in equilibrio: non si possono avere troppi animali senza terra, né coltivare senza animali – a differenza dei modelli convenzionali.
“Le aziende biodinamiche sono realtà aperte per vocazione – ha spiegato Marco Paravicini – in cui l’approccio imprenditoriale convive con quello educativo, relazionale e culturale. È necessario oggi offrire ai giovani una nuova immagine dell’agricoltura: non più fabbrica di prodotti, ma luogo di vita e comunità. I ragazzi trovano qui non solo conoscenze ma esperienze: è questo che rende possibile il ricambio generazionale, oggi sempre più difficile. Le aziende Demeter promuovono corsi, iniziative divulgative, agriturismi e offrono un approccio più umano, sostenibile e inclusivo. E oggi, grazie al riconoscimento del marchio anche all’estero, l’agricoltura biodinamica italiana parla al mondo”.
“L’agricoltura biodinamica – ha ricordato Holly Martin, Communication coordinator della Biodynamic Federation Demeter International – è giovane per essenza, perché porta con sé vitalità, apertura e speranza. Le nostre iniziative per i giovani si sono moltiplicate: oggi abbiamo oltre 7.400 aziende Demeter nel mondo, con un aumento del 57% negli ultimi anni. Programmi come il ‘Biodynamic Agricultural College’ nel Regno Unito, il ‘Biodynamic Foundations Training’ negli Stati Uniti (con oltre il 40% dei partecipanti sotto i 35 anni), o il network ‘Junges Demeter’ nato in Germania, mostrano quanto il coinvolgimento delle nuove generazioni sia concreto. Un altro esempio è il progetto BINGN che Scandinavia in prepara i giovani al futuro dell’agricoltura biodinamica. Il nostro approccio è culturale, comunitario e associativo: gli standard sono decisi democraticamente dalle organizzazioni dei membri in 41 Paesi e in 55 associazioni. L’agricoltura biodinamica non è solo un mestiere: è una scelta di vita, uno spazio per coltivare relazioni e gioia. Da qui nasce la nuova campagna internazionale di comunicazione Feel the Joy, attiva da quest’estate fino a fine anno, per raccontare la bellezza della cura della terra in armonia con la natura”.
Una testimonianza significativa dal punto di vista culturale e soprattutto umano è stata quella di Danila Mongardi, fondatrice dell’azienda biodinamica “Al di là del Fiume”, che alcuni anni fa ha deciso di cambiare radicalmente vita e di creare, con tanto lavoro ma soprattutto passione – quasi una mission – una nuova realtà agricola e sociale: “Fare cultura è creare un terreno fertile e noi agricoltori coltiviamo il futuro. Arrivo io stessa da un’esperienza nel sociale e con mio marito abbiamo scelto la biodinamica per generare valore, biodiversità, relazioni. Il nostro agriturismo è anche un luogo educativo: organizziamo ogni estate un summer camp per adolescenti, accogliamo volontari woofer da tutto il mondo e giovani in difficoltà, spesso ritirati sociali, con cui stiamo costruendo una piccola scuola alternativa. Qui i ragazzi trovano ascolto, ispirazione, la possibilità di riscoprirsi. Non è un ritorno alla terra nostalgico, ma un’esperienza di consapevolezza, di respiro. Quando abbiamo cercato una coppia di giovani disposti a cambiare vita e lavorare da noi per gestire una parte dell’agriturismo, ci hanno risposto con entusiasmo 85 ragazzi tra i 20 e i 30 anni. È stato arduo scegliere, ma ci siamo fatti guidare dalla passione nel loro sguardo. Quando gli occhi brillano, sappiamo che stiamo seminando futuro”.
Tra i partecipanti alla Conferenza anche due studenti del master europeo MESPOM, che hanno condiviso riflessioni sul valore trasformativo dell’esperienza agricola e della loro esperienza ad “Al di Là del Fiume”. “Abbiamo bisogno – ha detto Antoni Barc Central – di riportare il cibo vicino a noi, alla nostra quotidianità. L’agricoltura biodinamica, vissuta durante il nostro percorso, è una risorsa per la resilienza e per la comunità”. Pranjal Pandey ha poi guardato al suo Paese d’orgine, al contesto indiano: “L’agricoltura rappresenta una delle principali fonti di reddito nel mio Paese, eppure i contadini sono tra i più poveri. Questo paradosso riguarda tutti: ci ricorda che qualcosa deve cambiare. L’esperienza biodinamica ci permette di connetterci con noi stessi, con il nostro senso di appartenenza e con il mondo che vogliamo costruire. Non è solo una pratica agricola: è un modo di comunicare valori che parlano anche alla salute mentale dei giovani, oggi spesso minacciata da ansia, isolamento e crisi ecologica”.
Un’occasione di confronto che ha ribadito come l’agricoltura biodinamica, con le sue radici culturali e il suo sguardo rivolto al futuro, possa essere uno spazio fertile per costruire comunità, generare cambiamento e dare voce alle nuove generazioni. |
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