Gli Stati Generali convocati il 28 giugno scorso dal Consorzio del Vermouth di Torino hanno visto riunito tutto il miglior mondo produttivo protagonista di questa denominazione. In quelli che furono i Tenimenti Reali di Carlo Alberto di Savoia, sede oggi dell’Università di Scienze Gastronomiche, il Consorzio ha chiamato a raccolta i suoi soci, che rappresentano oltre il 96% della produzione del Vermouth di Torino. Lo commercializzano in 82 Paesi nei 5 continenti, con una produzione pari a circa sei milioni di bottiglie.
Il Presidente del Consorzio Roberto Bava e il direttore Pierstefano Berta hanno delineato un quadro preciso degli obbiettivi raggiunti in campo nazionale e internazionale nell’anno che è seguito agli Stati Generali 2023. Argomenti importanti sono stati affrontati per facilitare il lavoro dei Soci, informandoli su come seguire in maniera efficace le linee guida della vita consortile e della gestione della Denominazione:
Il Presidente del Consorzio Roberto Bava e il direttore Pierstefano Berta hanno delineato un quadro preciso degli obbiettivi raggiunti in campo nazionale e internazionale nell’anno che è seguito agli Stati Generali 2023. Argomenti importanti sono stati affrontati per facilitare il lavoro dei Soci, informandoli su come seguire in maniera efficace le linee guida della vita consortile e della gestione della Denominazione:
- Indicazioni sui più recenti aggiornamenti relativi al Piano dei Controlli, condotto da ADM-Cert, il settore di certificazione dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM).
- Precisazioni e delucidazioni sull’etichettatura, che prevede l’apposizione del logo dell’Unione Europea e del MASAF. Questo è un segno importante di quanto significhi questa Indicazione geografica protetta, l’unica concessa a un Vermouth. Infatti la denominazione “Vermouth di Torino” rappresenta un’eccellenza del Piemonte, mostra un legame indissolubile con il territorio, fornisce maggiori garanzie ai consumatori con un livello di tracciabilità e di sicurezza alimentare molto più elevato rispetto a prodotti che non hanno questa denominazione.
- Marchio di Certificazione in USA. Altro asso fondamentale calato dal Consorzio è stato l'ottenimento del Marchio di Certificazione, rilasciato dall'United States Patent and Trademark Office (Ufficio Brevetti e Marchi degli Stati Uniti). Questo infatti permette al Consorzio di proteggere e controllare rigorosamente la denominazione "Vermouth di Torino IGP" negli USA, un mercato di grande rilievo per i Soci del Consorzio.
- Il marchio consortile, depositato in Italia, in Europa e nei principali mercati internazionali, ha permesso una intensa opera di opposizione a impieghi scorretti della denominazione in nazioni europee ed extraeuropee, proteggendo consumatori, produttori, e in generale il Made in Italy.
- Precisazioni e delucidazioni sull’etichettatura, che prevede l’apposizione del logo dell’Unione Europea e del MASAF. Questo è un segno importante di quanto significhi questa Indicazione geografica protetta, l’unica concessa a un Vermouth. Infatti la denominazione “Vermouth di Torino” rappresenta un’eccellenza del Piemonte, mostra un legame indissolubile con il territorio, fornisce maggiori garanzie ai consumatori con un livello di tracciabilità e di sicurezza alimentare molto più elevato rispetto a prodotti che non hanno questa denominazione.
- Marchio di Certificazione in USA. Altro asso fondamentale calato dal Consorzio è stato l'ottenimento del Marchio di Certificazione, rilasciato dall'United States Patent and Trademark Office (Ufficio Brevetti e Marchi degli Stati Uniti). Questo infatti permette al Consorzio di proteggere e controllare rigorosamente la denominazione "Vermouth di Torino IGP" negli USA, un mercato di grande rilievo per i Soci del Consorzio.
- Il marchio consortile, depositato in Italia, in Europa e nei principali mercati internazionali, ha permesso una intensa opera di opposizione a impieghi scorretti della denominazione in nazioni europee ed extraeuropee, proteggendo consumatori, produttori, e in generale il Made in Italy.
Rispetto al mercato, Presidente e Direttore hanno presentato dati che mostrano ancora in crescita la richiesta e il valore del Vermouth di Torino, al quale vengono riconosciuti particolari pregi dai consumatori. Questo è anche un riflesso delle moltissime attività di promozione organizzate in tante parti del mondo. Fra queste, in particolare, il Mediterranean Aperitivo. Questo progetto, partito nel 2022, ha visto molte attività svolte in Regno Unito, Stati Uniti e Canada. I loro momenti principali sono stati ripercorsi agli Stati Generali dalla manager del progetto, Pauline Rita Rosa.
Nella seconda parte della giornata, nelle cantine della Banca del Vino, presso l’Agenzia di Pollenzo, il Presidente e il Direttore del Consorzio hanno tenuto un seminario sul Vermouth di Torino dedicato a giornalisti e operatori internazionali. In questa occasione sono stati nominati i nuovi “Ambasciatori ed Educatori del Vermouth di Torino”, un riconoscimento rivolto a persone che lavorano a vario titolo con passione e competenza per la conoscenza e l’apprezzamento di questo affascinante prodotto. A ricevere lo speciale diploma di ambasciatori erano presenti Mariuccia Roggero Ferrero e Diego Crippa, importanti chef canellesi, Sergio Nodone, ambasciatore presso i Cavalieri del Tartufo di Alba, oltre agli “Ambasciatori Educatori” Pauline Rita Rosa, Myles Cunliffe e Samuel Boulton che hanno gestito diversi seminari negli eventi internazionali del Consorzio.
Appena conclusa con successo la Vermouth Week 2024, iniziano subito gli appuntamenti di luglio con la fiera londinese IMBIBE, dove il Consorzio promuove l’Aperitivo Mediterraneo con i suoi partner. Seguirà a fine luglio un seminario professionale curato dal Consorzio al forum di Tales of the Cocktail, a New Orleans negli USA.
E’ sempre l’Ora del Vermouth di Torino!®
Il Vermouth di Torino
Il Vermouth di Torino è il più famoso vino aromatizzato italiano, già apprezzato alla corte reale dei Savoia. Il suo nome deriva dal termine tedesco wermut che definisce l’Artemisia absinthium (Assenzio maggiore), base aromatica principale nella sua preparazione. Nell’Ottocento e Novecento il Vermouth ideato dai liquoristi torinesi divenne famoso anche all’estero nelle sue due varianti bianco e rosso. Proprio dal capoluogo piemontese ha inizio lo sviluppo del Vermouth di Torino come lo conosciamo oggi, affascinante aperitivo conviviale. Il Vermouth di Torino viene classificato in base al colore (Bianco, Ambrato, Rosato o Rosso) e alla quantità di zucchero impiegata nella sua preparazione. Il disciplinare prevede anche la tipologia Vermouth di Torino Superiore che si riferisce a prodotti con un titolo alcolometrico non inferiore a 17% vol., realizzati con almeno il 50% di vini piemontesi e aromatizzati con erbe – oltre all’assenzio piemontese – coltivate o raccolte in Piemonte.
Il Consorzio del Vermouth di Torino
Il Consorzio ha per scopo la tutela, la promozione, la valorizzazione della denominazione, tutelandone l’informazione al consumatore finale e fornendo assistenza tecnica e formazione professionale alle aziende e ai produttori. Tra i principali compiti, anche l’attività di vigilanza per garantire la corretta applicazione della denominazione Indicazione Geografica ai prodotti consorziati.
Il Consorzio si è costituito per volontà dei produttori di Vermouth di Torino che, consapevoli della necessità di una regolamentazione, hanno definito insieme un disciplinare di produzione approvato dal Decreto del 22 marzo 2017 con cui il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha regolamentato l’indicazione geografica Vermouth di Torino/Vermut di Torino. In rappresentanza di tutta la filiera, oltre ai produttori del Vermouth di Torino, fanno parte del Consorzio anche soci coltivatori delle erbe aromatiche e officinali.
Il Vermouth di Torino è il più famoso vino aromatizzato italiano, già apprezzato alla corte reale dei Savoia. Il suo nome deriva dal termine tedesco wermut che definisce l’Artemisia absinthium (Assenzio maggiore), base aromatica principale nella sua preparazione. Nell’Ottocento e Novecento il Vermouth ideato dai liquoristi torinesi divenne famoso anche all’estero nelle sue due varianti bianco e rosso. Proprio dal capoluogo piemontese ha inizio lo sviluppo del Vermouth di Torino come lo conosciamo oggi, affascinante aperitivo conviviale. Il Vermouth di Torino viene classificato in base al colore (Bianco, Ambrato, Rosato o Rosso) e alla quantità di zucchero impiegata nella sua preparazione. Il disciplinare prevede anche la tipologia Vermouth di Torino Superiore che si riferisce a prodotti con un titolo alcolometrico non inferiore a 17% vol., realizzati con almeno il 50% di vini piemontesi e aromatizzati con erbe – oltre all’assenzio piemontese – coltivate o raccolte in Piemonte.
Il Consorzio del Vermouth di Torino
Il Consorzio ha per scopo la tutela, la promozione, la valorizzazione della denominazione, tutelandone l’informazione al consumatore finale e fornendo assistenza tecnica e formazione professionale alle aziende e ai produttori. Tra i principali compiti, anche l’attività di vigilanza per garantire la corretta applicazione della denominazione Indicazione Geografica ai prodotti consorziati.
Il Consorzio si è costituito per volontà dei produttori di Vermouth di Torino che, consapevoli della necessità di una regolamentazione, hanno definito insieme un disciplinare di produzione approvato dal Decreto del 22 marzo 2017 con cui il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha regolamentato l’indicazione geografica Vermouth di Torino/Vermut di Torino. In rappresentanza di tutta la filiera, oltre ai produttori del Vermouth di Torino, fanno parte del Consorzio anche soci coltivatori delle erbe aromatiche e officinali.
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