L’artista e coreografo Leone d’Oro porta alla Triennale di Milano il suo nuovo progetto che con sette performer e dodici canti corali di montagna composti tra il 1968 e i giorni nostri indaga la perdita della relazione tra essere umano e natura
Venerdì 22 novembre, ore 19.30 Sabato 23 novembre, ore 19.30 Domenica 24 novembre, ore 16.00
Triennale Milano Teatro Viale Emilio Alemagna 6, 20121 Milano (MI) |
Milano, 5 novembre 2024. Con un repertorio di canti corali italiani di montagna, composti tra il 1968 e i giorni nostri, e un eccellente gruppo di interpreti/cantanti con formazione eterogenea, da venerdì 22 a domenica 24 novembre, dopo la prima italiana al FESTIVAL Bolzano Danza 2024, e quella francese al Festival D’Automne di Parigi, l’artista e coreografo Alessandro Sciarroni (San Benedetto del Tronto - AP, 1976) porta al Triennale Milano Teatro U. (un canto), il suo ultimo progetto realizzato nella forma di un concerto/performance con la direzione musicale di Aurora Bauzà e Pere Jou e l’assistenza drammaturgica di Elena Giannotti.
Venerdì 22 novembre dopo la prima milanese, lo spettacolo sarà seguito da un incontro con l’artista, Aurora Bauzà e Pere Jou, dedicato ad approfondire il rapporto memoria-tradizione e uomo-natura.
U. (un canto), vede protagonista il coro composto da Raissa Avilés, Alessandro Bandini, Margherita D’Adamo, Nicola Fadda, Diego Finazzi, Lucia Limonta e Annapaola Trevenzuoli, cantanti dalla formazione ed esperienze molto diverse, e nasce da una ricerca realizzata per la Fondazione Cartier che, a novembre 2022, invitò Sciarroni e il musicista francese Alexis Paul a co-curare una delle sue Soirées Nomades a Parigi. Rimasto particolarmente impressionato dai canti dei due gruppi italiani – il coro maschile Voci dalla Rocca e quello misto dei giovanissimi Piccoli Cantori della Brianza – Sciarroni scopre grazie ai due ensemble il repertorio che comporrà in seguito l’ossatura drammaturgica e musicale di U. (un canto).
Quello che ha affascinato l’artista sono stati, in particolare, i testi delle composizioni musicai, dedicati alla relazione tra essere umano e Natura, alle stagioni che scandiscono il tempo, al lavoro nei campi, alla relazione tra umano e divino: canti che hanno a che fare con valori come pietà, compassione, perdono, tolleranza, sopportazione raccontano l’accettazione dei limiti rispetto al mistero dell’esistenza, della fragilità e transitorietà della vita e del privilegio di poterla vivere.
La drammaturgia musicale di U. (un canto) si articola intorno a canti composti tra il 1968 e il 2019 da Renzo Bertoldo, Piercarlo Gatti, Bepi de Marzi, Angelo Mazza e Giorgio Susana: un repertorio che affonda le radici nel secolo scorso diramandosi fino ai giorni nostri, tra musiche storiche e sperimentali. Gli interpreti eseguono i canti uno dopo l’altro, alternando scritture originali a profondi e lunghi silenzi, avanzando, nel corso della performance, dal fondo dello spazio scenico verso il pubblico.
La forza dei contenuti dei canti che compongono U. (un canto) sottolinea quanto sia ancora straordinariamente viva questa tradizione, la cui memoria viene riconsegnata agli spettatori dall’avanzare progressivo dei cantanti, mentre i lunghi silenzi e il senso di vuoto tra un brano e l’altro, ricordano ciò che è andato perduto in tutti questi anni.
Dopo le date milanesi lo spettacolo tornerà al Festival d'Automne à Paris il 30 novembre 2024 (TREMBLAY Théâtre Louis Aragon), a BONN il 30 e 31 gennaio 2025 e al Teatro Sociale di Bellinzona il 7 febbraio 2025. |
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