Ecco cosa è emerso all’incontro
promosso da Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini alla 44ma edizione del
Meeting di Rimini dove ha preso parte l’azienda italiana Sipo come testimone
delle aziende ortofrutticole del territorio.
Bellaria
Igea Marina (RN), 24.08.2023. Un’immagine distorta del settore primario non
aiuta gli agricoltori a difendere il valore dei loro prodotti e a rendere il
settore attrattivo per i giovani: anche da qui nascono i problemi di ricambio
generazionale e reperimento di manodopera e di figure professionali
specialistiche che il mondo agricolo si trova ad affrontare. L’agricoltura è
vittima di falsi miti che dipingono il comparto per quello che non è,
associandolo troppo spesso a fenomeni come l’inflazione, il lavoro irregolare,
la mancata tutela dell’ambiente e degli animali, impieghi di sola fatica… Smontare
queste credenze vuol dire restituire un’immagine corretta e moderna del settore
primario, da anni impegnato in percorsi virtuosi di sostenibilità.
E
proprio da questi punti è partito l’incontro organizzato da Confagricoltura
Forlì-Cesena e Rimini al Meeting di Rimini 2023 “Sfatiamo i falsi miti
dell’agricoltura – La percezione del settore primario nel sentire comune” a cui
hanno partecipato Massimiliano Ceccarini, general manager di Sipo, azienda
ortofrutticola socia di Confagricoltura; Giampaolo Ferri, esperto di
distribuzione alimentare e formatore e Cristiano Riciputi, giornalista
agroalimentare.
“E’
importante ripartire dalle cose buone che facciamo, per creare un nuovo
messaggio sull’agricoltura – commenta Carlo Carli, presidente di Confagricoltura
Forlì-Cesena e Rimini – Oggi quello che ci distingue nel mondo è la qualità dei
nostri prodotti agricoli: sfatiamo i falsi miti dell’agricoltura”.
“Superficialità
e informazioni pretestuose sviluppano un tipo di comunicazione
sensazionalistica che non porta all’attenzione dei consumatori i veri temi
dell’agricoltura”, ricorda Cristiano Riciputi commentando quegli
accostamenti stonati che l’agricoltura subisce: quando si parla di inflazione
sui media generalisti spesso e volentieri viene mostrata l’ortofrutta,
referenza che, in ambito alimentare, presenta i prezzi al chilo più bassi e ha
invece un’importante valenza nutrizionale; oppure quando si parla di
sfruttamento del lavoro si mostrano braccianti che raccolgono i pomodori,
quando ormai la raccolta è totalmente meccanizzata per il prodotto destinato
alla trasformazione, mentre si ignorano tante altre forme di sfruttamento del
lavoro, “come gli stagisti negli studi professionali”. Il racconto di
un’agricoltura bucolica o di lavori di sola fatica, poi, non rende giustizia
alle opportunità professionali che il comparto può dare.
“Il
lavoro manuale è importante in agricoltura – ricorda Massimiliano Ceccarini
– nel nostro mondo possiamo dire che ‘questo prodotto l’ho fatto io’ e per un
agricoltore è una grande soddisfazione. Ma la tecnologia e la meccanizzazione
hanno fatto evolvere il comparto e il lavoro stesso, le imprese investono in
formazione ma resta molto difficile trovare il personale, a tutti i livelli.
Certi messaggi distorti che passano non servono a creare appeal attorno al
nostro mondo e soprattutto alla filiera ortofrutticola: una filiera
organizzata, dove si tutelano i prodotti, dove ci sono tanti valori positivi da
comunicare”.
“Associare
l’ortofrutta con il caro prezzi non aiuta certo i consumi – interviene Giampaolo
Ferri – Sull’inflazione moderiamo i toni: il settore è da sempre soggetto a
periodi inflattivi e deflattivi, condizionati soprattutto dall’andamento meteo.
Questo va detto chiaramente”.
Per
rendere l’agricoltura un settore sempre più interessante per i giovani, come
comparto capace di dare soddisfazioni professionali, ma anche per incrementare
la fiducia e la conoscenza dei consumatori, è necessario comunicare di più e
meglio. Sipo, azienda di Bellaria Igea Marina (Rimini) specializzata
nella produzione e commercializzazione di verdure e ortaggi, sta investendo in
tale direzione. “Pensando come una filiera nel 2016 abbiamo lanciato il brand
Verdure di Romagna, nato per valorizzare il territorio e i suoi prodotti, coinvolgendo
aziende agricole, incentivando il ricambio generazionale, fino ad arrivare alla
divulgazione dei valori dei prodotti, dalla stagionalità alle proprietà
nutrizionali – aggiunge il general manager dell’impresa - Ora siamo pronti a un
nuovo passo e presto lanceremo l’Orto Didattico, un progetto per coinvolgere i
bambini delle scuole elementari. L’idea è quella di far adottare una piantina e
consentire ai bambini di vederla crescere grazie alle telecamere posizionate
nelle nostre serre, così da mostrare i vari passaggi della coltivazione. Poi
saranno proprio i bambini a raccoglierne i frutti, venendo in azienda insieme
ai loro insegnanti: dopo la raccolta incontreranno i nutrizionisti che
spiegheranno le proprietà dei prodotti e poi potranno cucinare il proprio
ortaggio e mangiarlo. Dal campo alla tavola, proprio come il nostro claim.
Vogliamo creare un’emozione perché l’aspetto emotivo è uno dei più importanti
al momento dell’acquisto – conclude Ceccarini - Coinvolgere i bambini è il
primo passo per ritornare a incentivare il ricambio generazionale e stimolare i
consumi”.
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