Sabato 20 novembre, lo CSAC – Centro Studi e Archivio
della Comunicazione dell’Università di Parma presenterà in
anteprima ad autorità, giornalisti e addetti ai lavori l’Archivio dal vivo, un nuovo percorso che si snoda
all’interno dell’Abbazia di Valserena, ridisegnando completamente gli ambienti
dell’archivio, intesi non più come luoghi a sé stante, ma integrati con lo
spazio espositivo. Il progetto è stato realizzato grazie al contributo della Regione Emilia Romagna (bando POR-FESR EMILIA
ROMAGNA 2014-2020. ASSE 5 Valorizzazione
delle risorse artistiche, culturali ed ambientali).
Le visite per il pubblico prenderanno il via martedì 23 novembre, esclusivamente su prenotazione, con i
seguenti orari: martedì alle ore 10; giovedì alle ore 16; sabato alle ore 10.
l’Archivio dal vivo è il punto di arrivo di un percorso avviato nel 2015 quando, proponendo un
rinnovato rapporto tra archivio e museo, è stato creato uno spazio espositivo
permanente all’interno dell’Abbazia di Valserena, sede dello CSAC
dell’Università di Parma. L’abbazia cistercense si è così trasformata da luogo
esclusivo della conservazione, dello studio e della catalogazione di opere e
fondi di arte, fotografia, media, progetto e spettacolo, a spazio multifunzionale dove si integrano un Archivio, unMuseo e un Centro di Ricerca e Didattica. Negli ultimi sei anni, l’immenso
patrimonio di opere, immagini, plastici, oggetti, abiti è stato animato grazie
alla promozione di residenze d’artista, laboratori museali, workshop, summer
school con l’obiettivo di ‘riattivare l’archivio’, inteso come spazio
fisico ma anche come enorme potenziale culturale e
conoscitivo, che può essere liberato anche attraverso un ripensamento delle pratiche
archivistiche: dai metodi di organizzazione dei materiali, con la realizzazione
di supporti e dispositivi per l’archiviazione, alle modalità di estrazione ed
esposizione dei documenti.
Da questa riflessione nasce oggi l’Archivio
dal vivo, titolo suggerito da Jeffrey Schnapp, storico, designer e
figura di riferimento nel campo delle digital humanities, che dal 2015 ha
affiancato lo CSAC nel percorso di ripensamento del proprio ruolo. Il progetto,
ideato da Francesca Zanella, Elisabetta
Terragni e Studio Terragni Architetti e Daniele Ledda xycomm e realizzato con il coinvolgimento di
tutto il personale del centro universitario, si fonda sul concetto di
‘apertura’ dell’archivio CSAC, al cui interno sono conservati oltre 12 milioni di materiali originali della comunicazione
visiva, della ricerca artistica e progettuale italiana dai primi decenni del
XX secolo. Per rafforzare la trasversalità del patrimonio e le sue potenzialità
rispetto alla ricerca, per la creazione di narrazioni inedite e per il
confronto tra differenti ambiti e comunità, si è deciso di riorganizzare le collezioni seguendo un ordine
alfabetico che sovverte le cronologie e le
divisioni per generi, demandando alla comunicazione grafica che accompagna il percorso il
compito di ricondurre a ognuna delle cinque sezioni di CSAC – Arte, Fotografia,
Media, Progetto e Spettacolo – le opere custodite in ogni ambiente.
Documenti grafici, immagini, manifesti,
figurini ordinati per progetti nelle cassettiere
convivono con oggetti, plastici, prototipi custoditi in scatole
ed esposti su scaffalature, riproponendo un ritmo visivo costante dato dai
tipici dispositivi metallici dell’archiviazione, interrotto da una fascia di
luce che in ogni stanza segnala il luogo destinato alla esposizione. Il
deposito diventa così il luogo in cui consentire al
visitatore di entrare in diretto contatto con opere e documenti, comprendendo
così la natura dell’archivio, il suo essere prodotto e nello stesso tempo
generatore di legami, di connessioni e di contraddizioni.
“Attraverso questa nuova importante
iniziativa – dichiara Paolo Andrei, Rettore
dell’Università di Parma e Presidente del Centro Studi e Archivio della
Comunicazione – lo CSAC fa un ulteriore passo
avanti nel suo percorso di apertura e avvicinamento al pubblico: una mission che l’Università di Parma ha
sposato e appoggiato con forza affinché l’inestimabile patrimonio del Centro
diventi a tutti gli effetti un patrimonio di tutti. Da parte dell’Ateneo,
quindi, grande soddisfazione per il lavoro compiuto in questo senso e
l’auspicio che siano tanti gli studiosi e i visitatori a cogliere
questa straordinaria opportunità”.
L’archivio CSAC sarà inoltre luogo di sperimentazione anche per i curatori e
i conservatori che potranno proporre nuove modalità di lettura delle collezioni
CSAC. La prima occasione è rappresentata dal progetto Secondi tempi di Eva Marisaldi, nato nell’ambito del
programma di residenze Through time: integrità e
trasformazione dell’opera, che fino al
26 febbraio 2022 si porrà in dialogo con gli spazi de l’Archivio dal
vivo, attraverso l’installazione di un video e la disseminazione di oltre
sessanta piccole stampe su alluminio che riproducono frammenti della raccolta
personale dell’artista.
CSAC - Centro Studi e Archivio della
Comunicazione
Abbazia di Valserena
Strada Viazza di Paradigna, 1 (Parma)
Ingresso
10 euro (percorso l’Archivio dal vivo + Eva Marisaldi. Secondi tempi)
Orari
Il percorso è accessibile al pubblico esclusivamente su prenotazione nelle
seguenti date e orari:
dal 23 novembre al 20 dicembre 2021: martedì, ore 10; giovedì, ore 16;
sabato, ore 10.
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