Schmidhauser sconosciuto: le fotografie artistiche
Stessa abilità tecnica ma altri canoni estetici caratterizzano, invece, le fotografie artistiche di Eugenio Schmidhauser, legate a doppio filo con i suoi studi al prestigioso Lehr- und Versuchanstalt für Photographie di Monaco di Baviera (1901-1903). In questo nucleo di stampe vintage si trovano diversi ritratti in studio, da cui emerge una particolare sensibilità nell’utilizzo della luce, che scolpisce con efficacia ed eleganza i lineamenti delle persone ritratte. Tinte forti e un’atmosfera cupa, di solitaria drammaticità, percorrono invece i paesaggi realizzati sul Lago di Garda intorno al 1903, che si collocano nel solco del pittoricismo romantico e simbolista con cui Schmidhauser era probabilmente entrato in contatto durante gli studi a Monaco. Alcune di queste fotografie colpiscono anche per il grande formato di stampa, che il fotografo riusciva a realizzare grazie ai sofisticati mezzi tecnici di cui disponeva, tra cui uno speciale ingranditore su binari. Diversi scatti da questa serie hanno vinto riconoscimenti in prestigiose rassegne internazionali a cui Schmidhauser partecipò tra il 1903 e il 1914. Tra questi si segnala Tra olivi e cipressi a cui viene assegnata la medaglia d’oro a Dresda nel 1909, mentre a Roma, al Concorso internazionale di fotografia artistica i Cipressi sul Lago di Garda vengono premiati con una medaglia di bronzo.
All’Esposizione nazionale di Berna del 1914 Schmidhauser espone anche una cartella con immagini del servizio postale nel Ticino rurale. Da Quinto a Madrano, da Astano a Sonogno fino ai ritratti del postino in servizio con l’asino tra Cerentino e Bosco Gurin, in mostra al MASI ritroviamo diversi esempi da questa serie. Sono documenti preziosi, che dimostrano la capillarità del servizio postale nel Cantone Ticino e che hanno avuto, negli anni, una notevole diffusione.
L’attività fotografica di Schmidhauser comincia a diminuire dopo il 1910, a causa degli impegni legati alla conduzione della Pensione della Posta di Astano e alla progressiva integrazione nella vita associativa e politica del paese. Ciò nonostante, il suo obiettivo continua a posarsi sul suo villaggio d’adozione, Astano, e sui suoi abitanti, come testimoniano diverse fotografie esposte al MASI: il gruppo di carnevale, la fienagione, la festa di piantagione al monte Rogorio e naturalmente gli ospiti della sua pensione, che fungeva anche da sala di posa.
“Piuttosto breve, la stagione fotografica di Schmidhauser fu tuttavia straordinariamente intensa e articolata, capace di coniugare l’espressione artistica e la promozione del turismo secondo modalità decisamente innovative, con l’appoggio di una tecnica che forse nel Ticino del tempo nessun altro possedeva”, conclude Gianmarco Talamona.
In occasione della mostra verrà pubblicato il volume Eugenio Schmidhauser con saggi di Gianmarco Talamona, Damiano Robbiani e Stefano Spinelli, edito dall’ Archivio di Stato del Cantone Ticino.
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