"Metteranno a rischio la chiusura di 25mila aziende agricole e l'occupazione di 40mila lavoratori"
I nuovi vincoli Pac imposti da Bruxelles daranno un duro colpo alla nostra economia agroalimentare, si stimano perdite di fatturato di 2,5 miliardi di euro nel comparto dell'agricoltura e altri 700mila in quello dell'industria alimentare, oltre due volte il danno subito dalla regione Emilia-Romagna a seguito della drammatica alluvione del maggio 2023. Gli effetti negativi porteranno alla chiusura di quasi 25mila aziende agricole, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni, mettendo a rischio l'occupazione di 40mila lavoratori del settore: questo è quanto emerge da uno studio di Susini Group S.t.P., studio di Firenze leader nella consulenza del lavoro.
Il valore aggiunto della filiera agroalimentare è arrivato a 64 miliardi di euro di cui 37,4 miliardi generati dal settore agricolo e 26,7 miliardi dall'industria alimentare. Il settore rappresenta il 3,7% del Pil dell'intera economia italiana. Le aziende agricole esistenti superano 1,1 milioni, occupano oltre 1 milione di operai e utilizzano 12,8 milioni di superficie agricola. Numeri veramente importanti per il nostro Paese che è la terza potenza agricola in Europa. La Puglia è la regione con il maggior numero di aziende agricole, oltre 275mila, seguita da Sicilia, quasi 219mila, terza la Calabria, quarta la Campania e quinto il Veneto. Soltanto in queste cinque regioni opera oltre il 54% delle aziende agricole italiane.
"La rotazione colturale, che consiste nell'alternare i tipi di coltivazioni su determinate aree per preservare la fertilità del terreno, l'obbligo di lasciare il 4% delle aree seminative non produttive e il benessere animale, che comporta ulteriori adempimenti e costi per la gestione degli allevamenti, hanno introdotto vincoli complessi e onerosi che gli agricoltori di tutta Europa sono costretti a sobbarcarsi", commenta Sandro Susini, consulente del lavoro e fondatore di Susini Group S.t.P.. "Il Governo italiano, da parte sua, ha introdotto maggiori risorse economiche in agricoltura, grazie anche all'utilizzo del Pnrr, ma i costi da sostenere - continua Sandro Susini - sono sempre più elevati a seguito del dissesto idrogeologico che obbliga i contadini a svolgere un enorme lavoro di manutenzione dei terreni. Occorre che sia trovata una soluzione condivisa da tutte le parti in gioco, perché il lavoro agricolo non riguarda soltanto l'aspetto economico del nostro Paese ma anche la tutela degli habitat e dei paesaggi, la conservazione del suolo, la gestione dei bacini idrici, il sequestro di anidride carbonica e la protezione della biodiversità. In poche parole, l'agricoltura interessa la nostra stessa esistenza", conclude Sandro Susini.
Il valore aggiunto della filiera agroalimentare è arrivato a 64 miliardi di euro di cui 37,4 miliardi generati dal settore agricolo e 26,7 miliardi dall'industria alimentare. Il settore rappresenta il 3,7% del Pil dell'intera economia italiana. Le aziende agricole esistenti superano 1,1 milioni, occupano oltre 1 milione di operai e utilizzano 12,8 milioni di superficie agricola. Numeri veramente importanti per il nostro Paese che è la terza potenza agricola in Europa. La Puglia è la regione con il maggior numero di aziende agricole, oltre 275mila, seguita da Sicilia, quasi 219mila, terza la Calabria, quarta la Campania e quinto il Veneto. Soltanto in queste cinque regioni opera oltre il 54% delle aziende agricole italiane.
"La rotazione colturale, che consiste nell'alternare i tipi di coltivazioni su determinate aree per preservare la fertilità del terreno, l'obbligo di lasciare il 4% delle aree seminative non produttive e il benessere animale, che comporta ulteriori adempimenti e costi per la gestione degli allevamenti, hanno introdotto vincoli complessi e onerosi che gli agricoltori di tutta Europa sono costretti a sobbarcarsi", commenta Sandro Susini, consulente del lavoro e fondatore di Susini Group S.t.P.. "Il Governo italiano, da parte sua, ha introdotto maggiori risorse economiche in agricoltura, grazie anche all'utilizzo del Pnrr, ma i costi da sostenere - continua Sandro Susini - sono sempre più elevati a seguito del dissesto idrogeologico che obbliga i contadini a svolgere un enorme lavoro di manutenzione dei terreni. Occorre che sia trovata una soluzione condivisa da tutte le parti in gioco, perché il lavoro agricolo non riguarda soltanto l'aspetto economico del nostro Paese ma anche la tutela degli habitat e dei paesaggi, la conservazione del suolo, la gestione dei bacini idrici, il sequestro di anidride carbonica e la protezione della biodiversità. In poche parole, l'agricoltura interessa la nostra stessa esistenza", conclude Sandro Susini.
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