30 giugno 2025 – È stata presentata oggi all’Archivio di Stato di Roma a Sant’Ivo alla Sapienza la Collezione Albertini, pregiata raccolta di circa 1749 documenti e coperte in pergamena risalenti al XIV e XV secolo, acquisita da Fondazione Perugia un anno fa. Erano presenti Antonio Tarasco, Direttore Generale Archivi del Ministero della Cultura; Giovanna Giubbini, dirigente del Ministero della Cultura; Alcide Casini, presidente di Fondazione Perugia e il ricercatore Matteo Ferrari.
I pregiati rivestimenti documentali, finemente decorati e dipinti, appartenevano a registri di podestà, capitani del popolo, giudici e sindaci del Comune di Perugia, quindi rappresentano un vero e proprio tesoro di documenti storici che ritorna a Perugia dopo oltre 170 anni e un’importante fonte per la ricostruzione della storia della città.
Un’operazione di acquisizione che ha visto collaborare insieme l’Archivio di Stato, la Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Umbria e la Fondazione Perugia, in una proficua sinergia tra pubblico e privato che ha portato all’acquisizione da parte dell’ente perugino e alla sua valorizzazione in collaborazione con gli istituti statali.
Antonio Tarasco – Direttore Generale Archivi del MIC ha commentato: “È un grande plauso quello che – a distanza di un anno - rivolgo ancora una volta a Fondazione Perugia per l’acquisto della Collezione Albertini, pregiata raccolta di 1749 documenti e coperte in pergamena risalenti al XIII e XV secolo.
Un plauso per aver riportato nel suo territorio questa straordinaria collezione, ma soprattutto per aver fatto del rapporto pubblico-privato un modus operandi virtuoso che ha permesso, in un territorio piccolo come quello di Perugia, la piena cooperazione fra i nostri uffici e quelli della Fondazione.
Già ora so che – anche grazie al nostro supporto – è stato avviato un approfondito lavoro di studio, analisi e restauro che permetterà la piena valorizzazione delle pergamene. Auspico che questo tipo di collaborazione possa essere messo in campo anche per la futura fruizione, in modo da permettere un’ampia divulgazione dei preziosi documenti presso un pubblico più vasto di cittadini e appassionati di storia”.
Nel 1853 l’Amministrazione comunale di Perugia decide di vendere una parte della documentazione conservata in archivio e per la cifra di 500 lire viene acquistata da Joseph Spithöver, un antiquario tedesco molto noto che viveva a Roma, proprietario di una libreria-casa editrice. Dopo vent’anni Spithöver propone l’acquisto sia al neonato Regno d’Italia che al Comune di Perugia, ma le istituzioni pubbliche sono battute sul tempo da Louis Albertini, un giurista argentino di origini italiane, che trasferisce le pergamene a Parigi dove risiede e dove sono state conservate dai suoi eredi fino al giugno 2024.
Fondazione Perugia ha acquistato i lotti, in totale 153, in un’asta svoltasi a Parigi la sera del 21 giugno 2024, alla casa d’aste Mirabaud Mercier e dopo apposita autorizzazione degli Archivi di Francia.
I beni acquistati dalla Fondazione hanno un grande valore artistico, storico e araldico e, dal momento dell’acquisizione, le pergamene sono state oggetto di un intenso lavoro di studio, restauro e ricerca congiunto con la Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Umbria che sta portando alla ricostruzione di quella che era la realtà dell’amministrazione giudiziaria di Perugia.
Non solo, la valorizzazione di questa importante collezione passa anche per la fruizione pensata e rivolta a tutto il pubblico. Ha da poco inaugurato a Palazzo Baldeschi a Perugia e sarà aperta fino al 6 gennaio 2026 la mostra EXTRA Segni antichi/Visioni contemporanee a cura di Marco Tonelli, un grande progetto che si pone il doppio obiettivo far conoscere la Collezione Albertini e al contempo mostrarne la continua vitalità in dialogo con diciotto artisti contemporanei come Alighiero Boetti, Emilio Isgrò, Maria Lai, David Tremlett, Gianni Dessì e molti altri ancora, creando accostamenti inediti e inaspettati.
«La Collezione Albertini rappresenta un tassello prezioso della memoria storica di Perugia che, dopo oltre 170 anni, torna finalmente a casa. Con questa operazione abbiamo voluto restituire alla nostra comunità un patrimonio identitario straordinario, frutto di una virtuosa collaborazione tra pubblico e privato. Ma non ci siamo fermati alla semplice acquisizione: la valorizzazione attraverso studio, restauro e dialogo con l’arte contemporanea rende questo ritorno ancora più vivo e attuale, capace di parlare al presente e alle nuove generazioni» - ha concluso Alcide Casini, Presidente di Fondazione Perugia.
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