miart 2025
4 - 6 aprile 2025
Preview 3 aprile 2025
Allianz MiCo Central - Level 0 |
Viale Lodovico Scarampo, gate 5, Milano
Organizzata da Fiera Milano, dal 4 al 6 aprile 2025 (con VIP preview giovedì 3) negli spazi di Allianz MiCo, torna miart, la fiera internazionale d'arte moderna e contemporanea di Milano.
La ventinovesima edizione accoglie 179 gallerie provenienti da 31 paesi e 5 continenti, suddivise in tre sezioni. Accanto a Established, la sezione principale della fiera, spiccano Emergent e Portal, le due sezioni curate di miart 2025, che, attraverso progetti di altissima qualità, offrono un ampio ventaglio temporale di opere, dai capolavori del Primo Novecento ai linguaggi della contemporaneità. In questo modo, miart consolida il suo ruolo nel panorama fieristico e culturale internazionale.
Posizionata all’ingresso della fiera, a sottolineare il ruolo centrale svolto da una nuova generazione di galleristi all'interno del sistema dell'arte, Emergent offre uno sguardo sulle pratiche contemporanee sperimentali. Con 25 gallerie, la sezione prosegue una tendenza consolidata negli ultimi anni, contando 19 partecipazioni internazionali e 14 nuovi ingressi.
Concentrandosi sulla ricerca, Attilia Fattori Franchini curatrice di Emergent, presenta una sezione ambiziosa fatta di installazioni immersive, opere scultoree site-specific e di grande scala, nuovi lavori creati ad hoc per la fiera, pratiche effimere come video e performance che si accostano a fotografia e pittura, il tutto per offrire uno sguardo sulle pratiche contemporanee più stimolanti.
Tra i progetti della sezione Emergent: Ginny on Friedrick (Londra) svela il gioco sottile tra materia, esperienze personali e critica culturale attraverso le sculture a parete di Jack O'Brien, Franz Kaka (Toronto) mostra i riferimenti storici nella pittura figurativa di Jennifer Carvalho, e Brunette Coleman (Londra) mette in dialogo Oscar Enberg e Brianna Leatherbury mostrando come gli oggetti possano custodire memoria. Le delicate sculture di Ligia Dias, sono presentate in una nuova installazione site-specific da Lovay Fine Arts (Ginevra) mentre una fontana creata dall’artista Svizzera Gina Fischli occupa il booth di zaza’ (Milano, Napoli).
Le possibilità della simulazione computerizzata sono il soggetto delle opere di Nate Boyce da Ilenia (Londra), i meccanismi del desiderio sono analizzati da Luis Enrique Zela-Koort e Pablo Andino nel booth di N.A.S.A.L. (Guayaquil, Città del Messico) mentre una serie di light box di Eva Gold evocano atmosfere cinematografiche accostate ai dipinti di Tasneem Sarkez da Rose Easton (Londra).
MATTA (Milano) sfida la nozione di funzionalità con le sculture luminose di thebackstudio presentate in un ambiente immersivo creato ad hoc, Roland Ross (Margate) esplora il processo di produzione e riproduzione delle immagini attraverso le eclettiche pitture di Edward Kays, mentre Triangolo (Cremona) instaura un dialogo critico tra le sculture di Federico Cantale, I.W. Payne e le tele di Daniel Graham Loxton.
Decostruendo il medium fotografico Olivia Coen e Virginia Ariu da CITY GALERIE WIEN (Vienna) analizzano la manipolazione e il ripensamento concettuale dell’immagine mentre le opere di Eliška Konečná e Mara Verhoogt presentate da eastcontemporary (Milano) evocano atmosfere oniriche.
In sezione non mancano progetti con stand condivisi, tra questi troviamo diez (Amsterdam) e Cibrián (San Sebastián) che instaurano un confronto tra la pittura di Jochem Mestriner e le opere di Siyi Li, Nicoletti (Londra) e TINA (Londra) riflettono sul tema della liquidità con le opere di Tarek Lakhrissi, Josefa Ntjam e Karim Boumjimar mentre il progetto di Shahin Zarinbal (Berlino) e Matteo Cantarella (Copenaghen) mette in discussione la specificità dei media con Sanna Helena Berger e Cecilie Norgaard.
Si ispira ad among friends – titolo e tema dell'edizione e tributo all'approccio visionario di Robert Rauschenberg nella creazione artistica come processo collettivo che lui descriveva come “un intero gruppo di cervelli, emozioni e soluzioni” – la combinazione dei 10 progetti di Portal. Giunta alla sua seconda edizione e curata per la prima volta da Alessio Antoniolli, la sezione riunisce artisti e progetti che superano i confini tra discipline, tempo e spazio per esplorare narrazioni nascoste. Rifiutando categorizzazioni quest’anno Portal si basa sul concetto di molteplicità proponendo una selezione eclettica e talvolta contraddittoria che invita il visitatore a considerare l'arte contemporanea come un fenomeno multi-sfaccettato e ricco di diversità: ad essere promossa è l'idea che la realtà non sia univoca ma costituita da serie di prospettive influenzate dal contesto e dai punti di vista individuali. Così la sezione suggerisce un processo dinamico, ricco di percorsi diversi e interconnessi con l'obiettivo di stimolare la collaborazione e favorire una coesistenza più armoniosa.
Nella sezione Portal troviamo i riferimenti alla violenza coloniale e alle storie amazzoniche sulle origini della vita nelle le opere di Santiago Yahuarcani, un artista autodidatta e leader dei popoli Uitoto in Perù rappresentato da Crisis (Lima), scopriamo la ricca e complessa storia dell'identità brasiliana che affiora nel dialogo tra Julianana Matsumura e Flavia Regaldo proposto da Coletivo Amarelo (Lisbona) mentre da P420 (Bologna) ci avviciniamo alle culture vernacolari e alla conoscenza spirituale grazie a Victor Fotso Nyie, artista camerunense ma residente in Italia che immagina nuove traiettorie tra passato e futuro. E passato e futuro insieme a identità radicate, molteplici geografie e nuove alleanze sono alcuni dei principi fondamentali di blaxTARLINES, un collettivo open-source di artisti, curatori e scrittori nato nel 2015 alla Kumasi University (KNUST) in Ghana che da APALAZZOGALLERY (Brescia), con la curatela di Kwasi Ohene-Ayeh, propone la storia come una costellazione piuttosto che una traiettoria lineare. Da Galleria Franco Noero (Torino), Lucy Otter sfida la percezione del tempo, dell'autorialità e della categorizzazione mettendo infine in discussione la nostra comprensione della realtà mentre, in contrasto tra loro, il lavoro dell'artista francese Marilou Poncin, presentato da spiaggia libera (Parigi), e quello dell'artista italiana Romina Bassu, proposto da Studio SALES di Norberto Ruggeri (Roma), rivendicano la rappresentazione del corpo femminile.
Federica Schiavo (Roma) sceglie il rapporto tra le esperienze vissute e la produzione artistica con le opere del tedesco Michael Bauer che lavora ai confini tra astrazione e figurazione mentre Richard Saltoun Gallery (Londra, Roma, New York) esplora la relazione tra natura ed estetiche ipermoderne con il lavoro di Gino Marotta a cavallo tra arte e design. Infine, da Klemm’s (Berlino) la critica acuta del tedesco Jonas Roßmeißl esamina le condizioni sociali odierne, mettendo in discussione concetti come la sfera pubblica, l'identità e l'intimità, e analizzando come questi possano essere rappresentati.
Le sezioni curate di miart 2025 concorrono alla creazione di una piattaforma capace di mostrare una molteplicità di voci e realtà in continua mutazione. Da una parte Emergent attraverso la ricerca offre uno sguardo attento sul presente, dall’altra parte Portal attraverso la critica della storia dell'arte e le associazioni di poetiche e soggettività diverse cerca di offrire una visione più ricca e sfumata sia del passato che del presente, mentre immagina e inizia a costruire molteplici futuri.
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