mercoledì 13 novembre 2024

UNA VENDEMMIA RICCA DI SORPRESE

 La 2024 sarà ricordata come un’annata dalle caratteristiche uniche. Una vendemmia lunga, che ha richiesto molto impegno, con forti differenze tra Nord e Sud e un andamento della maturazione in molti casi fuori dal comune. È questo il bilancio dell’enologo Graziana Grassini. << In tutta la mia esperienza, è il primo anno che si verifica una situazione perfetta, ovvero la maturazione fenolica è arrivata prima di quella tecnologica. Questo si è tradotto in uve equilibrate, con profumi intensi, tannini dolci e gradazioni di zuccheri non troppo elevate>>. Un andamento che contrasta con quanto riscontrato negli ultimi anni, quando la sfida maggiore per i viticoltori è stata vendemmiare prima della riduzione repentina dell’acidità, a causa di una maturazione tecnologica spesso accelerata dalle alte temperature. Le caratteristiche del 2024 presentano un ottimo presupposto per ottenere vini freschi ed eleganti, con una buona complessità olfattiva. Dopo i picchi di caldo a luglio, che avevano destato qualche preoccupazione, le temperature si sono abbassate e la maturazione è avvenuta in modo lento e graduale. 

Nord, Centro e Sud hanno presentato alcune differenze. Al Nord le piogge e qualche evento grandinigeno hanno ridotto la quantità di uva ma, in corrispondenza dell’ultima fase della maturazione, le temperature si sono abbassate e non ci sono stati problemi sanitari, dando così uve sane e concentrate.  Al Centro la vendemmia è stata molto lunga e graduale e al Sud, in particolare in Sicilia, la siccità è stata ben sopportata nelle aree di “altura”, come ad esempio a Santa Cristina Gela.

In generale, si prospetta un’annata particolarmente interessante per i rossi, che, avranno più eleganza che opulenza, in linea con le richieste del mercato moderno.   L’andamento così diverso a seconda delle aree d’Italia conferma ancora una volta come a fare la differenza sia la capacità dell’uomo di interpretare la situazione, avvalendosi anche della tecnologica. È l’era dell’“Umanesimo Digitale”



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