martedì 17 settembre 2024

La scuola friulana dei muri a secco

 


Cantiere del paesaggio 2024 ad Artegna (foto di Graziano Soravito)

Si è da poco conclusa ad Artegna sul Colle di San Martino l’edizione 2024 dei “cantieri del paesaggio”, corsi di formazione finalizzati al recupero dei muri in pietra a secco e alla conservazione del paesaggio rurale. Si tratta di veri e propri cantieri scuola aperti al pubblico che hanno l’obiettivo di mantenere vivo un mestiere tradizionale a rischio di estinzione. Avviati nel 2015 su iniziativa dell’Ecomuseo in collaborazione con le amministrazioni comunali, nel corso dei primi dieci anni i cantieri sono stati oltre 20, con la partecipazione di circa 200 persone, coinvolgendo i territori di ArtegnaMajano e Montenars. Si svolgono nell’arco di due settimane, vi partecipano liberi professionisti, muratori, giardinieri, dipendenti di cooperative forestali e imprese artigiane. In questi anni numerosi sono stati i riconoscimenti, l’ultimo da parte della Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi (CIPRA) nell’ambito del progetto “Pietre Preziose”.

Muri e aree terrazzate rappresentano un grande patrimonio comunitario che merita di essere conosciuto, preservato e soprattutto valorizzato, perché mantiene funzioni e valori di tipo ambientale, paesaggistico, sociale, culturale e pure economico. Nel Gemonese, i rilievi prealpini che si elevano ai margini della pianura costituiscono un contesto privilegiato in cui i ripiani ricavati dai pendii e sostenuti dai muri di contenimento sono la testimonianza storica di un’agricoltura di sussistenza. Il progressivo degrado a cui sono sottoposte le opere murarie realizzate a secco, a causa dall’abbandono e della scarsa manutenzione, ha indotto l’Ecomuseo ad agire garantendo il trasferimento delle competenze acquisite dagli ultimi artigiani della pietra: la tecnica antica di cui fanno uso è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio mondiale immateriale.

«Questa strada per cui camminiamo con questo selciato sconnesso e antico, non è niente, non è quasi niente, è un’umile cosa. Non si può neppure confrontare con certe opere d’arte, d’autore, stupende, della tradizione italiana, eppure io penso che questa stradina da niente, così umile, sia da difendere con lo stesso accanimento, con la stessa buona volontà, con lo stesso rigore con cui si difende un’opera d’arte di un grande autore» (Pier Paolo Pasolini, “La forma della città”, 1974).

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