Il terroir è di qualità, i profumi nel bicchiere riflettono il territorio. I vini di Carmignano, prodotti sulle colline toscane, nel cuore della provincia di Prato, sono eleganti, complessi, longevi e apprezzati nel mondo perché nascono dalla perfetta combinazione tra suolo, clima e tecniche di coltivazione, rispettose delle tradizioni e con il plus dell’innovazione e della sostenibilità.
A Carmignano ci sono tutte le condizioni per la giusta maturazione delle uve: il territorio di vigneti secolari e cantine prestigiose è conosciuto fin dall’epoca etrusca e romana per la vinificazione, un’arte che si tramanda di generazione in generazione. Un luogo che piace agli appassionati del buon bere, per vivere un’esperienza tra etichette di qualità, guidati nelle degustazioni in cantina, e per scoprire come i vini possano esaltare al meglio le specialità della cucina locale.
LA STORIA DEL CARMIGNANO: DAGLI ETRUSCHI ALLA DOCG DEGLI ANNI ‘90
Furono gli Etruschi a introdurre a Carmignano la coltivazione della vite per il terreno fertile; i Romani proseguirono nello sviluppo delle tecniche agricole e nella diffusione della viticoltura. Risale al 1716 il bando del Granduca Cosimo III de' Medici che definì le zone di produzione dei vini di qualità in Toscana, includendo Carmignano. Fu uno dei primi esempi di regolamentazione vinicola, una sorta di DOC ante litteram. La famiglia Medici portò dalla Francia vitigni internazionali, come il Cabernet Sauvignon, per arricchire il patrimonio viticolo locale. Cosimo III dettò le regole di vendemmia, la denuncia delle uve, la repressione delle frodi e fissò i confini della zona di produzione e le modalità di commercio. Compito che oggi svolge il Consorzio di tutela dei vini di Carmignano, di cui fanno parte 10 produttori. Nel 1975, il vino di Carmignano ottenne la Denominazione di Origine Controllata (DOC), e nel 1990 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), il più alto riconoscimento di qualità dei vini italiani.
Oggi il Carmignano è una delle undici DOCG della Toscana, tra le più piccole in Italia, con circa 200 ettari di vigneto, una produzione che per la provincia di Prato è un patrimonio inestimabile. La DOCG di Carmignano si estende nei comuni di Carmignano e Poggio a Caiano, all’estremità nordorientale della Toscana. La vicinanza all’Appennino Tosco-Emiliano spiega la particolarità del suo clima: l’altitudine non troppo elevata (circa 200 metri sul livello del mare) in estate dà giornate calde, seguite generalmente da notti rinfrescate dai venti che scendono dall’Appennino. Per questo la maturazione è buona, generalmente anticipata di una o due settimane rispetto ad altre zone viticole toscane. Il Montalbano difende il territorio dai temporali e dai venti marini. Il lungo periodo vegetativo, le elevate escursioni termiche, la ventilazione dei pendii, le precipitazioni ben distribuite anche nel periodo estivo, hanno permesso di perfezionare, nel corso dei secoli, una serie di pratiche agronomiche ed enologiche per la produzione di un vino rosso da invecchiamento strutturato e al tempo stesso elegante ed armonico con un bouquet fine ed intenso. I suoli a libero drenaggio, senza intasamenti o stagnazione di acqua nel profilo, sono ben areati, caldi e permettono una buona ripresa vegetativa in primavera.
I vitigni combinano varietà autoctone internazionali. Il principale è il Sangiovese, che dà ai vini struttura, freschezza e aromi di frutti rossi e spezie. Poi ci sono il Cabernet Sauvignon e il Cabernet Franc, introdotti dai Medici, che regalano complessità aromatica, note di frutti neri, spezie e una capacità di invecchiamento. Il Canaiolo Nero aggiunge morbidezza ed eleganza, con delicati profumi floreali; il Merlot morbido ricco di aromi, rende i vini più vellutati e piacevoli. Gli aromi sono intensi e l’acidità è buona, caratteristiche che danno a questi vini grande complessità e struttura. Le tecniche agricole di produzione sono rispettose dell’ambiente e preservano la biodiversità e la salute del suolo. Molto coltivazioni sono biologiche e biodinamiche, e utilizzano preparati naturali, rispettando dei cicli lunari per le operazioni in vigna.
Il 40% della produzione è commercializzato sul mercato italiano. Il Carmignano viene esportato in Francia, Svizzera, Inghilterra, Austria, Belgio, Olanda, Lussemburgo e, con ottimi risultati, in Svezia e Norvegia. Oltre oceano si esporta negli Stati Uniti, in Canada, Brasile e Messico. Interessante, negli ultimi anni, lo sviluppo del mercato cinese e giapponese, favorito dal turismo enogastronomico in Toscana.
Il Carmignano DOCG ha un colore rubino vivace, intenso, tendente al granato con l’invecchiamento e un odore vinoso con profumo intenso, anche di mammola, e con pronunciato carattere di finezza per l’invecchiamento. Il sapore è asciutto, sapido, pieno, armonico, morbido e vellutato. L’invecchiamento si fa in botti di rovere e/o di castagno, rispettivamente per almeno otto mesi per il Carmignano e per almeno dodici mesi per il Carmignano Riserva DOCG. Il Carmignano DOCG necessita di due anni di invecchiamento, le riserve richiedono almeno tre anni, di cui due sempre in botte.
LE DOC DEL CARMIGNANO: BARCO REALE, BARCO REALE ROSATO E VIN SANTO DI CARMIGNANO
Barco Reale di Carmignano
È la versione giovane del Carmignano, del quale ha lo stesso uvaggio. Il nome Barco Reale è quello dell'antica grande proprietà Medicea che, delimitata da un muro di oltre 30 miglia di lunghezza, racchiudeva non solo la riserva di caccia dei Granduchi, ma anche la zona della prima DOC del 1716. L’uvaggio è lo stesso del Carmignano, ma questo vino, oltre a provenire solitamente da vigne più giovani, ha dei tempi di invecchiamento inferiori, sia in legno che in bottiglia. Il Barco Reale nasce nel 1984 e ottiene la DOC nel 1994.
Barco Reale di Carmignano Rosato (conosciuto come Vin Ruspo)
Il Vin Ruspo, Barco Reale di Carmignano Rosato DOC, è la vinificazione rosè delle stesse uve del Carmignano (principalmente Sangiovese e Cabernet). Nei secoli della mezzadria i contadini trasportavano sui carri l’uva ammostata nei tinelli. Prima di portarla alla fattoria, dopo una sosta notturna sull’aia, spillavano (ruspavano) una o due damigiane di mosto vergine. Il mosto fermentava nelle damigiane, dando origine a un vino fresco e piacevole, che veniva tradizionalmente bevuto durante la battitura. Identica la tecnica che si segue oggi, anche se invece che nelle cantine dei mezzadri si opera in quelle delle fattorie. Appena poche ore dopo la vendemmia, o al massimo il giorno successivo, il 5-10% del mosto viene spillato dal fondo dei tini che daranno poi vita al Carmignano. Una volta chiarificato, nel giro di uno o due giorni, viene travasato in un altro recipiente per la fermentazione.
Vin Santo di Carmignano
Vino dolce che si accompagna a fine pasto ai dolci in genere, è anche e soprattutto un vino da meditazione. Il Vin Santo esiste nelle due versioni Vin Santo da uve bianche, e Vin Santo “Occhio di pernice” da uve a bacca rossa, prevalentemente Sangiovese (minimo 50%). Il Vin Santo di Carmignano è composto in massima parte dalla varietà Trebbiano, ma ha un forte apporto aromatico e qualitativo dall’impiego della Colombana o San Colombano: al momento della vendemmia vengono scelte le uve migliori, i cui grappoli, deposti su uno strato di foglie e trasportati in cassette di legno, vengono lasciati appassire su castelli e graticci di canna in grandi stanze ventilate. Qui rimangono dai quattro ai sei mesi: durante questo periodo si aprono le finestre ai venti asciutti del nord; si chiudono e si brucia un po' di zolfo quando imperversa lo scirocco. Tra gennaio e febbraio, i chicchi sani vengono diraspati e pigiati e il liquido ottenuto è messo in caratelli di modesta capacità, 100 litri circa. Qui, in ambienti di solito sotto tetto (in modo che il mosto possa sentire gli sbalzi termici del cambiamento delle stagioni), il vino è lasciato invecchiare per oltre tre anni (con quattro ha diritto alla menzione “Riserva”), senza travasi o colmature sul suo deposito, sotto una pellicola naturale che lo protegge da un’eccessiva ossidazione nel caratello scolmo. La resa è bassissima: solo il 20% del peso originale dell'uva.
Info Consorzio di tutela dei vini di Carmignano www.consorziovinicarmignano.it
LE FESTE PER SCOPRIRE CAMIGNANO E I VINI DEL PRATESE
La Festa di San Michele a Carmignano: il Palio dei ciuchi e sfilata dei carri per celebrare il patrono
Per scoprire Carmignano e per chi ama le tradizioni popolari ad agosto in autunno la Festa di San Michele, in onore del santo patrono, in programma dal 27 al 29 settembre. Le origini di questo evento sono legate alle popolazioni longobarde che si stabilirono nella zona intorno al 1100. Dal 1932 per la Festa di San Michele le quattro contrade gareggiano per il Palio storico; protagonisti sono i ciuchi, montati a pelo. Culmine delle celebrazioni sono la sfilata dei carri allegorici dei rioni e il Palio dei Ciuchi che si trasforma in spettacolo teatrale in strada animato dai figuranti (info evento: www.festadisanmichele.it).
La festa del vino: alla Villa Medicea di Poggio a Caiano si ricorda l’Assedio alla villa
Un altro appuntamento dedicato al vino si tiene a Poggio a Caiano il 13, 14 e 15 settembre: si tratta dell’Assedio alla Villa, la festa del vino che si svolge negli spazi della splendida Villa Medicea di Poggio a Caiano. Nata per ricordare l’evento dell'8 dicembre 1565, quando l'Arciduchessa Giovanna d'Asburgo, figlia dell'Imperatore Ferdinando I, fece tappa a Poggio a Caiano prima di recarsi a Firenze per sposare Francesco I de' Medici. Il popolo la accolse con entusiasmo, in un vero e proprio "assedio” di benvenuto che colpì la nobildonna tanto da ordinare di far scorrere il vino dalla fontana del Mascherone, nel centro del paese. Nel secolo scorso, il vino fu fatto scorrere dalla fontana per celebrare la fine della Seconda Guerra Mondiale, ma è dal 1984 che questa tradizione è diventata la base della festa rinascimentale, con ricostruzioni storiche del banchetto nuziale in Villa, giochi, figuranti spettacoli, visite tematiche e il mercato di arti e mestieri (info evento: www.assedioallavilla.com).
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