Anche per questa edizione di “We Will Design”, il primo piano di BASE ospiterà Exhibit, una grande mostra che raccoglie i lavori di designer emergenti, studi di progettazione, accademie e università, diventando luogo di ricerca e sperimentazione con uno sguardo rivolto alle nuove prospettive del design. Ci saranno progetti a cura di importanti realtà internazionali, quali Tech Monterrey Mexico City, The Swedish school of textiles - University of Borås con una mostra incentrata sull’innovazione tessile che presenta una serie di manufatti realizzati da nuova generazione di designer pronti a sfidare l'esistente, proponendo nuove visioni di prodotto filtrate dai progressi dei materiali tessili, il network IED che presenta al pubblico “Absolute Beginners”, un lavoro inedito e collettivo dei suoi designer, dedicato a dieci icone femminili del passato e del presente, nato per dare voce all’interpretazione e al linguaggio delle nuove generazioni, insieme ad un gruppo indipendente di studenti laureati alla Royal College of Art di Londra che raccontano i loro ultimi progetti all’interno della mostra "Support Systems". A questi si affiancheranno i lavori proposti da alcuni fra i più prestigiosi centri di formazione italiani, come RUFA - Rome University of Fine Arts, il NID - Nuovo Istituto di Design di Perugia che propone “Deruta Revolution” un progetto - a cura degli studenti del corso di Product Design condotto da Sara Ricciardi - che fonda le sue radici nel territorio umbro e che propone la rivisitazione dell’Alberello, un contenitore usato in passato, per conservare spezie e medicinali nelle antiche farmacie e Analogique che, in collaborazione con l’Accademia di Design e Arti Visive Abadir di Catania, presenta il progetto W.E.L.(L)! - Work, Enjoy, Live, Love -, una sorta di contenitore di argomenti, eventi ed azioni possibili per ripensare le sfere della nostra vita in funzione di quattro coordinate che abbracciano l’intero corso delle nostre esistenze. Numerosi anche i designer italiani e internazionali che espongono i loro progetti e installazioni nei grandi spazi di BASE: Anna Baldocchi propone “Malerba”, un "atlante umano" in forma di documentario che traccia i confini linguistici e le divisioni culturali dell'Italia; la social designer Francesca Tambussi presenta “Hyperburgers”, un supermercato innovativo interamente gestito dai consumatori; in “Pantha Rei” l’artista e designer indipendente Eun Hi Kyoung esplora invece alcuni concetti della tradizione culturale coreana e la tecnica del macramè, dando nuova vita a materiali di scarto come le ceramiche acquistate in un negozio dell’usato; IPER-collettivo presenta due installazioni “Plastic Landscape”, un dispositivo tattico che parla di riciclo e invita a pensare a nuovi usi degli spazi e “Micromegàsuoni”, installazione site-specific che instaura un dialogo tra paesaggio urbano e naturale, prodotta da NAM-Not A Museum, il programma di arte contemporanea di Manifattura Tabacchi, nel contesto della prima edizione di residenze d’artista SUPERBLAST; Henry Matthieu presenta il progetto “Human Mould” che, attraverso la sedia, riflette sulla relazione tra oggetto, creatore e utente; Valentine Maurice analizza l'insonnia come fenomeno contemporaneo dal punto di vista della generazione Z con “The Paradoxical Screen”; “Games we’ll never play” dei designer italiani Giulio Bordonaro e Nicoletta Gomboli è invece una ludoteca nell’epoca delle macchine intelligenti; il media artist e interaction designer Adarsh Nellore presenta due progetti dedicati all'intersezione tra media digitali, tecnologia e scultura per riflettere sulla relazione tra l'evoluzione umana e l'evoluzione dell'intelligenza non umana; il designer olandese Kim van den Belt presenta “Kaia”, progetto che sviluppa nuovi filtri sostenibili per la CO2 realizzati con le alghe, e “The Lighthouse”, un innovativo bioreattore a cianobatteri realizzato in collaborazione con lo studio 4F.STUDIO (collective from Joshua Kelly, Steven Wobbes and Kim van den Belt); Johanna Reymann con il progetto “Left Behind” propone una riflessione sulla quantità di rifiuti generati dai processi produttivi di semplici oggetti, come i tradizionali zoccoli olandesi; in “Playfulness” la giovane designer tedesca Sophia Schullan raccoglie una serie di installazioni giocose per trasformare banali routine quotidiane e oggetti domestici ordinari in nuove fonti di ispirazione e creatività; in “Mitosis” il designer francese Thibault Dupille dà nuova vita a oggetti fisicamente danneggiati con l’aiuto di una stampante 3D, ispirandosi alla natura dove alcune specie sono in grado di rigenerare autonomamente parti del corpo. “The future is in the making” è invece la mostra collettiva a cura della Romanian Design Week - con i progetti di Co Laboratory, Megan Dominescu, Radu Abraham, Simina Filat, UAU Ceramics - incentrata sui processi sostenibili e sulla concezione del design, a partire dalle attuali problematiche sociali e ambientali. Bolaero presenta “Bolaero 0.1”, la sua prima collezione disegnata da Tommaso Mirabella Roberti che propone una linea di mobili leggeri, flessibili e sostenibili, costituiti da singole parti gonfiabili che possono essere assemblate in diverse configurazioni adattandosi alle esigenze dell'utente e a un ambiente in continua evoluzione. Studio Formosa propone al pubblico “Supernatural Collection”, una serie di candelieri caratterizzati da una natura a metà tra il fisico ed il digitale. La forma degli artefatti, creata da un algoritmo generativo che simula il modello di crescita di elementi naturali come coralli e radici, viene materializzata attraverso una tecnica di stampa 3D. Ad ogni pezzo fisico è associato un certificato digitale registrato su blockchain (NFT), che garantisce l'unicità e l'autenticità dell'oggetto. “Sound of touch” è invece il progetto a cura dell’artista designer Edern Janneau: una serie di piccoli strumenti amplificati insieme a sintetizzatori danno vita ad un’orchestra che combina insieme le diverse potenzialità dei suoni naturali e digitali in relazione all’ambiente che li circonda.
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