Un’estate calda, ma sotto la media degli ultimi 30 anni, con punte di siccità, un fine stagione più fresco: il 2021 si prospetta un’annata di grande equilibrio
Nelle vigne della tenuta di Quattro Castella, in provincia di Reggio Emilia, dolcemente adagiata sulle colline matildiche, la vendemmia ha preso il via il 15 di agosto, nel cuore dell’estate. “Abbiamo iniziato con i vitigni internazionali e le uve bianche”, spiega Julia Prestia, dal 2015 alla guida della cantina. “Pinot nero, Chardonnay, Malvasia e Spergola”, puntualizza. Mentre dopo una breve pausa, la cantina si è dedicata al Malbo Gentile e infine ai Lambruschi.
Come tutti gli anni climaticamente altalenanti e quindi po’ difficili, la resa si prospetta ridotta in termini di quantità, ma “auspicabilmente di miglior qualità”. A colpire la resa soprattutto l’impatto della gelata di aprile. “Ma la posizione sulle colline ha ridotto il danno, proteggendoci in parte”, spiega Julia. Ma non è tutto. “Per noi è fondamentale un approccio fortemente indirizzato alla sostenibilità e al biologico”, afferma Julia. “È in questa direzione che si deve muovere il nostro lavoro vitivinicolo. Il nostro impegno è quello di mettere in atto tutto quello che è fattibile in vigna e in cantina per combattere il climate change: adottare le misure più adatte per valorizzare il territorio e i suoi frutti, lavorare in modo più consapevole per affrontare le problematiche che inevitabilmente incontriamo”. Solo uno sguardo responsabile verso il futuro può permettere di affrontare la vendemmia con maggiore sicurezza su cosa aspettarsi.
Venturini Baldini è una storica tenuta, nel cuore delle terre di matidilche, in provincia di Reggio Emilia, che ospita oltre alla Cantina, un relais appena ristrutturato di 12 stanze, una villa del XVIII secolo e un’acetaia del ‘700, tra le più antiche della provincia di Reggio Emilia. La Tenuta – risalente al 18esimo secolo – è dal 2015 proprietà della famiglia Prestia che hanno dato vita a un progetto di rilancio dell’intera struttura con l’obiettivo di una sempre maggiore valorizzazione del territorio e del suo vino più rinomato, il Lambrusco. Centotrenta gli ettari, 32 vitati, dolcemente adagiati su una zona collinare con un’altezza tra i 300 e i 400 metri sopra il livello del mare, dove la terra mischia elegantemente argilla e sabbia.
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