18 Giugno 2018_Esistono
storie che avanzano a passo d’uomo, risalgono la superficie della
memoria per emergere in un paesaggio che porta ancora i segni del
passato: trincee, fortini diroccati, camminamenti. Camminare lungo gli itinerari della Grande Guerra in Val di Sole significa
viaggiare nel tempo, “dentro” un museo all’aperto. E scoprire come una
generazione di giovani affrontò due nemici: uno portava “la divisa di un
altro colore”, come cantava De André ne “La Guerra di Piero”, l’altro,
altrettanto temuto, era composto di neve, roccia impervia, condizioni
climatiche estreme.
Ad
un secolo dalla fine della Guerra Bianca, come venne chiamata a queste
latitudini – e soprattutto altitudini – la Val di Sole conserva un’eredità affascinante di pietra e cemento:
le trincee, i forti austroungarici, restaurati e visitabili, e anche i
musei che questa storia raccontano a partire da cimeli e installazioni
multimediali. Un patrimonio da esplorare lentamente, seguendo i percorsi
che oggi uniscono queste diverse testimonianze.
L’itinerario “Sulle tracce della Grande Guerra” si sviluppa intorno a tre punti focali. Prima tappa, il Museo della Guerra Bianca di Vermiglio,
che contiene un ricco allestimento di reperti e cimeli rari e di grande
valore storico, una collezione avviata da Emilio Serra, che oggi comprende un nuovo allestimento dedicato al fronte del Tonale. Seconda tappa: Forte Strino,
situato in posizione strategica, lungo la strada che sale da Vermiglio
verso Passo Tonale. Un ambiente carico di fascino, incastonato in un
paesaggio di grande bellezza, che racchiude esposizioni belliche e
sezioni interattive. Infine, la Galleria Paradiso, una caverna scavata nel granito che fungeva da ricovero per i soldati. Oggi ospita vari reperti bellici in esposizione, uno specchietto ricco di
informazioni per orientarsi nella storia e un suggestivo tappeto sonoro “Suoni e voci della Guerra Bianca”.
Una delle testimonianze più incredibili del primo conflitto mondiale si trova a Punta Linke,
a 3.632 m di altitudine: qui, dove era situata una delle postazioni
austro-ungariche più strategiche durante il conflitto, è stato
inaugurato, qualche anno fa, un museo. Il clima estremo, il ghiaccio e
la neve hanno permesso di conservare il particolare sito in
condizioni eccezionali: un gran numero di reperti, cimeli, ricordi si
trovano esattamente nell’ambiente dove sono stati fisicamente
abbandonati un secolo fa, e perciò l’impatto emotivo dell’allestimento è
ancora maggiore.
Di grande interesse anche il Museo della Guerra Bianca di Pejo,
che si propone di far rivivere il quotidiano dei soldati al fronte e
della popolazione della vallata. Tra i reperti e le ricostruzioni più
interessanti, una cucina da campo, un carrello originale recuperato a
Punta Linke, una baracca utilizzata come avamposto medico e un
tabernacolo con altare trasportabile, adattato alla vita da trincea.
Infine, chi vuole unire il percorso storico al fascino di una ferrata impegnativa con una vista superba, può provare il Sentiero dei Fiori.
Arrivati al Rifugio Capanna Presena si sale lungo questo itinerario
complesso, con ben 4 passaggi in cresta, che si sviluppa lungo le
vecchie trincee, con tratti attrezzati, cavi d’acciaio e ponti sospesi.
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