Ultimi giorni per visitare l’esposizione Tra Guercino e De Nittis. Due collezioni si incontrano a Casa
 De Rodis a Domossola, dal 2014 sede espositiva della Collezione Poscio.
 Non solo una mostra, ma un progetto di ampio respiro finalizzato a 
contribuire al restauro del patrimonio artistico marchigiano, seriamente
 compromesso dagli eventi sismici che hanno colpito la regione 
dall’agosto 2016.
L’esposizione,
 realizzata in collaborazione con la Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno,
 racconta la storia di due collezionisti, Antonio Ceci (1852-1920) e 
Alessandro Poscio (1928-2013): chirurgo marchigiano di adozione pisana il primo, imprenditore piemontese con la passione per la pittura il secondo. Per
 la prima volta un nucleo di opere delle loro collezioni vengono messe a
 confronto, evidenziando accostamenti e suggestioni inaspettati ma 
profondamente in sintonia. Seppur lontani geograficamente, 
Antonio e Alessandro si rivelano due uomini dinamici che vivono il loro 
tempo sognando a occhi aperti davanti all’incanto dell’arte tra disegni e
 dipinti.
In
 mostra sono svelati i segreti e le passioni di entrambi i collezionisti
 che riflettono comuni interessi artistici: dai ritratti ai paesaggi, da
 vedute che inquadrano la natura a stretto contatto con l’uomo, a 
sguardi che comunicano i misteri e i fascini di storie lontane, quanto 
vicine. Da Ascoli Piceno arrivano a Domodossola, tra gli altri, un 
gruppo prezioso di disegni di artisti quali Pietro da Cortona, Guercino, Luca Giordano e Domenico Morelli, ma anche tele affascinanti quali i suggestivi paesaggi ad olio di Alessandro Magnasco e Francesco Zuccarelli, la sublime Passeggiata amorosa di Pelizza da Volpedo, l’incantevole Pax di Luigi Nono. Della collezione Poscio invece si possono ammirare il luminoso Sole d’ottobre di Carlo Fornara, Veduta delle Alpi Lepontine di Giovanni Battista Ciolina, la realistica quanto magica Stradina a Settignano di Telemaco Signorini, due romantici e intensi paesaggi di Antonio Fontanesi e una fitta Querceta di Giovanni Fattori.
Tra Guercino e De Nittis. Due collezioni si incontrano è anche l’occasione per studiare opere ancora inedite e mai presentate al grande pubblico,
 come nel caso del San Gerolamo, attribuito al pittore caravaggesco 
Lionello Spada o alla deliziosa Vergine in preghiera, un piccolo rametto
 che appartiene al giovane Sassoferrato.
Il catalogo,
 edito da Cattaneo Editore, presenta contributi di importanti studiosi, 
come Annie-Paule Quinsac, Carlo Sisi, Fernando Mazzocca, Cinzia Virno, 
Maria Silvia Proni, Dario Gnemmi e i curatori della mostra e sarà oggetto di una raccolta fondi che contribuirà al restauro di un capolavoro dell’arte marchigiana compromesso dal sisma, ovvero la Madonna in trono fra i santi Sebastiano e Caterina d’Alessandria, una tavola del pittore austriaco Pietro Alamanno,
 attivo ad Ascoli Piceno nella seconda metà del XV secolo. La pala 
d’altare proviene dalla distrutta chiesa di San Silvestro ai Sassi, una 
suggestiva località montana del comune di Ascoli Piceno.
“L'espressione
 ‘appassionata incompetenza’, apparentemente contraddittoria, 
orgogliosamente modesta, commercialmente inefficace nell'attestare una 
mancanza di sapere, è il cuore della collezione iniziata da mio marito e
 da me profondamente condivisa.” – racconta Paola Poscio – “Passione
 che coinvolge e sorprende anima e cuore...incompetente perché la scelta
 delle opere avviene fuori da ogni schema accademico, quasi per 
un'istintiva folgorazione, per la forza e l'intensità dell'emozione che 
suscita. È una raccolta di opere che - nel corso di oltre 50 anni - 
attraversa con disinvoltura epoche, linguaggi, stili diversi, ognuna 
episodio di un’avventura fatta di incontri, occasioni fortunate, 
rivelazioni e innamoramenti, diventando una sorta di diario”.
La mostra è anche una bella occasione per scoprire Casa De Rodis,
 luogo in cui una parte della collezione Poscio è esposta. Palazzetto di
 origine medioevale in Piazza Mercato, un tempo dimora della famiglia De
 Rodis, di antica nobiltà antigoriana. L’antica dimora è stata oggetto 
di un’attenta ristrutturazione che da una parte ha recuperato tutti gli 
elementi storico-architettonici e dall’altra ha saputo reinterpretare in
 chiave moderna le caratteristiche dell’edificio e la sua storia.
Dal centro storico di Domodossola inoltre è possibile avventurarsi alla scoperta della cosiddetta Valle dei Pittori,
 la Val Vigezzo, conosciuta per la storica presenza di paesaggisti e 
ritrattisti, alcuni dei quali esposti in mostra, come Lorenzo Peretti 
Junior, Carlo Fornara e Giovanni Battista Ciolina. La valle si snoda da 
Domodossola fino al confine svizzero, verso Locarno, attraverso un 
suggestivo tragitto percorribile anche con il trenino panoramico della 
“Vigezzina”.

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