sabato 2 marzo 2013

Massimo Cavallin interviene sul Parco di Informazione del Montello








Il Parco dell’Informazione del Montello, del Grappa, dell’Asolano“ – osserva Massimo Cavallin, titolare dell'omonima Tabaccheria in Montebelluna -, era stato presentato nel giugno 2005 a Paderno del Grappa dal Cenacolo del Montello, che mira a valorizzare e a promuovere la conoscenza di territori che solitamente non conoscono le prime pagine dei giornali ma che si presentano come importanti bacini di prodotti enogastronomici, di cultura, di storia, di valori ambientali.La salvaguardia delle culture locali in tutte le loro espressioni passa anche attraverso progetti comuni di valorizzazione del territorio. E’ il caso del Parco che interessa la zona del Montello, del Grappa dell’Asolano (divisa tra diverse province e diverse comunità montane). Il Parco voleva rappresentare un coordinamento informativo come progetto e iniziativa permanente,per stimolare la comunicazione e l’informazione oltre i confini locali e regionali, collaborando all’integrazione delle iniziative fra polo pubblico e privato.Il progetto rinvia ad una constatazione semplicissima: ogni territorio parla più linguaggi, si esprime secondo diversi “registri”. Si può vivere un luogo dal punto di vista ambientale e paesaggistico, dal punto di vista artistico o da quello enogastronomico. Per valorizzarlo e farlo conoscere occorre però che ogni azione sia collocata in un continuum logico e organizzato. Questo continuum rappresenta il piano di comunicazione come progetto culturale, come azione sistematica e ragionata. Il Parco d’Informazione doveva nascere come associazione no profit aperta alla partecipazione di amministratori e amministrazioni pubbliche, aziende e imprenditori, uomini di cultura, rappresentanti di associazioni del territorio interessato. Il Parco non doveva sviluppare iniziative autonome dal punto di vista culturale, ma doveva funzionare come una struttura di servizio, ricerca e documentazione del territorio di pertinenza, al fine di comunicare dentro e fuori la propria zona, secondo un piano di comunicazione continuativo e sistematico. Di quella iniziativa ricordo l’impegno di molte associazioni in diverse occasioni. Nulla di più”.



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