mercoledì 18 giugno 2025

Due nuovi panettoni estivi per Pisti dedicati ai tropici

 




Lestivo Fotónico

Questa proposta presenta tra gli ingredienti principali: farina di frumento, burro, albicocche candite (15%) e ananas candito (10%), entrambi tagliati a cubetti e dolcificati con zucchero e sciroppo, zucchero, tuorli d’uovo, lievito naturale, un po’ di latte in polvere, miele, aromi naturali e un pizzico di sale. La copertura è fatta con una glassa dolce a base di zucchero, albume d’uovo in polvere, mandorle, olio di palma e proteine del latte. Sopra c’è il 3% di pistacchio e una spolverata di zucchero in granella che rende tutto più croccante e gustoso. Il panettone è confezionato a mano in pezzatura da 750 g.

Lestivo Fotónico Magico

Questa versione contiene farina di frumento, burro, zucchero, lievito naturale (farina di frumento e acqua), tuorlo d’uovo, emulsionanti (mono e digliceridi degli acidi grassi), burro di cacao. Contiene inoltre ananas candito (3%) a cubetti, pesca candita (3%), albicocca candita (3%) e frutti di bosco canditi (3%) – fragole, mirtilli e more – tutti dolcificati e acidificati naturalmente. Completano la ricetta sciroppo di glucosio, latte scremato in polvere, miele, aromi naturali e un pizzico di sale. La superficie è ricoperta da una glassa dolce a base di zucchero, farina di riso, farina di mandorle, amido di mais e aromi naturali, arricchita con il 3% di pistacchio e una spolverata di zucchero in granella per una piacevole croccantezza. Può contenere tracce di nocciole, soia, senape e lupini. il formato è un panettone da 750 g confezionato a mano con cura artigianale.

Pasticceria Pisti

Pistì è una rinomata pasticceria artigianale siciliana nata a Bronte, celebre per l’uso del pistacchio verde di Bronte DOP. Fondata nel 2001, unisce tradizione e innovazione nella produzione di dolci tipici come panettoni, creme e torroni. I suoi prodotti, realizzati con ingredienti naturali e lavorazioni lente, rappresentano l’eccellenza della pasticceria italiana. 

APPUNTAMENTO IN TERRAZZA: L’ESTATE AL GELLIVS GIOCA SU ECCELLENZE, MIXOLOGY E ABBINAMENTI ORIGINALI

 



Cocktail creativi, ospiti del mondo food&beverage e tapas stuzzicanti: a Oderzo da giugno va in scena Explore, il format di eventi dedicato alla mixology
 
A Oderzo (Treviso) Terrazza Gellivs, lounge bar dell'omonimo ristorante stellato, dà il benvenuto all’estate con un format di eventi che coniuga l’arte della mixology a una cucina ricercata e mai banale. Dal mese di giugno con Explore in scena ogni due giovedì un parterre di ospiti da non perdere, tra mixologist di talento e aziende del settore beverage: un’opportunità per scoprire proposte insolite e affascinanti, che stimolano la curiosità e l’interesse degli amanti del buon bere. Ogni serata dà spazio alla creatività regalando al pubblico una selezione di piatti e cocktail in edizione limitata, appositamente studiati per l’occasione.
 
Il prossimo appuntamento per provare l’accoglienza unica di Terrazza Gellivs è Patanegra Mi Amor, in programma giovedì 19 giugno dalle ore 18.00. Una serata completamente dedicata a un’eccellenza come il pregiato jamón ibérico Patanegra: l’ospite dell’evento sarà Juan Pedro Domecq, storica azienda spagnola che dal 1730 è nota per la qualità dei suoi prosciutti.
 
“Per la bella stagione abbiamo deciso di puntare su eventi capaci di unire anime e pubblici diversi: esperienze fatte di incontri, abbinamenti originali e sapori inattesi – spiega lo chef Alessandro Breda –. La nostra Terrazza nasce infatti per accogliere gli ospiti in un contesto amichevole e rilassato, dove ogni serata è un’occasione per scoprire gusti particolari, specialità e tradizioni di territori nazionali e internazionali”.
 
Inaugurata a luglio 2024, Terrazza Gellivs è il luogo ideale per trascorrere momenti di convivialità e svago, in un ambiente fresco, informale e dinamico. Situata nel centro storico di Oderzo, si affaccia sulla piazza principale della cittadina, Piazza Grande, offrendo una vista privilegiata sulle architetture storiche del Duomo e di Palazzo Saccomani. Aperta tutto l’anno, accoglie ospiti con una raffinata selezione di cocktail e piatti elaborati dalla cucina del ristorante Gellivs.
 
Per informazioni e prenotazioni è possibile scrivere a info@gellivs.it, contattare il numero 0422 713577 o consultare il sito www.gellivs.it
 

La Contea apre la sua nuova pizzeria al mare: il gusto autentico della Sicilia arriva al “Lido Sud” di Marina di Modica

 





Ha aperto i battenti a Marina di Modica “La Contea al Sud”. La nuova pizzeria sul mare nasce dal connubio tra la storica tradizione della pizzeria “La Contea” che opera da 40 anni nel centro storico di Modica e alcuni soci del ristorante “Corallo”. “La Contea”, da sempre punto di riferimento della gastronomia modicana, porta il gusto autentico della Sicilia al “Lido Sud” di Marina di Modica.

“La Contea al Sud” rappresenta una nuova esperienza[P1]  che porta con se tutto il know how di un presidio storico dell’enogastronomia modicana. La nuova pizzeria offre ai villeggianti un affascinante viaggio nel cuore della Sicilia sud-orientale, una terra che sa mescolare la ricchezza storica e artistica del barocco con l’autenticità e l’eccellenza della tradizione gastronomica locale.

Le pizze d’autore de “La Contea”, preparate da 40 anni con sapienza e dedizione, arricchite dall’esperienza e dall’accoglienza di Corallo, approdano al “Lido Sud” di Marina di Modica, sposando il progetto del beach club punto di riferimento per il turismo della costa iblea.  Un’unione naturale tra due realtà – la pizzeria storica e il famoso beach club - che fanno dell’identità mediterranea il loro tratto distintivo.

“La Contea” ha sempre creduto nel valore della semplicità e della qualità. Con quasi quarant’anni di esperienza e una filosofia che unisce tradizione e innovazione, la pizzeria rappresenta un must per chi decide di trascorrere qualche giorno a Modica. Essa propone impasti a lunga lievitazione – anche integrali, ai 5 cereali e senza glutine – e condimenti ispirati alla stagionalità e ai sapori del territorio. Da sempre è un punto di riferimento per chi ama impasti digeribili, ingredienti selezionati e il sapore autentico della tradizione.
Al Lido Sud, La Contea porta con sé tutto questo e soprattutto il gusto della vera pizza italiana, in uno spazio nuovo che sa di estate e di famiglia, tra i tramonti mozzafiato offerti dal mare.

“Calore mediterraneo” è il pay-off del lido “Sud”, ne esprime l’identità, ma anche una promessa mantenuta: un luogo dove si mangia bene, si sta bene e si torna volentieri. La nuova pizzeria sarà popolare nel senso più bello, pronta ad accogliere chi ama il gusto vero delle cose fatte con cura.

“Da sempre ci impegniamo a mantenere vivo l’ardente spirito del Sud. Con questa nuova apertura vogliamo offrire un angolo di paradiso in cui sentirsi a casa, tra una nuotata, un tramonto e una pizza indimenticabile” afferma Federico Minicucci, uno dei soci del progetto.

 

Arte Sella presenta Marzia Migliora. Lotta per l'esistenza a cura di Lorenzo Fusi

 



martedì 17 giugno 2025

Dal 18 luglio a Oristano la mostra HOPE AROUND New York Graffiti

 celebra l'arte urbana con quaranta opere mai esposte

 

 

A cura di Fabiola Naldi

 

18 luglio – 25 ottobre 2025

 

Foro Boario

Piazza Giorgio Luigi Pintus

09170 Oristano

 

 


Oristano, 17 giugno 2025. Non solo musica nel cartellone di Dromos: in attesa di inaugurare la lunga e ricca serie di concerti, si apre nel segno dell'arte la ventisettesima edizione del festival, che dal 18 luglio al 14 agosto si snoderà secondo la sua consueta formula itinerante tra Oristano e gli altri centri e località della sua provincia coinvolti: Cabras, Fordongianus, Marrubiu, Masullas, Neoneli, Nureci, Tadasuni.

 

Da sempre aperto a contaminazioni ibride e meticce, e votato a indagare tematiche contemporanee e innovative, quest'anno il festival si riconosce sotto il titolo Hope. La speranza è una scelta: un titolo che intreccia e connette il tema della Speranza alle due precedenti edizioni all'insegna di Change (2023) e People (2024), ponendolo come strumento impareggiabile e prezioso per sigillare questa triade e guardare con fiducia verso il futuro.

 

Al tema proposto dal festival si lega la mostra HOPE AROUND. New York Graffiti - a cura di Fabiola Naldi - offrendo una visione precisa, importante e unica di un periodo complesso ma di grande libertà ed espressività come la scena newyorkese dai primi anni Settanta in poi. In particolar modo, l'esposizione che verrà inaugurata il 18 luglio a Oristano negli spazi del Foro Boario (fino al 25 ottobre 2025), si mostra come occasione unica e imperdibile perché presenta, per la prima volta in assoluto, la collezione personale di Pietro Molinas Balata, grande conoscitore di graffiti di scuola americana a partire dalle prime testimonianze pionieristiche.

 

Quaranta grandi opere su tela realizzate dalle figure più influenti del graffiti writing di New York City in grado di trasportare il visitatore in un tempo e in uno spazio ormai lontano, ma che mostra e delinea l'indiscutibile impatto del movimento sulla cultura contemporanea. La mostra HOPE AROUND. New York Graffiti rappresenta un'importante occasione per apprezzare opere uniche e certificate nel loro genere, un tributo ai "pionieri" di un linguaggio visivo che ha cambiato per sempre il paesaggio urbano delle nostre città.

 

Come afferma la curatrice Fabiola Naldi, docente e storica dell'arte, «Gli artisti in mostra hanno contribuito in modo significativo alla definizione del graffiti writing come fenomeno espressivo e di comunicazione visiva, influenzando generazioni di writer e appassionati in tutto il mondo e portando il grado stilistico dell'intera disciplina a una sofisticazione espressiva mai vista».

Tra gli autori presenti è importante sottolineare i nomi di Rammellzee, recentemente celebrato attraverso una mostra retrospettiva presso il Palais de Tokyo di Parigi, Phase 2, figura di primo piano per la nascita e lo sviluppo dell'Aerosol Art, scomparso nel 2019, Futura 2000, tra gli artisti più attivi con collaborazioni con marchi come Nike, Levi's, Vans, Hennessey, Medicom Toys; e poi Fab 5 Freddy, nome di primo piano dell'Hip Hop, presente con un'opera esposta alla storica mostra del 1979 alla Galleria Medusa di Roma, Crash e Daze, nomi legati alle prime mostre realizzate sul fenomeno e recentemente alla serie di Netflix The Get Down, Toxic e Kool Koor, ancora in attività come artisti riconosciuti su scala internazionale; e ancora Blade e Lee, le cui lettere iconiche sono indissolubilmente legate alla diffusione del graffiti wiriting, fino alla Tats Cru e How & Nosm come testimonianza di continuità ed evoluzione degli stili.

 

Il sottotitolo New York Graffiti trova una sua speciale connessione con Arte di frontiera. New York Graffiti, un'esposizione storica inaugurata nel 1984 alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna da un'idea di Francesca Alinovi, ricercatrice e storica dell'arte tra le prime a riconoscere il valore delle pratiche urbane provenienti dalla Grande Mela. A distanza di quarant'anni, HOPE AROUND. New York Graffiti celebra il linguaggio libero, aggressivo, massivo e irriverente di autori che «sono simultaneamente "penne nere e visi pallidi", e sono i nuovi kids di New York: ragazzacci dall'aria sbeffeggiante e gentile, che insozzano di segni e graffiti la città ma si presentano in bella mostra anche nelle gallerie», come la stessa Alinovi li definì nel 1982. Arte di frontiera ha inquadrato questo preciso approccio come strumento di espressione sociale e culturale, permettendo al graffiti writing di emergere come una voce autentica e indomita a livello globale. Oggi, a distanza di mezzo secolo, continuiamo a onorare quella tradizione, riflettendo sulla progressione e sull'evoluzione stilistica di una pratica ancora attiva e florida, che si attesta come una delle forme di comunicazione visiva tra le più influenti della seconda metà del Novecento.

 

La presentazione della Collezione "Pietro Molinas Balata", dedicata alla Old School di New York che comprende quarantadue opere dei più importanti artisti attivi fin dalla seconda metà degli anni '70 e tre scatti fotografici di Martha Cooper, Robert Herman e Sophie Bramly, rivolti rispettivamente a Keith Haring, Jean-Michel Basquiat e Dondi White, si configura come un tassello fondamentale nell'inquadramento storico artistico del movimento in grado di testimoniarne l'autenticità e di offrirsi come un'opportunità per riconsiderare e rivalutare la disciplina nel suo primo periodo eroico.

 

Negli anni '70 e '80 i graffiti si sono imposti come espressione indipendente di ribellione e speranza: in un contesto urbano spesso percepito come ostile, i "kids di New York" hanno invaso le strade e le metropolitane come spazi attivi e ricettivi, giungendo a una riappropriazione e riconfigurazione dei luoghi al di là dell'affermazione di una singola identità.

La natura indiscutibilmente "vandalica" dei graffiti resta a distanza di oltre cinquant'anni, ma lo scarto temporale può condurre a una riflessione profonda sulla scelta dei singoli protagonisti di trasferire la propria pratica dagli spazi urbani non autorizzati a contesti artistici più istituzionali. Questa transizione solleva interrogativi fondamentali sulla natura dell'arte, sull'autenticità dell'espressione e sul significato stesso di "vandalismo" in un'epoca in cui il graffiti writing è accettato come una forma d'arte a tutti gli effetti.

 

Questo passaggio ha dato luogo a una serie di considerazioni sulla natura del fenomeno, sull'originalità degli intenti e sul significato del concetto di autonomia rispetto alla creazione artistica. Con la decisione di operare anche sulla tela e su altri supporti convenzionali, molti autori hanno fatto un passo verso una maggiore visibilità, tentando un riconoscimento all'interno del mondo dell'arte. Questa transizione, nelle parole di molti interpreti di quella generazione, non deve essere vista come una rinuncia alla loro libertà di espressione originale, piuttosto come uno dei possibili tentativi di evoluzione del linguaggio.

 

Un altro aspetto paradossale è la questione dell'autenticità. L'arte di strada nasce spesso come forma di espressione autentica, non filtrata da convenzioni estetiche o commerciali. Tuttavia, quando queste opere vengono trasferite in un contesto mercantile o museale, sorgono interrogativi sull'originarietà delle pratiche, sulla "resistenza" di processi spontanei e sulla capacità di mantenere il messaggio all'interno di contesti in bilico tra libertà e riconoscimento, tra identità e commercializzazione.

 

«C'è qualcosa in HOPE AROUND. New York Graffiti che riconosco come familiare» dichiara Salvatore Corona, direttore artistico del festival: «quella forza diretta, nata per strada, capace di trasformare spazi marginali in luoghi di espressione libera e autentica. In fondo anche Dromos, che nel nome porta l'idea del percorso, nasce dalla stessa urgenza di ricerca e incontro tra culture. Un ringraziamento a tutti coloro che hanno reso possibile questa mostra, al dottor Pietro Molinas Balata per la generosità con cui ha messo a disposizione la sua collezione, e al Comune di Oristano per il costante supporto al nostro lavoro.»

 

«Il Graffitismo possiede l'essenza propria del movimento artistico riconosciuto dalle istituzioni, in quanto dotato di una estetica originale e riconoscibile» sottolinea Pietro Molinas Balata: «Nasce senza rassomigliare a niente altro, distaccandosi dalle precedenti correnti artistiche del Novecento, con una metodologia radicale ben precisa, espressa inizialmente dall'apporto di artisti "non-artisti" legati soprattutto alla loro condizione sociale. Agli albori della storia e nel contesto del paesaggio urbano, i Graffiti erano una presenza costante di "kinesis e energeia" negata dalla legge e contrastata dalla polizia, perché realizzati in spazi non convenzionali o in contenitori atipici, ossia oltre i confini concreti per la pratica estetica.»

 

La mostra HOPE AROUND. New York Graffiti sarà visitabile dal 18 luglio al 25 ottobre 2025 al Foro Boario di Oristano tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Il biglietto d'ingresso costa 5 euro.

 

Per informazioni, si può contattare la segreteria del festival Dromos al numero di telefono 0783310490, al numero whatsapp 3348022237 e all'indirizzo di posta elettronica info@dromosfestival.it.

Notizie e aggiornamenti sul sito www.dromosfestival.it, sul canale Telegram e nelle pagine Facebook e Instagram di Dromos.


Artisti in mostra

Cornbread, Taki 183, Rammellzee, A-One, Kool Koor, Toxic, Futura 2000, Fab 5 Freddy, Lee Quiñones, Coco 144, Blade, Phase 2, Quik, Zephyr, Seen, Daze, Delta 2, Ero, Part One, Sonic, Freedom, Trike One, Duster, Ghost, Crash, TKid 170, Sane Smith, Sharp, Cope 2, Stay High 149, Lava I & II, Duro, Ket, Crime 79, LA 2, Ven, Bill Blast, TeeBee, BG 183, Bio, How & Nosm, Stak & Wolf.

"Mirò incontra Maria Lai. Il fascino della sorpresa" fino al 14 settembre 2025 CaMuC e Stazione dell’Arte, Ulassai

 



Ulassai, 17 giugno 2025 – A soli due mesi dalla sua apertura lo scorso 12 aprile, la mostra Miró incontra Maria Lai – Il fascino della sorpresa, ospitata negli spazi del Museo CAMUC e della Stazione dell’Arte di Ulassai, ha già conquistato il pubblico registrando oltre 6.000 visitatori.

Di fronte all'interesse e all'intensa partecipazione del pubblico, la mostra viene straordinariamente prorogata fino al 14 settembre 2025. Un’occasione che permetterà a un numero ancora più ampio di visitatori – dai residenti agli amanti dell’arte in viaggio – di lasciarsi coinvolgere da questa mostra unica e suggestiva anche durante l'estate.

“Siamo felici di annunciare che oltre 6.000 persone hanno già visitato la mostra, confermando un grande interesse e un ampio apprezzamento da parte del pubblico – dichiara Marco Peri, co-curatore del progetto –. Per questo motivo, e per permettere anche ai visitatori e turisti di vivere questa esperienza nei prossimi mesi estivi, la mostra sarà prorogata fino al 14 settembre.”

La mostra propone un inedito dialogo tra le opere di Joan Miró (Barcellona, 1893 – Palma de Mallorca, 1983), maestro del Surrealismo, e Maria Lai (Ulassai, 1919 – Cardedu, 2013), figura centrale dell’arte contemporanea italiana. Attraverso un suggestivo percorso espositivo, si confrontano opere grafiche, pitture, arazzi e pezzi unici di Miró – provenienti dalla prestigiosa collezione della Fundació de Arte Serra di Palma de Mallorca – con una selezione significativa di lavori di Maria Lai, artista che ha saputo intrecciare memoria, identità e tradizione in un linguaggio visivo profondamente personale.

Curata da Lola Durán Úcar e Marco Peri, l’esposizione mette in luce le dimensioni poetiche e immaginative del lavoro di entrambi gli artisti: da un lato, Miró crea costellazioni simboliche con segni e colori che trasformano la realtà; dall’altro, Maria Lai cuce storie e relazioni attraverso fili di memoria e materia.

Un evento unico per scoprire il sorprendente incontro tra due grandi artisti dell’arte del XX secolo, uniti da una visione comune capace di emozionare, interrogare e ispirare.
Entrambi hanno radici in un'isola mediterranea: Miró ha sempre avuto un legame speciale con Maiorca, mentre Maria Lai con la Sardegna. Questi luoghi hanno plasmato il loro immaginario, pur spingendoli a cercare nuovi orizzonti. Miró ha vissuto a Parigi nel cuore delle avanguardie novecentesche, mentre Maria Lai ha trascorso periodi significativi a Roma e Venezia. Tuttavia, entrambi hanno scelto di trascorrere la parte più matura del loro percorso espressivo nei territori delle loro isole d'origine, trovando in essi una fonte inesauribile di ispirazione.


Attraverso una selezione di oltre 70 opere – tra grafiche, dipinti, libri, arazzi e pezzi unici della Fundació de Arte Serra di Palma de Mallorca – l'universo immaginifico di Miró dialoga con le opere tessili, i libri d'artista e i disegni che Maria Lai ha donato alla sua comunità nella Stazione dell'Arte di Ulassai. Il percorso espositivo rivela sorprendenti affinità espressive e interessi condivisi tra due artisti apparentemente lontani, ma uniti da connessioni immaginative e risonanze concettuali.

Promossa dal Comune di Ulassai, la mostra è prodotta dalla Fondazione Stazione dell'Arte
 con il supporto organizzativo di Arthemisia.

La mostra è finanziata dall’Unione Europea attraverso il programma NextGenerationEU, nell'ambito del PNRR | Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per la rigenerazione culturale, sociale ed economica dei borghi.

MONTEVERRO INAUGURA “LA TERRAZZA” QUATTRO SERATE PER BRINDARE ALL’ESTATE IN MAREMMA