L’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana ospita e promuove una mostra prodotta da S AM Swiss Architecture Museum.
11 aprile – 5 ottobre 2025 Teatro dell’architettura Mendrisio
Conferenza stampa: mercoledì 9 aprile 2025, ore 11.00 con una conferenza pubblica di Suzuko Yamada (Suzuko Yamada architects, Tokyo). |
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dot architects Chidori Bunka, Osaka, 2014–19 © Yoshiro Masuda |
Il Teatro dell’architettura Mendrisio (TAM) dell’Università della Svizzera italiana (USI) è lieto di presentare, dall’11 aprile 2025 al 5 ottobre 2025, la mostra “Make Do with Now. Nuovi orientamenti dell’architettura giapponese”.
L’esposizione esplora le idee e i progetti di una nuova generazione di architetti e urbanisti giapponesi che hanno iniziato la loro carriera dopo il terremoto del 2011 e il disastro di Fukushima. Trasformando la loro posizione marginale in un punto di forza, questi giovani architetti hanno sviluppato pratiche critiche, ecologiche e sociali, dimostrando che è possibile “adattarsi” in maniera creativa grazie all’uso di risorse limitate, operando sul patrimonio edilizio esistente, anche con materiali rigenerati. Lontani dall’immagine tradizionale dell’architetto-autore, stanno ridefinendo la professione con un approccio sociale e critico.
In preludio alla mostra, l’Accademia di architettura propone, dal 20 febbraio al 10 aprile 2025, una rassegna di cinque conferenze pubbliche di altrettanti studi di architettura attivi nel Giappone di oggi, i cui progetti saranno presentati in mostra. L’ultimo incontro della rassegna, in programma il 10 aprile 2025 alle ore 18.30, coinciderà con l’inaugurazione di “Make Do with Now. Nuovi orientamenti dell’architettura giapponese”.
LA MOSTRA
“Make Do with Now. Nuovi orientamenti dell’architettura giapponese” presenta le idee e i progetti di una nuova generazione di architetti e urbanisti che operano in Giappone. Nati tra la metà degli anni Settanta e la metà degli anni Novanta, questi architetti hanno intrapreso la carriera professionale dopo il grande terremoto del 2011 che devastò le regioni orientali del Paese e provocò il disastro nucleare di Fukushima. È una generazione, la loro, che deve fare i conti con una serie di problemi urgenti che affliggono il Giappone, tra cui il calo demografico, l’invecchiamento della popolazione, e lo svuotamento delle campagne; il crescente aumento di case vuote in tutta la nazione; uno sviluppo urbano dominato dalla logica del profitto, spesso senza il coinvolgimento degli architetti; un’economia stagnante e, naturalmente, la crisi climatica globale.
Tuttavia, anziché arrendersi alle difficoltà, molti di questi architetti hanno scelto di affrontare le sfide con determinazione. Trasformando la loro posizione marginale in un punto di forza, hanno sviluppato una serie di pratiche critiche, ecologiche e sociali, per dimostrare che è possibile «adattarsi» utilizzando risorse limitate, materiali di recupero e strutture già esistenti. In netto contrasto con le linee pulite e gli spazi minimalisti tipicamente associati all’architettura giapponese contemporanea, i loro progetti adottano una visione estetica decisamente differente, che non teme di accogliere l’imperfezione. Lavorando dalle periferie, sfruttando le lacune del sistema o assumendosi compiti un tempo sottovalutati, questi professionisti stanno ridefinendo il loro ruolo discostandosi radicalmente dall’immagine tradizionale dell’architetto-autore.
Gli orientamenti che emergono dal panorama dell’architettura nipponica sono un fenomeno tutt’altro che marginale; al contrario rivestono un’importanza cruciale in un mondo che si sta confrontando con la fine del paradigma della crescita costante. In questo senso, l’approccio giapponese offre un contributo notevole alla discussione globale, dimostrando che «adattarsi» non implica affatto una mancanza, ma al contrario può dare vita a una straordinaria creatività, capace di rivelare che ciò che già possediamo è più che sufficiente.
“Make Do with Now. Nuovi orientamenti dell’architettura giapponese” è una mostra di S AM Swiss Architecture Museum, a cura di Yuma Shinohara. |
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Ishimura + Neichi Senju Motomachi Souko, Tokyo, 2020 – in corso © Toshihiro Sobajima |
Percorso espositivo
Il percorso espositivo include una prima sezione di venti progetti rappresentativi, tutti iniziati o portati a termine negli ultimi cinque anni, diversi sia per scala che per finalità. La selezione mira a fornire un inventario della produzione architettonica contemporanea in Giappone, dal quale emerge la difficoltà di ridurre a un’unica tematica le diverse attitudini e istanze degli autori dei progetti. Il quadro che ne risulta è quello di una generazione alla ricerca di nuovi modelli di impegno per dare una risposta adeguata alle sfide che la loro professione e la società nel suo complesso sono chiamate ad affrontare oggi. Malgrado ciò, dai progetti in mostra emergono alcune linee d’interesse e tendenze condivise.
Sono esposti i progetti di: GROUP, Masaaki Iwamoto / ICADA, Ishimura + Neichi, Norihisa Kawashima / Nori Architects, Chie Konno / t e c o, Lunch! Architects, Murayama + Kato Architecture / mtka, Fuminori Nousaku Architects, Jumpei Nousaku Architects, Shun Takagi / Root A, Rui Itasaka / RUI Architects, Studio GROSS, SSK, Keigo Kawai / TAB, Tsubame Architects, Shigenori Uoya, VUILD, Suzuko Yamada, Maki Yoshimura / MYAO.
Una seconda sezione della mostra è dedicata al lavoro e alle idee di cinque studi di architettura attivi oggi in Giappone – Mio Tsuneyama e Fuminori Nousaku, 403architecture [dajiba], CHAr, tomito architecture e dot architects – ognuno dei quali rappresenta un approccio originale alla questione del ruolo dell’architetto nella società. L’attenzione è rivolta qui al processo e al metodo: quali sono le riflessioni dei giovani architetti giapponesi durante la progettazione? Come lavorano e dove? Quali visioni alternative dell’architettura – e del suo potenziale – emergono dall’osservazione del loro operato?
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Mio Tsuneyama e Fuminori Nousaku Holes in the House, Tokyo, 2017 © Ryogo Utatsu |
RASSEGNA DI INCONTRI PUBBLICI “MAKE DO WITH NOW”
In preludio alla mostra, “Make Do With Now. Nuovi orientamenti dell’architettura giapponese”, l’Accademia di architettura propone, dal 20 febbraio al 10 aprile 2025, una rassegna di cinque conferenze pubbliche tenute da giovani studi di architettura attivi nel Giappone di oggi, i cui progetti saranno anche presentati nell’esposizione.
20 febbraio 2025, ore 18:30 Daisuke Hattori (Schenk Hattori, Kyoto - Antwerp) Taku Neichi (Ishimura+Neichi, Tokyo) “Exchanges: Mendrisio Alumni in Japan”
20 marzo 2025, ore 18:30 Mio Tsuneyama (Studio MNM, Tokyo - London) “Urban Fungus -Architecture is a complex mesh-”
27 marzo 2025, ore 18:30 Takuma Tsuji (403 architecture, Shizuoka) “Architecture as flux ”
3 aprile 2025, ore 18:30 Gaku Inoue, Naoki Saito (GROUP, Tokyo) “TEIRE / Maintenance, Repair, Intervention, Fixing”
10 aprile 2025, ore 18:30 Suzuko Yamada (Suzuko Yamada architects, Tokyo ) “Body to landscape” Con inaugurazione della mostra “Make Do With Now. Nuovi orientamenti dell’architettura giapponese”
Gli incontri si svolgono al TAM, sono trasmessi in diretta streaming e successivamente disponibili sul canale Vimeo dell'Accademia di Architettura.
PUBBLICAZIONE
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Christoph Merian Verlag che offre uno sguardo nuovo sull’architettura giapponese. Attraverso contributi scritti e saggi fotografici, la pubblicazione analizza oltre venti progetti recenti e osserva da vicino la realtà di cinque studi di architettura, offrendo ai lettori una visione completa delle idee innovative che oggi stanno plasmando l’architettura in Giappone. Il volume include i saggi di Yuma Shinohara, Momoyo Kaijima, Kōji Ichikawa, Noriko Matsuda con Norihito Nakatani e Akihito Aoi, Shin Aiba, Leo Tanishige, Siena Hirao, Jun Yamaguchi e Cathelijne Nuijsink. Le fotografie sono di Go Itami.
S AM Schweizerisches Architekturmuseum, Yuma Shinohara, Andreas Ruby (a cura di), Make Do With Now: New Directions in Japanese Architecture, Christoph Merian Verlag, ISBN 978-3-85616-977-0, 320 pagine, lingua inglese, CHF 39.–
CURATORE
Yuma Shinohara (*1991) è curatore ed editor nel campo dell’architettura e dell’urbanistica. Ha collaborato con Storefront for Art and Architecture, Ruby Press, l’Akademie der Künste di Berlino e il Canadian Centre for Architecture. Attualmente è curatore presso il S AM Museo svizzero di architettura, dove ha curato la mostra Make Do With Now (2022) e ha co-curato le mostre SAY Swiss Architecture Yearbook (2023), Beton (2021) e Swim City (2019). Ha tenuto conferenze e ha lavorato come critico ospite presso istituzioni come l'EPFL, il Politecnico di Zurigo, l'Università di Arti Applicate di Vienna, l'Università Tecnica di Vienna e l'Architectural Institute of Japan. È laureato in letteratura comparata e società alla Columbia University di New York.
PARTNER DI PROGETTO
Graphic design: 75W (Theory of a Small World) è lo studio di design interdisciplinare di Tilmann Steffen Wendelstein, designer e art director che vive e lavora tra Berlino e Tokyo. Film: Anne e Sebastian Gross, architetti e cineasti, sono i fondatori a Tokyo dello Studio GROSS, uno studio di architettura che è anche spazio di progettazione sperimentale. Fotografia: Go Itami (*1976) è un fotografo e artista che vive e lavora in Giappone. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre personali e collettive in Giappone e all’estero. Il concept scenografico originale della mostra è stato sviluppato dal designer giapponese Yusuke Seki (*1978) e adattato dall'Accademia di architettura.
IL TEATRO DELL’ARCHITETTURA A MENDRISIO
Il Teatro dell’architettura Mendrisio, sorto all’interno del Campus di Mendrisio dell’Università della Svizzera italiana, progettato dall’architetto Mario Botta, è uno spazio polivalente dedicato al dibattito sull’architettura, la città e il paesaggio. Accanto alla didattica e alla ricerca già svolte all’interno dell’ateneo, le attività del Teatro dell’architettura Mendrisio integrano l’offerta formativa con mostre, performance, seminari e conferenze, dando visibilità agli interessi transdisciplinari, tra memoria e contemporaneità, che intervengono nei processi progettuali e nella ridefinizione del ruolo dell’architettura nella società. Nel 2020 il Teatro dell’architettura Mendrisio, assieme al Museo Vincenzo Vela di Ligornetto, alla Pinacoteca Giovanni Züst di Rancate, al m.a.x. museo di Chiasso e al Museo d’arte Mendrisio, hanno attivato la rete dei Musei d’Arte del Mendrisiotto (Rete MAM). Dal 2022 il Teatro dell'architettura Mendrisio è membro dell’Associazione dei Musei Svizzeri - AMS. Con circa 800 membri istituzionali, l’AMS rappresenta gli interessi di tutta la categoria dei musei e luoghi espositivi svizzeri nei confronti delle autorità e dell’opinione pubblica. Dal 2024, il TAM è anche membro della Confederazione Internazionale dei Musei di Architettura (ICAM). |