A un anno dall’alluvione che lo scorso settembre ha colpito anche Balme e Pian della Mussa, Carovana dei ghiacciai torna nelle Valli di Lanzo (TO). Al centro il tema dell’instabilità montana e della fusione dei ghiacciai
In Piemonte da inizio anno a fine agosto registrati: 23 eventi meteo estremi, +27,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La provincia di Torino la più colpita Effetti che, insieme alla crisi climatica, si ripercuotono anche in quota: i ghiacciai della Bessanese e della Ciamarella in forte arretramento e segnati da frane e colate di detrito, che con temporali sempre più intensi e frequenti, minacciano anche i fondivalle. Tra le instabilità attenzionate i crolli dello spigolo Murari
Carovana dei ghiacciai: “Fondamentale monitorare l’alta quota per comprenderne i rischi e capire come imparare a fruire di questi luoghi in futuro, come si sta facendo nel bacino glaciale del Bessanese, grazie In Piemonte i ghiacciai arretrano sempre di più e con la loro fusione aumentano i crolli in quota, i collassi di morene e le colate di fango e detriti. È quanto sta accadendo nei bacini glaciali della Bessanese e della Ciamarella, nelle Alpi Graie, sotto scacco della crisi climatica ma anche degli eventi meteorologici estremi sempre più intensi e frequenti anche in quota, a causa della risalita dello zero termico. Il doppio alert arriva dalla campagna Carovana dei ghiacciai, che per la sua ultima tappa è arrivata in Piemonte, e dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente. I dati raccolti parlano chiaro. In Piemonte, stando ai nuovi dati aggiornati dell’Osservatorio Città clima di Legambiente, da gennaio a fine agosto 2025 sono stati registrati 23 eventi meteo estremi, +27,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (quando erano 18). La provincia di Torino risulta essere quella più colpita con 10 eventi meteo estremi. Allagamenti da piogge intense (8), esondazioni fluviali e frane da piogge intense (5 ciascuno) i fenomeni che si sono ripetuti con più frequenza in tutto il Piemonte e i cui effetti sono sempre più tangibili ad alta quota, come ricordano le ferite ancora aperte nelle Valli di Lanzo (TO). Proprio qui, a un anno dall’alluvione che lo scorso 4-5 settembre ha colpito diversi comuni della provincia di Torino, tra cui Balme e in particolare il Pian della Mussa, ha fatto tappa Carovana dei ghiacciai, la campagna di Legambiente in collaborazione con CIPRA Italia e la Fondazione Glaciologica Italiana, per portare in primo piano il tema il tema dell’instabilità montana e della fusione dei ghiacciai.
FOCUS GHIACCIAI: Secondo le osservazioni fatte in quota da Carovana dei ghiacciai e dagli studi presentati in tappa dai ricercatori di CNR- IRPI e ARPA Piemonte, se a metà ‘800, al culmine della Piccola Età Glaciale, il ghiacciaio della Bessanese occupava gran parte del Crot del Claussinè estendendosi per circa 1,75km2, oggi la sua fisionomia è completamente cambiata. La sua superficie si è ridotta a 0,3 km2 e la perdita di volume subita dal ghiacciaio è stata di 3.900.000 m3 tra il 2010 e il 2023, con un abbassamento medio di circa 1 metro l’anno. In aumento anche i crolli e le colate detritiche: tra i fenomeni più significativi il crollo di fine agosto 2023 che si è prodotto allo spigolo Murari e che si è propagato sul ghiacciaio. A valle della fronte del ghiacciaio, l’area proglaciale è occupata da una distesa di pietre e detriti, dove sono presenti numerosi laghi glaciali frutto della fusione del corpo glaciale. La rapida contrazione dei ghiacciai è ben rappresentata dall’evoluzione del Ghiacciaio della Ciamarella, la cui superficie sgombra di detriti consente valutazioni accurate delle perdite glaciali: se 150 anni fa la superficie era di 1,18 km2, oggi è ridotto a circa 0,5 km2, con una perdita di volume in 13 anni (dal 2010 al 2023) di 8.100.000 m3 di ghiaccio. In sintesi, quanto sta accadendo in alta quota è preoccupante. A livello regionale, sono in tutto 107 i ghiacciai presenti in tutto il Piemonte, di questi 68 nella provincia di Torino, e tutti in forte arretramento. Stando ai dati di ARPA Piemonte, se nel 1959 la superficie dei ghiacciai piemontesi era di 56 km2, nel 2007 è scesa a 30 km2 per arrivare nel 2024 a 22 Km2.
BACINO BESSANESE, AREA SPERIMENTALE: Il Piemonte è, però, anche culla di un importante “laboratorio all’aperto”. In questa tappa il team di Carovana dei ghiacciai, accompagnato dai ricercatori del CNR- IRPI e da ARPA Piemonte, non solo ha toccato con mano quanto sta accadendo in questo territorio montano sempre più soggetto a frane, colate e collassi di morene, ma al tempo stesso ha osservato anche gli studi e i monitoraggi che si stanno compiendo nel bacino glaciale del Bessanese vicino al rifugio Gastaldi, situato a quota 2656 metri di quota. Un vero e proprio laboratorio a cielo aperto, un’area sperimentale attrezzata ad alta quota, dove CNR-IRPI, Arpa Piemonte e Fondazione Glaciologica Italiana portano avanti una ricerca multidisciplinare su fusione dei ghiacciai, monitoraggio frane e morene, studio della temperatura dell’aria, delle rocce e dei detriti (che consente di conoscere quanto e come si scaldano in tempo reale), e monitoraggio della biodiversità. La scelta di questo bacino non è casuale, qui l’evoluzione dei processi che caratterizzano l’ambiente glaciale e periglaciale nel contesto dei cambiamenti climatici è intensa, ben osservabile e concentrata in una ristretta area. Il bacino è inserito nel Dynamic Ecological Information Management System – Site and dataset registry ed è parte della rete dei “Rifugi Sentinella”. Attraverso la “Saletta del Presente”, realizzata in collaborazione con CAI e Museo della Montagna di Torino, il bacino della Bessanese è divenuto anche un luogo privilegiato per la comunicazione e divulgazione. Un fiore all’occhiello nel Paese che studia come stanno cambiando questi luoghi e che fa scuola in Italia.
“La tappa piemontese di Carovana dei ghiacciai – dichiara Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di Cipra Italia – ben sintetizza quanto ormai sta accadendo in alta quota a causa della crisi climatica e degli impatti degli eventi meteo estremi e quanto sia importante monitorare l’ambiente montano e i ghiacciai per comprenderne meglio i rischi e capire come fruire di questi luoghi. Avviare un monitoraggio europeo è anche una delle richieste al centro del nostro Manifesto europeo per una governance dei ghiacciai. In questa tappa, dedicata ai ghiacciai della Bessanese e della Ciamarella, abbiamo iniziato il sentiero attraversando un torrente pieno di detriti frutto dell’alluvione dello scorso anno, e poi un sentiero di nuda roccia, dove un tempo anche d’estate s’incontrava la neve, per arrivare al bacino glaciale del Bessanese dove CNR- IRPI, Arpa Piemonte e Fondazione Glaciologica Italiana stanno portando avanti studi importanti. Un laboratorio straordinario che fa scuola in Italia e che insieme agli altri monitoraggi, quello della gestione del rischio a Blatten in Svizzera, e quello sulla degradazione del permafrost in Germania, raccontati in questa sesta edizione di Carovana dei ghiacciai, rappresentano un bell’esempio a cui guardare”.
“Il bacino glaciale della Bessanese - dichiara Marta Chiarle, del CNR- IRPI e referente delle campagne della Fondazione Glaciologica Italiana - si contraddistingue per una grande varietà di forme e di processi geologici e geomorfologici. Lungo la parete della Bessanese, quasi verticale, dominano i processi gravitavi e il modellamento glaciale è poco visibile, mentre ai piedi della parete della Bessanese il paesaggio è dominato dal modellamento glaciale antico e recente. L’elemento più evidente del modellamento glaciale recente è l’imponente morena laterale sinistra del ghiacciaio, che evidenzia le dimensioni che il ghiacciaio aveva raggiunto nella piccola età glaciale, ossia 150 anni fa. Ma questo ghiacciaio era alimentato anche da una falda di ghiaccio alla base della parete della Bessanese che contribuiva ad aumentare la massa glaciale e la potenza di questo modellamento. A queste quote il permafrost controlla molti dei processi geomorfologici in atto: questo spiega la sensibilità di questo bacino al riscaldamento climatico in corso e l’importanza di monitorare la temperatura di rocce e detriti”.
“Se fondamentale è lo studio attivo della criosfera per monitorare l’effetto dei cambiamenti climatici e mappare l’aumento dei rischi per la stabilità del territorio, l’alterazione degli ecosistemi e del ciclo dell’acqua, altrettanto importanti sono le campagne di informazione e sensibilizzazione sull’attuale situazione, sulle cause che stanno generando i cambiamenti per orientare le azioni e i comportamenti individuali e collettivi. Arpa Piemonte – spiega Secondo Barbero, direttore generale Arpa Piemonte - è pertanto impegnata nello studio con rigore scientifico dei fenomeni attraverso il lavoro dei propri esperti ed è lieta di poter collabora alle iniziative come queste portato la propria competenza ed il contributo tecnico del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale di cui fa parte. Le campagne indicano che i ghiacciai piemontesi oltre a mostrare segni di contrazione, con una diminuzione di spessore ed estensione dovuta alla minore neve invernale ed al maggiore caldo estivo, accusano un aumento della copertura di detriti sui ghiacciai, conseguenza dei crolli rocciosi dalle pareti anche in conseguenza della degradazione del permafrost. Registriamo quindi un aumento della frequenza e dell'intensità dei processi di dissesto alle quote più elevate che in alcuni casi possono anche impattare sui territori di valle con l'inevitabile aumento dell'esposizione al rischio per infrastrutture e insediamenti”.
Carovana dei ghiacciai e testimonial: Giunta alla sua sesta edizione, Carovana dei ghiacciai 2025, dopo l’anteprima di inizio agosto sull’Adamello, dal 17 agosto al 2 settembre ha compiuto il suo viaggio lungo l’arco alpino facendo tappa in Svizzera (dal 17 al 20 agosto) dal ghiacciaio Aletsch, il più esteso delle Alpi, per poi passare in Lombardia sul ghiacciaio della Ventina (dal 20 al 23 agosto), in Alto Adige sul ghiacciaio Ortles – Cevedale (dal 23 al 26 agosto), in Germania sul ghiaccio Zugspitze (dal 26 al 29 agosto), e infine in Piemonte sui ghiacciai della Bessanese e della Ciamarella (dal 30 agosto al 2 settembre). In questo viaggio la campagna è stata sostenuta da diversi testimonial. In particolare, nella tappa piemontese la videotestimonianza della giornalista Milena Boccadoro che ricorda quanto gravi siano le conseguenze della crisi climatica sui ghiacciai. “Monitorare, far conoscere, diffondere informazioni sul loro stato di salute così come fa da anni ormai Carovana dei ghiacciai di Legambiente sia molto importante. Credo che sia un mondo concreto e diretto per far capire quanto sia grave la situazione e quanto sia necessario mobilitarsi per chiedere e sostenere che vengano attuate politiche e misure per invertire la rotta”, dice la giornalista ricordando anche l’importante ruolo che l’informazione giornalistica deve ricoprire su questo tema.
In soccorso dei giganti bianchi. Legambiente con Carovana dei ghiacciai 2025 invita tutti a firmare la petizione on line “Una firma per i ghiacciai” per chiedere al Governo azioni concrete partendo dall’attuazione di 7 interventi indicati nel Manifesto per una governance dei Ghiacciai e salvare il nostro ecosistema. Per firmare vai su https://attivati.legambiente.it/firmaperighiacciai
Il viaggio di Carovana dei ghiacciai 2025 è stato raccontato anche sui canali social di Legambiente Alpi e di Legambiente: Instagram | Facebook | Twitter | YouTube
Giunta alla sesta edizione, Carovana dei ghiacciai di Legambiente è la campagna di Legambiente in collaborazione con CIPRA Italia e la partnership scientifica della Fondazione Glaciologica Italiana, con partner sostenitori FRoSTA, Sammontana, partner tecnico Ephoto, media partner La Nuova Ecologia.
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