lunedì 10 marzo 2025

Unica tappa in Europa continentale della grande mostra prodotta dal Victoria and Albert Museum di Londra arricchita di opere d'arte coreane in esclusiva per il Museo Rietberg

 

Museo Rietberg

Zurigo, CH

 

4 aprile - 17 agosto 2025

 


 

 

Hallyu! L'onda coreana

 

Dal 4 aprile al 17 agosto 2025, il Museo Rietberg di Zurigo presenta, nell’unica tappa europea, Hallyu! L’onda coreana, la mostra tematica che esplora l’eclettica e vibrante cultura popolare della Corea del Sud, un fenomeno emerso alla fine degli anni Novanta e ormai diffuso in ogni angolo del pianeta. L’esposizione ripercorre le origini della hallyu – l’"onda coreana" – e i suoi legami con l’arte tradizionale, per poi analizzarne l’influenza globale in ambiti come la cultura pop, il cinema, la moda o l’arte multimediale.

 

Dagli outfit k-pop alle celeberrime coreografie, dagli indimenticabili oggetti di scena ai videoclip musicali, dalle tendenze beauty alla moda "made in Korea", Hallyu! L'onda coreana propone uno scintillante caleidoscopio della storia artistica e culturale sudcoreana. Alcune opere del pioniere della videoarte Nam June Paik; una scenografia del pluripremiato Parasite; la Google Art Dance Room, dove i visitatori imparano a ballare il K-pop sotto la guida di esperti coreografi e le interpretazioni contemporanee dell’hanbok, l’iconico abito tradizionale, sono solo alcune delle attrazioni che divertiranno i visitatori.

 

Dopo il grande successo di pubblico ottenuto al Victoria and Albert Museum di Londra, al Museum of Fine Arts di Boston e presso l’Asian Art Museum di San Francisco, il Museo Rietberg presenta questa spettacolare mostra ideata dal Victoria and Albert Museum, nella sua unica tappa dell’Europa continentale.

 

 

Ji Won Choi x Adidas
Per gentile concessione di Adidas

 

IL PERCORSO ESPOSITIVO

Attraverso i circa 200 oggetti in mostra – tra costumi, oggetti di scena, fotografie, video e curiosità legate alla cultura pop, accanto a opere storiche e contemporanee – Hallyu! L'onda coreana racconta la storia della cultura pop sudcoreana divisa in quattro capitoli.

1) La storia recente

Nel giro di due generazioni, quello che negli anni Cinquanta era un Paese preindustriale segnato dalla guerra si è trasformato in uno dei centri culturali e tecnologici più avanzati di fine Novecento. Fotografie, manifesti, documenti storici ed esempi delle prime apparecchiature di elettronica di consumo testimoniano gli epocali cambiamenti socio-politici che hanno portato alla rapida ascesa della Corea del Sud a partire dagli anni novanta.

Modernità compressa

Verso la metà degli anni Cinquanta, la Corea del Sud era ancora un Paese prevalentemente agricolo, arretrato e devastato dalla guerra di Corea. Nei decenni successivi ha conosciuto una trasformazione incredibilmente rapida, designata dal sociologo Chang Kyung-Sup con il termine “modernità compressa” (compressed modernity). Sul piano economico e culturale, la Corea del Sud ha puntato sulla velocità e sul gusto del rischio, avviando un processo di trasformazione che ha generato forti contrasti all'interno di una società in cui tecnologie all'avanguardia convivono con rituali sciamanici e confuciani di tradizione secolare. È in questo contesto che ha avuto origine l’hallyu: con curiosità inesauribile e audace creatività, gli artisti e i creativi coreani mescolano elementi nazionali e stranieri, ma anche tradizione e modernità.

Hallyu: dalla Corea al mondo

L’hallyu ha avuto inizio alla fine degli anni Novanta, quando le serie televisive e i film sudcoreani hanno iniziato a riscuotere grande successo in tutta l’Asia. Spinta da un’industria musicale estremamente professionale amplificata da internet e dai social media, la popolarità del K-pop si è presto diffusa su scala globale. Il riconoscimento internazionale definitivo è arrivato nel 2012 con il video virale Gangnam Style dell’artista sudcoreano PSY, il primo a superare i due miliardi di visualizzazioni su YouTube. Il brano, imitato e parodiato in tutto il mondo, è una satira sullo stile di vita materialista del quartiere di Gangnam – un’area di Seul in cui un tempo abbondavano le risaie e che oggi è una delle più lussuose dell’intera Corea. L’odierna Corea del Sud è una potenza economica e culturale che esporta i suoi prodotti in tutto il mondo. Film e serie come Parasite e Squid Game, gruppi musicali come BTS e BLACKPINK fanno ormai parte del canone della cultura pop contemporanea. Da quasi trent’anni, il fenomeno culturale dell’hallyu supera confini culturali, sociali e linguistici, dando vita a nuove tendenze. Oggi è parte integrante non solo dell’identità coreana, ma anche della cultura pop globale.

 

 

Catena di montaggio di televisori Samsung Electronics, anni '70.
Per gentile concessione del Museo dell’Innovazione Samsung

 

 

Vista di Gangnam con i complessi residenziali Hyundai. Foto di Jun Min Cho.

Per gentile concessione del Museo di Storia Contemporanea della Corea

 

2) K-DRAMA e K-CINEMA

Quando, alla fine degli anni Ottanta, la democrazia iniziò a germogliare in Corea del Sud, anche l’industria televisiva e cinematografica conobbe un forte sviluppo. Le emittenti commerciali e l’allora emergente TV via cavo alimentarono la competizione, portando a un significativo miglioramento qualitativo sia nei film che nelle serie televisive, i cosiddetti K-drama.

Prima l'Asia orientale, poi il mondo

Con la serie televisiva Winter Sonata trasmessa per la prima volta nel 2003, l’onda coreana si diffuse rapidamente in tutta l’Asia, conquistando in particolare il Giappone. Grazie all’ascesa delle piattaforme di streaming negli anni Duemila, i film e le serie coreane hanno raggiunto velocemente un pubblico globale. Con trame avvincenti, audaci commistioni di generi, scenografie mozzafiato e un’estetica che fonde suggestioni tradizionali e moderne, queste produzioni continuano ad appassionare i fan di tutto il mondo.

Storie coreane dal fascino universale

L’ascesa dell’industria cinematografica coreana a partire dalla fine degli anni Novanta ha dato vita a una nuova generazione di cineasti, che sono oggi tra le figure più influenti del panorama internazionale. Film come Oldboy (2004) di Park Chan-wook o Parasite (2019) di Bong Joon-ho hanno ottenuto grande successo di critica e pubblico. Benché radicate nella realtà coreana, queste storie possiedono un fascino universale anche grazie ai registi, che hanno ampliato il repertorio tradizionale mescolando abilmente i generi e sperimentato nuove forme di espressione estetica.

Scene indimenticabili e costumi iconici

La mostra celebra questa straordinaria varietà attraverso manifesti, spezzoni di film e oggetti di scena. Tra le maggiori attrazioni vi sono la ricostruzione della celebre stanza da bagno di Parasite, i costumi di Squid Game, grande successo di Netflix, e il set di prodotti per la cura personale delle protagoniste del film Mademoiselle. Diverse reinterpretazioni del tradizionale hanbok mostrano l’originalità con cui i cineasti coreani rielaborano quest’abito iconico. Non manca neppure un omaggio ai Webtoon, innovativi fumetti digitali pensati per i dispositivi mobili, che hanno ispirato numerose serie televisive e film.

 

 

Squid Game. Una serie originale Netflix.
© 2021 Netflix. Tutti i diritti riservati

 

 

Ricostruzione della scena del bagno del film "Parasite". Veduta dell'installazione, 2024, © Museum of Fine Arts, Boston

Poster del film "Parasite".
Per gentile concessione di CJ ENM

 

3) IL K-POP E I SUOI FAN

Sostenuta dai social media e da comunità di fan digitali, la musica pop coreana, alias K-pop, è diventata un fenomeno globale. Tra i punti di forza della mostra vi sono gli outfit scintillanti indossati dal gruppo aespa nel video musicale Next Level e i costumi di ispirazione punk della boy band ATEEZ nel video Fireworks (I'm The One).

Le origini del K-pop

Con l’allentamento progressivo della censura culturale, a partire dal 1987 la musica straniera cominciò ad arrivare in Corea del Sud influenzando la scena locale. Tra le antesignane del K-pop vi sono figure come la "Madonna coreana" Kim Wan Sun e la cantante Patti Kim, che con la sua voce unica ha segnato l’industria pop nazionale tra gli anni Settanta e Ottanta. Il debutto del gruppo Seo Taiji and Boys al Saturday Night Music Show nel 1992 è oggi considerato la pietra miliare di questa corrente musicale.

Spettacoli travolgenti e melodie irresistibili

Le star del K-pop, chiamate anche Idol, sono artisti carismatici, spesso selezionati da agenzie di talenti e grandi etichette musicali, che vengono sottoposti a un rigoroso percorso di formazione della durata di anni. È così che sono nati supergroup come le BLACKPINK e i BTS, capaci di conquistare fan in tutto il mondo con performance spettacolari e brani accattivanti. La storia turbolenta della Corea del Sud ha influenzato profondamente il K-pop: la fusione di generi musicali e influenze culturali lo ha reso un genere ibrido, in grado di superare le barriere linguistiche e attrarre un pubblico internazionale.

Fan influenti

Le community globali di fan del K-pop sono diventate un fenomeno culturale di grande rilievo. Invece di limitarsi al ruolo di semplici consumatori, traducono testi, creano archivi e producono contenuti e articoli per i fan. Si tratta di comunità intergenerazionali, dotate di un’infrastruttura digitale molto sviluppata, spesso utilizzata anche per promuovere cause sociali. L’onda coreana ha inoltre contribuito alla crescente diffusione di corsi di lingua coreana in tutto il mondo.

 

 

aespa "Next Level" MV, 2021.
© SM Entertainment

 

4) K-BEAUTY e K-FASHION

Grazie all’hallyu, la Corea del Sud è diventata un punto di riferimento globale nei settori della bellezza e della moda. Il product placement nei K-drama e le campagne pubblicitarie con le star del K-pop hanno reso la cosmesi e la moda coreana celebri in tutto il mondo. Dai portacipria decorati alle moderne maschere a LED, dall’abito tradizionale (hanbok) all’alta moda passando per lo streetwear più ribelle, la mostra esplora le molteplici sfaccettature della cultura coreana della bellezza e dello stile.

Ideali di bellezza secolari

Gli standard estetici sono profondamente radicati nella cultura coreana. Durante la dinastia Joseon (1392-1910), prendersi cura del proprio aspetto non era considerato affatto un atto di vanità, ma un dovere morale, l’espressione del proprio status sociale e della virtù stessa, poiché l’aspetto esteriore rifletteva lo stato interiore. Nonostante le trasformazioni della Corea moderna, questa concezione è ancora molto diffusa. La K-beauty combina antiche formulazioni con nuovi ingredienti e tecnologie avanzate. La cura della pelle, d’importanza centrale sia per le donne che per gli uomini, ha dato impulso a una tendenza globale nella cosmesi maschile. Con i suoi prodotti innovativi e il design accattivante, la Corea del Sud è oggi il terzo maggiore esportatore di cosmetici al mondo.

K-fashion: tra hanbok e street style

L’hallyu ha portato la moda coreana sotto i riflettori internazionali. Con tagli destrutturati, streetwear d’avanguardia, accostamenti eccentrici e stili gender-fluid, la K-fashion ha influenzato le tendenze globali, rivolgendosi in particolare ai Millennials e alla Gen Z, e posizionandosi tra il mondo dello streetwear e quello dei marchi di lusso.

Le rivisitazioni dell’hanbok, l’abito coreano per eccellenza, giocano un ruolo chiave nella moda, nel cinema e nella musica pop. I giovani stilisti coreani ne ampliano l’estetica tradizionale tramite l’uso di motivi audaci e colori e silhouette inedite, pur mantenendo un forte legame con il passato. Sempre più star del K-pop indossano hanbok moderni accrescendo così la loro popolarità in tutto il mondo.

Con l’affermazione della Corea del Sud come potenza economica e culturale, l’hanbok contemporaneo è diventato per i coreani di tutto il mondo una dichiarazione di stile che esprime un rapporto sicuro e orgoglioso con il proprio patrimonio culturale.

 

 

Costumes du Vent (Abiti del vento), Lee Young-hee 이영희, 1993.
Donazione di Lee Young-hee. © Victoria and Albert Museum, Londra

 

 

The Peony Dress di Miss Sohee, collezione di debutto. 2020 The Girl in Full Bloom. Foto di Daniel Sachon

Ji Won Choi x Adidas.
Per gentile concessione di Adidas

 

In esclusiva al Rietberg

Per la tappa zurighese di Hallyu! L'onda coreana, il Museo Rietberg ha allestito, all'interno della collezione permanente, una sala dedicata alle tradizioni artistiche della Corea. Qui, accanto a immagini buddhiste e sciamaniche, sono esposte pitture decorative di genere e xilografie policrome provenienti dalla collezione del museo e da raccolte europee.

Cultura pop e patrimonio culturale

Le opere in mostra mettono in luce i molteplici legami tra la cultura pop coreana e la storia artistica e culturale del Paese. Un paravento ottocentesco decorato con immagini di libri e strumenti di scrittura simboleggia l’aspirazione alla conoscenza e al successo professionale, valori confuciani evocati anche da numerosi K-drama e brani K-pop. Completano l’esposizione tre opere contemporanee ispirate alla ricca tradizione ceramica coreana, provenienti dalla rinomata collezione di Uli Sigg.

Un capolavoro da Zurigo

Uno dei pezzi forti della mostra è stato esposto anche nelle tappe precedenti: una moon jar. Nel caso di Zurigo si tratta di un pezzo del XVIII secolo acquistato nel 2024 appositamente per questa esposizione. In Corea, questi “vasi lunari” sono considerati il simbolo degli ideali confuciani di sobria eleganza e modestia. La loro bellezza risiede nelle forme armoniose e nel bianco luminoso dello smalto, mentre le imperfezioni dovute alla lavorazione e alla cottura sono apprezzate come parte integrante della naturale estetica del vaso. Considerate un vero e proprio simbolo nazionale, oggi delle tradizionali moon jar restano pochissimi esemplari.

Voci contemporanee e pratiche artistiche tradizionali

In esclusiva per la tappa zurighese, Hallyu! L'onda coreana presenta una grande videoinstallazione di Nam June Paik, in prestito dallo ZKM di Karlsruhe, e dipinti della dinastia Joseon (1392-1910), provenienti da collezioni in Svizzera, Germania e Ungheria. L’opera di Paik prefigura l’ascesa della Corea come centro tecnologico d’avanguardia, mentre i dipinti storici ricordano quanto i concetti tradizionali associati all’istruzione, alla bellezza e al comportamento sociale siano ancora profondamente radicati nella società coreana e, di conseguenza, nella sua cultura pop. A completare l’esposizione di Zurigo vi è inoltre una creazione recente della promettente stilista coreano-svizzera Nina Yuun, originaria di Burgdorf, che fonde tradizioni artigianali coreane, estetica contemporanea e materiali locali, stabilendo così un collegamento diretto con la Svizzera.

 

 

Paravento con "libri e oggetti" in uno studio.

Artista sconosciuto/a, XIX secolo, collezione privata

 

 

Byeoksan Yongha e Taeil (firmato), Raduno di divinità buddhiste, 1891.

Kulturmuseum St. Gallen

 

 

Artista sconosciuto/a, Vaso lunare, inizio XVIII secolo, Museum Rietberg.

Acquisto con fondi del lascito di Alice Raymonde Juon

 

Su Spotify la playlist ufficiale della mostra

In occasione della mostra Hallyu! L’onda coreana, il Museo Rietberg di Zurigo presenta una playlist ufficiale su Spotify, concepita per offrire un’esperienza sonora complementare e immersiva al percorso espositivo. Questa selezione musicale accompagna in un viaggio attraverso l’evoluzione della Korean Wave, celebrando il contributo straordinario del K-pop e della musica contemporanea sudcoreana. La playlist propone una raccolta di brani che riflettono la vitalità e l’innovazione della scena musicale coreana, includendo successi che hanno scalato le classifiche internazionali e pezzi iconici che hanno segnato l’ascesa del fenomeno Hallyu. Disponibile su Spotify, la playlist rappresenta un’estensione immersiva della mostra, un’opportunità per avvicinarsi ancora di più a questa vibrante corrente culturale che continua a ispirare e connettere milioni di persone in tutto il mondo.

 


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