lunedì 4 novembre 2024

Formaggi d’Autore a Gemona

 



“Gemona, formaggio e… dintorni” 2023 (foto di Graziano Soravito)

La manifestazione “Gemona, formaggio e… dintorni”, in programma dall’8 al 10 novembre, giunta alla 24ª edizione, avrà quest’anno una marcia in più. Potrà disporre di un riconoscimento prestigioso grazie all’ONAF - Organizzazione Nazionale degli Assaggiatori di Formaggio che ha conferito a Gemona il titolo di “Città del Formaggio”, primo comune in Regione. Un po’ del merito va attribuito all’Ecomuseo, grazie al progetto di valorizzazione e sostegno delle latterie turnarie – Campolessi compresa – che ancora oggi praticano il modello della caseificazione collettiva, latterie che saranno al centro delle iniziative promosse dall’Ecomuseo nel contesto della festa.

Venerdì 8 novembre alle 19 il LAB Terremoto in piazza Municipio 5, sede dell’Ecomuseo, ospiterà il convegno “L’uso del formaggio in cucina della tradizione regionale”, organizzato dall’Accademia Italiana della Cucina. Sabato 9 alle 11 è in programma la visita guidata alla Latteria turnaria di Campolessi, ritrovo presso il caseificio in via San Marco 7 (prenotazione obbligatoria al 338 7187227). Nella stessa giornata, alle 17 al LAB Terremoto, si terrà la degustazione guidata “Le latterie turnarie si incontrano”, promossa da ONAF, Accademia della Cucina ed Ecomuseo. Protagonisti i formaggi, accompagnati da casari e allevatori, delle latterie di Campolessi, Peio, Valmorel e Malga Kašina (prenotazione obbligatoria allo 0432 981441).

Domenica 10, alle 11 e alle 15, sempre al LAB Terremoto, altre degustazioni guidate riguarderanno il Montasio DOP e i formaggi della rete delle Città del formaggio dal Nord al Sud Italia, organizzate da ONAF e Accademia Italiana della Cucina (prenotazione obbligatoria allo 0432 981441). La manifestazione gemonese sarà l’occasione per l’incontro annuale tra i rappresentanti dei caseifici che hanno aderito alla “Carta dei princìpi delle latterie turnarie”, scritta dall’Ecomuseo e da Slow Food con il coinvolgimento di Campolessi, Peio e Valmorel.

Le latterie turnarie erano un tempo diffuse sull’intero arco alpino. Il modello turnario ricalcava e formalizzava l’usanza antica di mettere assieme il latte di più famiglie e caseificare collettivamente. Ogni borgo aveva la sua latteria. Era il modo per poter utilizzare tutto il latte prodotto nella stalla: una parte veniva trattenuta dall’allevatore per il consumo giornaliero della famiglia e una parte portata in latteria per fare il formaggio. Ancora oggi nei pochi caseifici turnari che ancora resistono, l’attività è scandita attribuendo ciascuna giornata di lavorazione a un singolo socio in funzione del latte conferito. La quantità di latte viene segnata in un libretto, così l’allevatore accumula un credito in formaggio e burro che potrà riscuotere periodicamente.

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