martedì 8 ottobre 2024

OLTREPÓ PAVESE, LA VENDEMMIA 2024 DI CANTINA TORREVILLA: LA QUALITÀ OLTRE LE DIFFICOLTÀ

 


Una vendemmia difficoltosa e con un significativo calo di produzione nelle aree del territorio colpite da peronospora, che tuttavia si rivela promettente soprattutto per la qualità delle basi spumante
 
 
 
 
8 ottobre 2024, Torrazza Coste (PV) – 
Una vendemmia tutt’altro che semplice, quella di Cantina Torrevilla, storica realtà dell’Oltrepò Pavese. Il cambiamento climatico sta mettendo a dura prova il lavoro dei viticoltori, data la diminuzione del raccolto a causa della peronospora: le condizioni climatiche con piogge frequenti hanno favorito la diffusione del fungo patogeno, causando gravi danni nei vigneti, e aumentando significativamente i costi dei trattamenti fitosanitari.
 
“L’Oltrepò Pavese, con il suo territorio prevalentemente collinare, esprime un’altissima vocazionalità. - spiega il Presidente di Cantina Torrevilla Massimo Barbieri allo stesso tempo le forti pendenze rendono esponenziali i costi di gestione per le imprese che sono messe ancora più in difficoltà in termini di energie e sforzi economici, dall’impatto dei cambiamenti climatici degli ultimi anni. La produzione dei vigneti ha subito cali dovuti alla siccità negli anni passati e alle piogge intense nell’annata corrente. Queste condizioni hanno favorito infatti, la proliferazione del fungo patogeno della Peronospora e il conseguente calo produttivo. Nonostante le difficoltà di questo periodo, sono certo che i vignaioli saranno in grado di far fronte all’ennesima sfida”.
 
“Nonostante le piogge insistenti - sottolinea Simone Fiori, enologo della cantina Torrevilla - questa è stata un’ottima annata per le basi spumante: i mosti ottenuti sono contraddistinti da buone acidità, che sicuramente daranno vita a dei vini eleganti e longevi. Per quanto riguarda i Rossi, grazie alla scrupolosa selezione delle uve effettuata prima della pigiatura e a un meticoloso lavoro in cantina siamo certi di ottenere un ottimo risultato”.
 
Si prospetta dunque un’annata di alto livello, soprattutto per quanto riguarda il Metodo Classico, a ennesima conferma del fatto che il pinot nero ha trovato nell’Oltrepò Pavese l’habitat ideale per esprimersi ai massimi livelli.

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