Per il terzo
anno consecutivo, nei padiglioni di Bolognafiere si è svolta la rassegna enoica
Slow Wine Fair, promossa da Slow Food e dedicata a tutti vignerons nazionali e
non che si prodigano per avere dei vini di qualità, puliti e giusti.
Una tre
giorni di fine febbraio, dove sia gli operatori del settore che i buyer
internazionali, ma anche gli appassionati hanno potuto provare tantissimi vini
rappresentativi da tutto il Belpaese e anche dall’estero, interagendo coi produttori.
Una
manifestazione molto articolata, che ha visto presenti circa 1000 cantine
espositrici, oltre a una serie di masterclass mirate e talking dove la tematica
più importante affrontata è stata la fertilità dei suoli nel 2024, in relazione
al continuo cambiamento climatico.
Suoli e
biodiversità, due parole importantissime per capire cosa c’è nei calici e come
si vuole realizzare un vino buono e genuino, che rispecchi in tutto e per tutto
il proprio terroir.
I giornalisti
di Borghi d’Europa hanno partecipato alla terza edizione della Slow Wine Fair a
Bologna, facendo alcune degustazioni mirate di alcuni produttori di diverse regioni
italiane per comunicarle poi all’interno del Percorso d’Informazione Eurovinum,
i paesaggi della Vite e del Vino (col Patrocinio della Iai,Iniziativa Adriatico
Jonica) .
Dalla
Calabria, precisamente da Roccella Jonica, sono stati apprezzati Il Greco Nero
2018 e il Bivongi Doc Rosso Riserva 2017 (da uve Calabrese, Gaglioppo e Greco
Nero) delle Cantine Lavorata.
In Campania
invece, da Paupisi nel Sannio promossi la Falanghina Bio Macerè 2022 e il Greco
2022 Pezze di Torre del Pagus, poi sempre nel Sannio da San Lorenzo Maggiore la
Falanghina 2022 Speri (Orange Wine) e il rosso Camaiola (conosciuto anche come
la Barbera del Sannio) 2022 Teli di Terrae Laboriae e da Galluccio nel Casertano
il Fiano 2022 Fiordispina di Villa Sorbo.
In
Abruzzo, da Chieti molto interessanti l’Ostrea Passerina Igt 2022, il Maia
Pecorino Igt 2022 e la Cococciola Igt Castellina 2022 dell’Azienda Agricola
Maligni, poi sempre da Chieti l’Abruzzo Cococciola Doc 2022 l’Ariosa e il
Montepulciano d’Abruzzo Doc 2018 della Cantina Tommaso Olivastri.
Dalle
Marche, nella zona del Verdicchio Classico Castelli di Jesi in località San
Marcello (An), molto buoni il Verdicchio Bio Classico 2022 Serra46 e quello
Classico Superiore Bio 2021 Matto di Filodivino, realtà nata nel 2014.
Salendo
lo Stivale, Borghi d’Europa ha poi fatto una capatina in Valle d’Aosta, per
assaggiare alcune etichette della Cantina Di Barrò di Saint Pierre (Ao): degni
di menzione il Rosso Valle d’Aosta Doc Fumin 2020 e il Valle d’Aosta Doc Petit
Rouge 2022.
In
Piemonte invece, sono state ritenute fini e persistenti le bolle Altalanga Docg
di Ettore Germano da Serralunga d’Alba (in particolare l’Extrabrut Docg Metodo
Classico da uve Chardonnay e Pinot Nero e la Riserva Blanc de Noir Pas Dosè
Docg 100% Pinot Nero).
Da
Diano d’Alba (Cn), interessanti il Langhe Rosso Bio Adesso 2021 (Barbera,
Dolcetto e Nebbiolo) e il Langhe Nebbiolo Doc Così 2021 dell’Azienda Agricola
Camparo, mentre dalla piccola Albugnano Doc nell’alto Astigiano, apprezzati il
Piemonte Doc Albarossa 2021, l’Albugnano Doc 2022 (100% Nebbiolo) e il Và Anait
Albugnano Doc Superiore 2019 dell’Azienda Vitivinicola Alle Tre Colline,
gestita dalla Famiglia Carossa.
Infine,
in Oltrepò Pavese impossibile non citare lo Spumante Metodo Classico
Roccapietra Zero 2017 (100% Pinot Nero) e il Bianco Pienosole 2019 (Riesling
Italico in purezza) di Scuropasso di Pietra de Giorgi e naturalmente i tipici
Buttafuoco di Andrea Picchioni da Canneto Pavese.
Tutte
etichette buone e giuste quelle degustate alla Slow Wine Fair dalla Redazione
di Borghi d’Europa: così va bene!
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