sabato 30 settembre 2023

Tre Bicchieri 2024 dell'Emilia-Romagna. Unica regione politica ma due diverse per tradizioni vinicole

 Gambero Rosso anticipa i Tre bicchieri della Guida 2024 che verrà presentata il 15 ottobre 


Roma, 30 settembre 2023 - Sono 15 i vini dell'Emilia Romagna che quest'anno hanno ottenuto i Tre Bicchieri, il massimo riconoscimento assegnato dalla guida Vini d'Italia di Gambero Rosso.


 


Il Pigro Dosaggio Zero M.Cl. 2020, Cantine Romagnoli

Lambrusco di Sorbara Brut In Purezza Silvia Zucchi 2022, Zucchi

Lambrusco di Sorbara Brut Rosé del Cristo M. Cl. 2020, Cavicchioli

Lambrusco di Sorbara Brut Rosé M. Cl. 2018, Cantina della Volta

Lambrusco di Sorbara Leclisse 2022, Alberto Paltrinieri

Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Vini del Re 2022, Cantina Sociale Settecani

Lambrusco Salamino di Santa Croce Dedicato ad Alfredo Molinari, Cantina di Carpi e Sorbara

Reggiano Lambrusco Concerto 2022, Ermete Medici & Figli

Romagna Albana Secco Codronchio 2021, Fattoria Monticino Rosso

Romagna Albana Secco Vitalba 2022, Tre Monti

Romagna Sangiovese Marzeno Sup. Poggio Vicchio 2021, Fattoria Zerbina

Romagna Sangiovese Modigliana Tramazo 2020, Mutiliana

Romagna Sangiovese Modigliana V. Beccaccia 2021, Villa Papiano

Romagna Sangiovese Predappio Le Lucciole Ris. 2020, Chiara Condello

Romagna Sangiovese Sup. Sole Rosso Ris. 2020, Enio Ottaviani

 


Un'unica regione politica, ma due diverse per suoli, vitigni, clima e tradizioni vinicole, a partire dall'Emilia, protagonista col Lambrusco, il grande vino popolare, presente da sempre nelle tavole emiliane, ma ormai capace di presenziare a testa alta tra i grandi vini italiani. Dal Sorbara al Reggiano, ma soprattutto il Grasparossa di Castelvetro e il Salamino di Santa Croce che – vera novità di quest’anno - salgono sul gradino più alto del podio. Ma questa zona della regione non si ferma al Lambrusco: il piacentino (altra novità) emerge grazie a un Metodo Classico e siamo convinti che la spumantistica di qualità possa essere una strada da percorrere per quel territorio che invece stenta sulle tipologie tradizionali. Facciamo rotta verso est e, prima della Romagna, sosta nel Bolognese. Bene il Pignoletto dove ci sono tanti vini deliziosi, ben fatti, dai prezzi onesti, perfetti per il bere quotidiano, meno interessanti i tanti (troppi) vini frutto di varietà internazionali, dall’identità poco marcata.


 


La Romagna, invece, è la regione vitivinicola rivelazione dell’anno: il lavoro sulle 16 sottozone del Romagna Sangiovese sta dando i suoi frutti, i vini sono sempre più centrati in seno a finezza ed eleganza e il territorio sta venendo fuori nel migliore modo possibile. Bene, benissimo anche l’Albana, frutto del particolare vitigno omonimo, che si presta a diverse e affascinanti vinificazioni. Sarebbe già tanto, ma non ci si ferma qui. Il Trebbiano è il vitigno più coltivato in assoluto e siamo convinti possa essere una varietà su cui puntare, non solo per i vini più semplici o come base spumante, ma anche per delle belle selezioni di vigna. Ultimi, ma non di certo ultimi, citiamo alcuni vitigni autoctoni (su tutti longanesi, famoso, rebola, centesimino) e alcuni internazionali che si sono acclimatati molto bene tanto da poterli considerare tradizionali: in alcuni casi danno origine a produzioni piccole, in altri meno, ma in ogni caso riescono molto bene a mettere in evidenza la biodiversità ampelografica del territorio.


 

La Regione Piemonte, il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano e il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Torino, la Fondazione Compagnia di San Paolo presentano in anteprima il Parlamento Subalpino dopo gli interventi di manutenzione straordinaria giovedì 28 settembre, ore 12.30

 



Sostenibilità, destagionalizzazione, inclusione e investimenti Un nuovo cambio di passo per riportare la montagna al centro

 

“Sguardi sui territori”, quarta edizione

 




4 sedi, 21 film, 10 tra associazioni, istituti di ricerca, musei ed ecomusei provenienti da tutta Italia, 16 tra antropologi, storici, architetti, geografi, archivisti, documentaristi, registi che parteciperanno alla rassegna: sono i numeri della IV edizione del Festival “Sguardi sui territori”, itinerante, dedicato al rapporto tra antropologia visuale ed ecomusei, in programma dal 5 all’8 ottobre a Udine, Gemona del Friuli, Buja e Montenars. Tema conduttore di quest’anno è il paesaggio, pensato a partire dalla definizione coniata dalla Convenzione europea – “Paesaggio” designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni –, ma anche articolato entro le dinamiche contemporanee: i mutamenti climatici e le conseguenti trasformazioni dei luoghi e delle attività, le intersezioni fra uomo e natura, gli abbandoni, i ritorni, i processi dialettici fra tradizione e innovazione, i ricambi e gli scambi intergenerazionali, i patti e i conflitti fra i diversi interessi territoriali.

La prima giornata, ospitata presso il cinema Visionario di Udine e dedicata al regista marchigiano Libero Bizzarri, vedrà coinvolti l’AAMOD di Roma e il Centro Studi Don Nicola Jobbi di Teramo. Le due giornate centrali del festival, in programma a Gemona, Buja e Montenars, si occuperanno di progetti di ricerca territoriali realizzati in Basilicata (“Le architetture rurali e il patrimonio demoetnoantropologico” a cura dell’ICCD del Ministero della Cultura e dell’Associazione Bambun di Teramo), Veneto (“Vaia: la tempesta nella memoria”, a cura del Museo Etnografico Dolomiti), Sardegna (“Fontane storiche e architetture dell’acqua”, a cura dell’Associazione Storia della Città di Roma) e Friuli Venezia Giulia (“Roccoli e bressane del Friuli”, a cura dell’Ecomuseo delle Acque). La giornata conclusiva a Gemona darà spazio a realtà museali regionali e nazionali (Ecomuseo “I Mistîrs”Ecomuseo Cimbro dei Sette Comuni) che si sono misurate con la rappresentazione audiovisuale dei loro territori e delle loro comunità. Un bilancio finale coinvolgerà tutti i partecipanti per individuare le future, possibili traiettorie del festival.

«Tutto questo sforzo, questa attenzione a temi e contenuti apparentemente lontani dalle attività e dalle pratiche museali, sono comprensibili se viene valutato il modello operativo di cui è portatore l’Ecomuseo delle Acque: si rifà ai concetti della nuova museologia che vede il museo aperto al territorio e non più racchiuso in un edificio, e che sposta i princìpi alla base dell’istituzione museale dalla collezione al patrimonio in senso olistico, da un’impostazione disciplinare a una modalità di organizzazione interdisciplinare, dalla gestione pubblica dei beni culturali a forme di cittadinanza attiva in favore del patrimonio nella sua più ampia accezione». (dal Catalogo del Festival)

Konsum srl inaugura il negozio e partecipa alla campagna sul risparmio energetico per i bambini





KONSUM SRL DI CORNUDA HA IN QUESTI GIORNI INAUGURATO IL NEGOZIO DOVE COMMERCIALIZZA I PRODOTTI DI ANTINFORTUNISTICA, SEGNALETICA STRADALE,IGIENE E PULIZIA INDUSTRIALE.

“ Il negozio è stato sistemato, ordinato e facilita oggi in una dimensione spaziale ampia ed ariosa, le scelte della clientela. Come sempre la selezione dei fornitori è fatta sulle basi della loro qualità ed affidabilità.

La presentazione è stata realizzata con un appuntamento aperto curato da Radio Piterpan : un happening vivace e partecipato, con degustazioni, secondo il miglior stile made in veneto.




Prosegue nel frattempo il cammino di Konsum srl per raccontare gli Obiettividell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In particolare in questi giorni ha preso il via la campagna al risparmio energetico dedicata ai bambini, che coinvolge l'Azienda di Cornuda.

5 idee per far risparmiare l’energia ai bambini

I bambini imparano col buon esempio, quindi per prima cosa dovete essere voi genitori a cercare di ridurre il consumo di energia in casa (e anche fuori!). Ecco in cosa potete coinvolgere i vostri figli.

Spegnere i dispositivi elettronici e staccare la spina

Non è una bufala: lasciare i dispositivi elettronici accesi, magari collegati alle prese, consuma energia. Per evitarlo, suggerite ai vostri figli di spegnere il computer, di non tenere il telefono o il tablet in carica tutta la notte o un tempo superiore a quello necessario, preferite le luci per la notte che si ricaricano e non che necessitano di alimentazione.

Anche la tv e gli altri apparecchi collegati dovrebbero essere staccati dalla presa prima di andare a dormire.



Non tenere il frigo troppo aperto

Il frigo raffredda, e per farlo deve mantenere la temperatura costante intorno ai 4 gradi. Se si tiene lo sportello aperto troppo a lungo, magari mentre si sceglie cosa mangiare, l'elettrodomestico si mette a lavorare con più intensità per restare freddo, consumando di più.



Non accendere la luce se non è buio

L'abitudine di accendere la luce anche di giorno se non se ne ha necessità è molto diffusa tra bambini e adulti. Insegnate ai vostri figli, dando il buon esempio, che abituarsi alla luce naturale è molto meglio che vivere sempre sotto la lampadina accesa! Inoltre, la luce naturale aiuta a mantenere gli occhi in forma e a combattere la miopia.



Spegnere le luci

La più banale di tutte le raccomandazioni: spegnere le luci quando si esce da una stanza! Purtroppo nemmeno gli adulti ci fanno caso, eppure è importantissimo per risparmiare energia. Quando lasciate una stanza, anche se ci dovete tornare, ricordatevi di spegnere le luci e insegnate a farlo ai vostri bimbi, che spesso sono di corsa e non ci pensano.



No al condizionatore!

Come facevamo noi senza aria condizionata? Certo, morivamo di caldo, ma limitare l'uso del condizionatore è possibile. Non lasciate che i vostri figli lo accendano di continuo, o che lo lascino acceso tutta la notte per dormire, fa male anche alla salute. E se sono tentati di accenderlo in modalità calore in inverno, insegnate loro che… basta vestirsi di più! E tenere un po' i vestiti sul calorifero prima di indossarli.

Insegnare ai bambini come risparmiare energia, ancora di più oggi che le bollette rincarano e che la sfida ambientale ci chiama: bastano pochi accorgimenti per crescere figli consapevoli dell'importanza del risparmio energetico!

venerdì 29 settembre 2023

Il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato ha presentato i risultati finali di AGEBA, studio incentrato su recupero e valorizzazione del germoplasma antico della varietà Barbera per l'adattamento al cambiamento climatico

 


Presentati lo scorso venerdì 22 presso l’Istituto Statale Superiore Penna di Asti i risultati dello studio volto alla ricerca della “Barbera del futuro”
 
 
Costigliole d’Asti, 28 settembre – Sono stati presentati i dati dello studio “AGEBA - recupero e valorizzazione del germoplasma antico di Barbera per l'adattamento al cambio climatico”, progetto con cui il Consorzio si è prefissato di individuare ceppi di Barbera particolarmente resistenti ai cambiamenti climatici in atto ed esenti da malattie per individuare la “Barbera del futuro”.

Il progetto ha avuto inizio a maggio del 2022 ed è stato portato avanti per tutta la campagna viticola 2023, gettando le basi per poter approfondire e sviluppare i risultati ottenuti in futuro.

L’indagine consiste nell’affrontare il cambiamento climatico dal punto di visto genetico, recuperando e valutando la variabilità intravarietale del vitigno Barbera per programmare successivamente la propagazione di antichi ceppi di Barbera appartenenti al periodo precedente alla selezione clonale ovvero prima degli anni ’70 del secolo scorso, per sperimentare il loro comportamento in rapporto al cambiamento climatico.
Si suppone che questi ceppi siano portatori di caratteri utili per resistere a fenomeni climatici estremi, all’aumento delle temperature, e alla riduzione della piovosità ed esenti dalle principali virosi e dalla flavescenza dorata/legno nero e perciò ideali per costituire i nuovi cloni per la Barbera.
Affianco a questo progetto principale, si è delineato un secondo filone sperimentale. Esso prevede due tipi di interventi in vigneti di Barbera già esistenti:
1- La potatura tardiva per posticipare la fase di gemmazione, ed evitare i danni causati dalle sempre più frequenti gelate primaverili.
2 - La sperimentazione di trattamenti fogliari in vigneto su Barbera con biostimolanti a base di idrolizzati nei momenti di maggiore stress termico e idrico della pianta, al fine di mitigarne gli effetti negativi dello stress sulla pianta.
In entrambi i casi, verranno studiati gli effetti che questi trattamenti hanno sulla fenologia e sugli aspetti vegeto-produttivi della vite e sulla qualità del vino prodotto.

I risultati degli studi hanno permesso di ottenere una migliore conoscenza genetica del vitigno Barbera, allo stesso momento è stata messa in luce la necessità di ampliare il tempo di sperimentazione per l’ottenimento di risultati scientificamente rilevanti. Nel primo caso si è individuato un periodo di tempo tra i 5 e i 7 anni affinché si possa propagare e creare un vigneto sperimentale valutandone le performance produttive e nel secondo caso si ritiene necessario un periodo di almeno 3 anni.
 
IL CONSORZIO BARBERA D’ASTI E VINI MONFERRATO

Il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, fondato nel 1946, ha il compito di tutelare e promuovere le sue denominazioni per garantire la loro diffusione e la loro immagine sui mercati nazionali e internazionali, anche attraverso appositi marchi distintivi. Attualmente il Consorzio conta più di 400 aziende associate e 13 denominazione tutelate.
 

TERRITORI ED ECCELLENZE: LA TERZA EDIZIONE DI OLTREPO’ TERRA DI PINOT NERO

 




Milano, 29 settembre 2023- L’Oltrepò Pavese è una terra ricca di biodiversità e di tradizioni antiche, che conta sei Doc e una Docg, che necessitano di essere valorizzate e comunicate nella maniera migliore.

Il Consorzio di Tutela Vini Oltrepò Pavese, diretto da Carlo Veronese, lavora alacremente per promuovere questo patrimonio di denominazioni, due delle quali riguardano le due anime del Pinot Nero, la Docg per gli Spumanti Metodo Classico e la Doc per i rossi fermi .

Per celebrare queste due diverse espressioni di Pinot Nero, anche quest’anno si è svolta la rassegna enologica “Oltrepò Terra di Pinot Nero” nello splendido contesto della Tenuta Pegazzera di Casteggio: Borghi d’Europa vi ha partecipato, traendone ottime indicazioni.

All’evento, organizzato per stampa e operatori del settore, sono state presenti 34 Aziende virtuose del territorio, alcune delle quali scelte per le due Masterclass, una dedicata ai Pinot Nero Doc e l’altra per gli Spumanti Metodo Classico Docg, condotte da Filippo Bartolotta e Iacopo Cossalter.

Gli Spumanti Docg assaggiati si sono rivelati molto fini ed eleganti, con una spiccata sapidità che da più brio e una lunga beva, mentre i rossi hanno trasmesso eleganza, profumi e anche un bel corpo, con un potenziale evolutivo molto interessante.

Le Bolle molto apprezzate sono state:

-        L’Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg Pinot Nero Rosè “Note d’Agosto” Extrabrut di Alessio Brandolini

-        L’Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg Pinot Nero Rosè Cruasè Bertè e Cordini di Bertè e Cordini

-        L’Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg Pinot Nero “Casto” Pas Dosè 2018 di Bosco Longhino

-        L’Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg Pinot Nero “Vergomberra” Pas Dosè 2019 di Bruno Verdi

-        L’Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg Pinot Nero “Riva Rinetti” Pas Dosè 2018 di Calatroni

-        L’Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg Pinot Nero Rosè Cruasè “La Bolla Rosè” Brut Millesimato 2018 di Cantine Cavallotti

-        L’Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg Pinot Nero 1865 di Conte Vistarino

-        L’Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg Pinot Nero “Classese” Brut Millesimato 2015 di Fracesco Quaquarini

-        L’Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg Pinot Nero “Asburgico” Pas Dosè 2018 di Riccagioia Ersaf Regione Lombardia

-        L’Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg Pinot Nero Rosè “Monteceresino” Extrabrut Millesimato 2016 di Travaglino

Poi, tra i rossi invece:

-        Il Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese Doc “Albaron” 2020 di Ca del Gè

-        Il Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese Doc “Bertone” 2019 di Conte Vistarino

-        Il Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese Doc “Tiamat” 2021 e il Doc “V18” 2020 di Cordero San Giorgio

-        Il Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese Doc “Giorgio Odero” 2018 di Frecciarossa

-        Il Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese Doc “Luigi Padroggi” 2020 di La Piotta

-        Il Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese Doc Riserva “Amadì” 2020 di Le Fiole

-        Il Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese Doc “Costarsa” 2019 di Montelio

-        Il Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese Doc “Noir” 2020 di Mazzolino

 

-        Il Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese Doc Riserva “Poggio della Buttinera” 2019 di Travaglino

Tutti questi ottimi assaggi hanno confermato il potenziale qualitativo del vitigno Pinot Nero nell’areale Oltrepadano, che infatti è una delle zone di produzione più importanti del panorama vitivinicolo internazionale, non solamente del Belpaese.

Così va bene!


Tre Bicchieri 2024 dell'Umbria. Record di etichette premiate per la regione Gambero Rosso anticipa i Tre bicchieri della Guida 2024 che verrà presentata il 15 ottobre

 

Sono 17 i vini dell'Umbria che quest'anno hanno ottenuto i Tre Bicchieri, il massimo riconoscimento assegnato dalla guida Vini d'Italia di Gambero Rosso.

 

Nella regione piccola c’è il vino buono e lo conferma la verde Umbria con una superficie vitata di circa 13mila ettari, meno del 2% dell’intero patrimonio nazionale ma rislutati eccezionali.

 

In tutto i Tre Bicchieri sono 17, un vero record per la regione. Partiamo da Montefalco, dove l’enoturismo è capace, tramite l’omonima denominazione, di mettere in bottiglia vini autentici, di carattere, ma soprattutto variegati. Si parte dal Sagrantino che anno dopo anno convince sempre di più. La strada intrapresa è quella giusta e il grande rosso (fitto, tannico e di struttura) gioca oramai la sua partita anche su linee di finezza e bevibilità. Ben sei i Tre Bicchieri conquistati sono senza dubbio un grande traguardo. 

Ma ci sono anche le altre anime di Montefalco: il Rosso, in prevalenza da uve sangiovese; il Montefalco Grechetto e il Montefalco Bianco, frutto di uvaggio dove il trebbiano spoletino è presente almeno per il 50%. Quest’ultimo è invece protagonista assoluto nella Doc Spoleto e sta dando una prova di grande stile. Sui bianchi, si fa rotta verso Orvieto dove l’indicazione (che arriva dai premiati, ma non solo) è chiara: sono vini dall’indubbio potenziale d’invecchiamento . 

 

Ma ottimi sono i rossi ciliegiolo e del gamay del Trasimeno, per concludere col sangiovese che segna la viticoltura di Torgiano, dove la piccolissima Doc offre pochi (ma buonissimi) prodotti, a partire da quel Vigna Monticchio che fece conoscere i vini umbri nel mondo, per arrivare al Freccia degli Scacchi di Terre Margaritelli.

  

 Ecco i 17 premiati:

 

Cervaro della Sala 2021

Castello della Sala

Montefalco Sagrantino 2019

Scacciadiavoli

Montefalco Sagrantino 25 Anni 2019

Arnaldo Caprai

Montefalco Sagrantino Colle alle Macchie 2019

Giampaolo Tabarrini

Montefalco Sagrantino Collenottolo 2018

Tenuta Bellafonte

Montefalco Sagrantino Exubera 2017

Terre de La Custodia

Montefalco Sagrantino Fidenzio 2018

Tudernum

Orvieto Cl. Sup. Campo del Guardiano 2020

Palazzone

Orvieto Cl. Sup. Luigi e Giovanna 2020

Barberani

Orvieto Cl. Sup. Mare Antico 2021

Decugnano dei Barbi

Primo d'Anfora 2020

Argillae

Ràmici Ciliegiolo 2020

Leonardo Bussoletti

Spoleto Trebbiano Spoletino Anteprima Tonda 2020

Antonelli - San Marco

Sua Signoria 2022

Briziarelli

Torgiano Rosso Freccia degli Scacchi Ris. 2020

Terre Margaritelli

Torgiano Rosso Rubesco V. Monticchio Ris. 2019

Lungarotti

Trasimeno Gamay Poggio Petroso Ris. 2020

Duca della Corgna