Dopo 4 anni di attività si è concluso il progetto #EuSAVE, che ha visto coinvolti 8 partner e 40 municipalità in tutta Europa. Così l’UE cerca di preservare il suo inestimabile patrimonio storico e culturale
Tra il 30 agosto e il 3 settembre 2022 si è svolto a Boljarovo, in Bulgaria, l’evento conclusivo del progetto #EuSave – EU Citizens’ Action for Smart Historic Villages (Azione dei cittadini europei per borghi storici intelligenti). Il progetto, cofinanziato dall’UE con 146.160 euro nell’ambito del programma “Europe for Citizens”, ha visto la partecipazione di 40 municipalità rurali con meno di 10.000 abitanti da 8 paesi europei (Belgio, Bulgaria, Croazia, Italia, Lettonia, Macedonia del Nord, Portogallo e Spagna).
Avviato a gennaio 2019, il programma avrebbe dovuto concludersi in due anni, ma l’emergenza pandemica ne ha inevitabilmente dilatato le tempistiche, posponendo il suo epilogo a dicembre 2022.
Spesso le comunità rurali vengono poste in secondo piano rispetto alle comunità urbane, che attraggono gran parte dei fondi destinati allo sviluppo e all’innovazione. Se questo può risultare strategico in termini di concentrazione delle risorse, nel lungo termine produce una diseguaglianza territoriale difficilmente colmabile. Questo conflitto tra città e periferia non si traduce solamente in disparità salariale e di opportunità, ma anche nell’impoverimento delle aree rurali, tanto in termini economici quanto in termini demografici. Lo spopolamento delle periferie porta con sé tutta una serie di conseguenze negative, non da ultima la perdita delle tradizioni e dell’eredità culturale legata al territorio.
Il progetto #EuSAVE si è posto come primo obiettivo proprio quello di salvaguardare il patrimonio storico e culturale di queste realtà, creando un network europeo di municipalità che condividono le stesse problematiche, anche se declinate nella specificità di ciascun contesto. La condivisione delle proprie esperienze, soluzioni e difficoltà contribuisce in maniera sostanziale al superamento degli ostacoli comuni che queste comunità stanno affrontando in tutta Europa.
Da questo proficuo scambio di vedute – che ha coinvolto anche professori ed esperti nel campo del turismo e dello sviluppo locale provenienti da diversi istituti belgi – è stato redatto un piano di trasferibilità e sostenibilità. Questo documento strategico non solo raccoglie le pratiche più interessanti emerse nel corso del progetto, ma permette anche ad attori e municipalità esterne di replicarle nel proprio contesto di riferimento.
Una comunità è composta dai cittadini che la compongono. Consapevoli della veridicità di questo semplice assunto, i partner del progetto hanno cooperato tra di loro per rafforzare la partecipazione dei cittadini alla vita socio-economica delle rispettive municipalità, promuovendo azioni di impegno sociale e delineando strategie di sviluppo locale basate sull’eredità culturale del territorio di appartenenza. Ciò che è emerso nel corso di questi 4 anni è infatti la profonda connessione tra tradizione e patrimonio culturale: difendere l’uno significa automaticamente tutelare l’altra.
I partner di progetto
La leadership del progetto è stata assunta da Concello de Vimianzo, in Spagna, ma ha potuto contare sul supporto di un vasto network composto da 7 partner: Comune di Boljarovo (Bulgaria); Gruppo di azione locale Zagorje-Sutla (Croazia); Unione dei Comuni della Grecia Salentina (Italia); Comune di Dagda (Lettonia); Comune di Berovo (Macedonia del Nord); Comunità intermunicipale di Alto Alentejo (Portogallo); ALDA (European Association for Local Democracy), che ha fornito il supporto logistico e l’expertise necessaria per portare a compimento il progetto.
di Nicola Zordan
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