Non serve la retorica, non servono le polemiche, non servono le fake news. La storia torna magistra vitae. E così diventa di grande attualità il racconto della «battaglia di Torino», che in sette giorni dell’aprile 1945 riuscì a liberare il capoluogo piemontese dalla morsa della Wermacht e delle Brigate Nere prima dell’arrivo degli Alleati: serve a far conoscere «soprattutto alle giovani generazioni i giorni tremendi e trepidi, tormentati e lieti della Liberazione del nostro Paese». Così scrisse Davide Lajolo – il giornalista e scrittore che con il nome di «Ulisse», scelse la lotta partigiana – nella quarta di copertina della prima edizione del mio libro, che oggi esce completamente rinnovato, con il titolo La Liberazione di Torino. Aprile 1945: le sette giornate dell’insurrezione, grazie alle Edizioni del Capricorno (260 pagine, 15 €). Alla fine degli anni Settanta, non ancora trentenne, ero all’inizio della mia carriera giornalistica e, grazie all’amicizia con la figlia Laurana, frequentavo la sua casa di Vinchio, nel Monferrato, tra le colline dov’era nato e amava rifugiarsi. Collaboravo alla rivista Giorni, che Ulisse dirigeva, e un giorno, passeggiando per le vigne con il suo cane Argo, mi chiese di scrivere un libro dedicato ai giorni dell’insurrezione di Torino, per una collana che stava organizzando. Emozionato, ma con orgoglio, accettai l’incarico di firmare la mia prima opera. Dopo quella, ne ho scritte tante, da solo o con mia moglie Clara, dedicate a diversi argomenti di storia materiale, ma per me quell’esordio da «giovane autore» fu indimenticabile. Mi gettai con entusiasmo alla ricerca di testimonianze, documenti, libri, articoli dedicati ai giorni della Liberazione di Torino, in un lavoro che m’impegnò per oltre un anno. Sono «le straordinarie, preziosissime testimonianze degli operai e dei partigiani che alla liberazione della città hanno partecipato, raccolte negli anni Settanta dall’autore dalla viva voce dei protagonisti e riproposte ora ai lettori» (dalla bella scheda in quarta di copertina, curata dall’editor Roberto Marro, grazie!). Ha scritto nella prefazione Paolo Borgna, presidente dell’Istoreto (Istituto Piemontese per la storia della Resistenza), già procuratore della Repubblica aggiunto di Torino e biografo di Alessandro Galante Garrone e Giorgio Agosti: «Quarantatré anni dopo, Padovani riprende in mano quelle pagine e, mantenendo la robusta struttura portante del racconto, la rivisita, soprattutto alla luce delle numerose nuove fonti storiografiche prodotte da una generazione di giovani studiosi che, con non minore passione civile ma maggior distacco rispetto a chi era nato nell’immediato dopoguerra, ha saputo approfondire e raccontare fatti ed episodi affidati all’agiografia. Alla maggiore ricchezza delle fonti si aggiungono, in questa nuova edizione, un’ampia documentazione fotografica e l’inserimento, nei vari capitoli, di manifesti, documenti, pagine dei quotidiani dell’epoca e di preziosi box illustrativi delle sigle politiche e dei personaggi. Dai nuovi arricchimenti del libro ci viene infine una lezione: anche gli eventi storici, la cui narrazione ha costituito il mastice della nostra identità culturale e politica, possono essere rivisitati senza cadere nel “revisionismo”». È dunque con emozione che annuncio questo libro particolare, profondo, vero. Con l’aiuto delle storiche dell’Istoreto, Barbara Berruti e Chiara Colombini, siamo riusciti a organizzare un mini-tour intorno alla Festa del 25 Aprile per presentare il libro, con l’apertura il 22 aprile al Polo del 900, alla presenza del Sindaco di Torino, prof. Stefano Lo Russo, che ha confermato la sua partecipazione. Saremo poi al Salone del Libro con lo storico Giovanni De Luna e in un altro appuntamento con lo storico Nicola Adduci, il presidente dell’ANPI di Torino, Nino Boeti e la scrittrice Margherita Oggero. Ho accolto con entusiasmo l’invito della Sezione ANPI Martorelli a presentare il mio libro, la mattina del 28 aprile, al Liceo Giordano Bruno: sono pronto a incontrare altri studenti. [g.pa.] |
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