giovedì 17 marzo 2022

Tutti in fila per Salgado

 

 

 


Una mostra straordinaria, per i contenuti, il messaggio, le finalità, non può che richiamare un gran numero di persone sin dall’apertura. È quanto sta accadendo con “Terra” di Sebastião Salgado, allestita nelle sale del Castello Savorgnan ad Artegna. Il primo fine settimana ha visto un’affluenza record di visitatori. C’era da aspettarselo, potreste dire, ma non in queste proporzioni, rispondiamo. L’esposizione è promossa da Gruppo 89, Ecomuseo delle Acque e Comune di Artegna, in collaborazione con CeVI-Centro di Volontariato Internazionale e Buteghe dal Mont. Resterà aperta fino al 1 maggio, con il seguente orario: sabato, domenica e festivi, dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30.

Nel periodo di apertura si svolgeranno incontri e iniziative finalizzati a far conoscere i motivi dell’allestimento e ad approfondire le condizioni di vita dei “senza terra”, i lavoratori agricoli brasiliani a cui la mostra è dedicata. Il primo appuntamento è in programma venerdì 18 marzo alle 18.30 sempre nel Castello Savorgnan, con la presentazione delle immagini di Salgado e gli interventi dell’amministrazione comunale di Artegna e delle associazioni promotrici. Verrà illustrato il progetto “Pachamama”, per l’affermazione della sovranità alimentare delle donne rurali in Bolivia, da sostenere con la raccolta di fondi promossa dalla mostra. Prenotazione obbligatoria, ingresso con green pass rafforzato.

 

Il Progetto “Pachamama” ha l’obiettivo di promuovere il ruolo della donna nell’affermazione della sicurezza alimentare e del diritto a un’alimentazione adeguata in 20 comunità rurali dei Dipartimenti di La Paz e Cochabamba in Bolivia. Si tratta di territori rurali semiaridi situati a un’altitudine media di 2500 m, abitati da comunità indigene che si dedicano all’agricoltura con un indice medio-alto di vulnerabilità all’insicurezza alimentare e un tasso di denutrizione del 27%. La popolazione nei due comuni di La Paz è di 10.804 persone (9.109 in situazione di vulnerabilità), mentre nei sei di Cochabamba è di 90.832 persone (75.984 in situazione di vulnerabilità).

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