mercoledì 10 novembre 2021

CHI SI FERMA È PERDUTO

 Una produzione Sky Arte e TIWI con il sostegno della Regione Emilia-Romagna

 

 

La nuova serie animata

con le interviste impossibili sui viaggi straordinari di

Marlene Dietrich, Heinrich Schliemann, Mary Shelley, Howard Phillips Lovecraft, Oscar Niemeyer, Lorenzo Da Ponte, Ludwig Wittgenstein, Agatha Christie

 

Guidate dalla voce di Neri Marcorè

 

 

DOMENICA 14 NOVEMBRE ORE 20.40

EP.3: MARY SHELLEY

EP.4: HOWARD PHILLIPS LOVECRAFT

 

 

DISPONIBILE ANCHE ON DEMAND E IN STREAMING SU NOW

 

 

 

 

A partire da domenica 7 novembre alle ore 20.40, Sky Arte presenta Chi si ferma è perduto, la nuova serie animata prodotta da TIWI con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, che raccoglie interviste impossibili e resoconti di viaggio tra realtà e immaginazione attraverso il tempo e lo spazio.

 

I protagonisti degli otto episodi sono artisti, letterati, studiosi, innovatori, personalità eccezionali che hanno lasciato il loro segno nella storia: da Marlene Dietrich a Heinrich Schliemann, da Mary Shelley a Howard Phillips Lovecraft, da Oscar Niemeyer a Lorenzo Da Ponte, da Ludwig Wittgenstein ad Agatha Christie.

 

Guidati dalle domande di Neri Marcorè e animati dagli illustratori e animatori di TIWIdiretti da Raffaele Compagnoni, questi ospiti straordinari si raccontano e raccontano del viaggio che ha cambiato per sempre la loro vita: quel momento in cui il contatto con nuove culture, persone e orizzonti ha contribuito a plasmarne la visione, la creatività e le opere.

 

Domenica 14 novembre, alle ore 20.40, andrà in onda l’episodio 3 – con le illustrazioni di Gianmarco Veronesi e la colonna sonora originale di Stefano Pilia dedicato a Mary Shelley e in particolare al suo viaggio in Italia dal 1818 al 1823, tra Pisa, Roma, Napoli e La Spezia.

 

Ci sono pochissimi scrittori che riescono a firmare un grande libro e ancora meno autori che con la loro opera danno vita a un nuovo filone di narrazioni. Mary Shelley, non ancora ventenne, è riuscita a fare entrambe le cose.

Certo è che il suo grande talento letterario non veniva dal nulla, ma da un percorso familiare unico nel suo genere: figlia di un filosofo radicale e di una delle poche pensatrici dell’epoca, Mary è immersa nell’ambiente culturale inglese al punto da conoscere giovanissima l’amore della sua vita, il poeta Percy Shelley.

Shelley la trasporta in un mondo al di fuori degli schemi, dove la passione per la scrittura si mescola a una vita vissuta fuori dalle convenzioni della morale borghese. Il loro amore è simbiotico e contraddittorio, caratterizzato da una continua ricerca di un ideale di libertà a cui però i due danno un significato molto diverso: per Mary essere liberi significa essere liberi di scegliere la direzione della propria vita e con chi condividerla, per Shelley significa poter amare più donne contemporaneamente.

Questo contrasto dinamico esplode in tre grandi viaggi, due di questi fondamentali per la storia della letteratura moderna. Nel 1816, infatti, a Villa Diodati, sul lago di Ginevra, Mary Shelley, Lord Byron e John Polidori, sfidandosi in una gara di scrittura daranno vita alla letteratura horror contemporanea. E dal 1818 al 1823 gireranno l’Italia, dando vita ad una sorta di tragico Grand Tour che terminerà con il naufragio di Percy, tra Livorno e La Spezia.

 

A seguire, andrà in onda il quarto episodio – con le illustrazioni di Valerio Befani e la colonna originale di Sebastiano De Gennaro – dedicato a Howard Phillips Lovecraft e alla sua permanenza a New York, nei due anni in cui è stato sposato con Sonia Greene.

 

Tutti gli appassionati di horror conoscono Howard Phillips Lovecraft come il “Solitario di Providence”. Secondo questa vulgata, Howard Phillips Lovecraft, ignorato dalla quasi totalità del mondo editoriale, sarebbe rimasto per tutta la vita nella sua adorata città natale, limitando al minimo i viaggi al di fuori del Rhode Island. Anche i contatti umani sarebbero stati decisamente pochi, e questo avrebbe contribuito a giustificare le sue ristrette vedute politiche: un provinciale a tutti gli effetti, sia dal punto di vista filosofico che geografico.

Ma in realtà Lovecraft ha avuto una vita molto più complessa e – come provano le circa diecimila lettere che ci ha lasciato – dalla ricchezza interiore decisamente più profonda. Il solitario di Providence, infatti, aveva una sua peculiare concezione dell’amicizia (come del resto, di ogni aspetto della vita) ma solo non è stato mai: aveva un gran numero di corrispondenti sparsi per tutta l’America, e faceva parte di un gruppo di scrittori, il Kalem Club, che si riuniva tutte le settimane a New York.

Scopriamo così che Howard Phillips Lovecraft è sempre in bilico tra due universi contrapposti: scrittore amatoriale o professionista, solitario o pieno di amici, razzista o colto gentiluomo – senza però mai essere veramente in nessuno dei due.

 

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