mercoledì 6 ottobre 2021

THE POETRY OF TRANSLATION A cura di Judith Waldmann 13.11.2021 – 13.02.2022 Kunst Meran Merano Arte Via Portici 163, Merano

  

 


Bruno Munari, Supplemento al dizionario italiano, (Corraini Edizioni 2006)

© 1963 Bruno Munari. Tutti i diritti riservati alla Maurizio Corraini s.r.l.


[…] what I consider to be one of the most important arts of the future:

the art of translation.

Édouard Glissant (1928-2011)

Scrittore, poeta e filosofo

Quest’autunno Kunst Meran Merano Arte indagherà l’appassionante fenomeno della traduzione attraverso una mostra collettiva. 30 importanti artisti e artiste, nazionali e internazionali, proporranno oltre 70 lavori capaci di far luce sul processo della traduzione da prospettive inedite. Per la prima volta, saranno messe in relazione le opere di artiste e artisti tra cui Annika Kahrs, Anri Sala, Babi Badalov, Ben Vautier, Carla Accardi, Cerith Wyn Evans, Christine Sun Kim & Thomas Mader, Ettore Favini, Elisabetta Gut, Franz Pichler, Irma Blank, Jorinde Voigt, Kader Attia, Katja Aufleger, Ketty La Rocca, Kinkaleri, Lawrence Abu Hamdan, Lawrence Weiner, Leander Schwazer, Lenora De Barros, Maria Stockner, Mirella Bentivoglio, Siggi Hofer, Slavs and Tatars, Tomaso Binga.

 

Traendo ispirazione dalla condizione multilingue vissuta in Alto Adige e dalla sua complessa storia di convivenza interetnica, Kunst Meran Merano Arte si pone come il contesto ideale per una mostra dedicata alla traduzione, che intende porre interrogativi su concetti quali l’identità, il multiculturalismo, la diversità.

 

THE POETRY OF TRANSLATION guarda al complesso processo della traduzione tanto in qualità di fonte di partecipazione, comprensione internazionale, creatività, genio e poesia quanto come possibile causa di incomprensioni ed esclusioni. La traduzione è intesa come un processo creativo da cui scaturisce sempre qualcosa di nuovo.

 

A partire dalla traduzione di tipo linguistico, la mostra allarga l’indagine alla trasposizione di ulteriori sistemi segnici (artistici) come la musica, il canto, la danza, il colore, la luce, i codici digitali o la pittura. Attraverso alcune opere esposte, in cui unità di codice morse sono tradotte in segnali luminosi (Cerith Wyn Evans, Goodnight Eileen, 1982) o la musica in disegno (Jorinde Voigt, Ludwig van Beethoven - Sonate Nr. 1 bis 32, 2012), l’esposizione intende porre interrogativi come: cosa succede quando un sistema viene trasferito in un altro? E cosa accade quando un visitatore non è in grado di decifrare il codice di un sistema di segni e si ritrova a confrontarsi con degli schemi astratti?

 

Le ricerche contemporanee sono inoltre accompagnate da due excursus storici: una sala è dedicata alle lingue artificiali. Tanto l’esperanto che il linguaggio internazionale per immagini isotype (sviluppati, rispettivamente, nel 1887 da Ludwik Zamenhof e nel 1925 da Otto Neurath) ci raccontano il desiderio di un mondo antinazionale e senza traduzioni. Una seconda sala si confronta con la poesia visiva e concreta degli anni ’60 e ’70, dando spazio – in particolare – a un gruppo di artiste che erano state riunite da Mirella Bentivoglio in occasione della mostra Materializzazione del Linguaggio, realizzata in occasione della Biennale di Venezia del 1978, che aveva aperto prospettive inedite e dato spazio alla visione femminile del linguaggio e alla traduzione del linguaggio in forme visive.

 

La mostra prevede un ampio programma di iniziative, di offerte didattiche, visite guidate e incontri, tra cui un artist talk di Francesca Grilli, un concerto di Alessandro Bosetti, in collaborazione con Ensemble Conductus, e una performance di Kinkaleri.

Il percorso espositivo è completato da due opere di arte pubblica realizzate da Lawrence Weiner e Heinz Gappmayr presso l’ospedale di Merano.

È attesa per dicembre 2021 la pubblicazione di un volume edito da Mousse Publishing con una raccolta di testi inerenti alle opere in mostra.

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THE POETRY OF TRANSLATION è la prima mostra curata a Kunst Meran Merano Arte da Judith Waldmann, la nuova curatrice responsabile delle mostre di arte contemporanea dal dicembre del 2020. Prima di assumere questo incarico in Alto Adige, Judith Waldmann ha lavorato come vicedirettore alla Adrian Piper Research Archive Foundation Berlin e come curatrice indipendente, collaborando con istituzioni come la Kasseler Kunstverein e le OGR di Torino.

 

In collaborazione con: Ensemble Conductus, Art Verona Level 0 (The Gallery Apart) e ÓPLA – Archivio del libro d'artista per bambini.

 

Babi Badalov e stato selezionato da Judith Waldmann nell’ambito del format Level 0 promosso da ArtVerona.

 

La mostra è sostenuta da:

Ifa - Institut für Auslandsbeziehungen

GALERIE POGGI, Paris

 

Un particolare ringraziamento a:

Paolo Cortese, Gramma_Epsilon Gallery, Roma/Atene

Bernhard Tuider, Sammlung für Plansprachen und Esperantomuseum, Österreichische Nationalbibliothek, Vienna

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