giovedì 21 ottobre 2021

Reboro. Territorio & passione 4a edizione

  il Reboro incontra l’Amarone: una due giorni all’insegna del gemellaggio tra territori e della fratellanza tra vignaioli.

 

 

Venerdì 15 e sabato 16 ottobre in Valle dei Laghi (Trentino) si è svolta la quarta edizione dell’evento dedicato al Reboro. Appuntamenti e incontri per una due giorni nel nome dell’appassimento, del gemellaggio fra territori e della fratellanza tra vignaioli. Un convegno scientifico, una masterclass, una cena stellata e il tour nella cantine, che hanno registrato un’ampia partecipazione di pubblico e permesso di mettere in dialogo i territori: la Valle dei Laghi, con il suo Reboro e il Vino Santo Trentino, e la Valpolicella con il suo Amarone. 

 

Per il secondo anno di fila il Trentino rinnova l’invito alla Valpolicella per parlare di appassimento e territorio, e la Valpolicella risponde! Il programma si è aperto la mattina di venerdì 15 ottobre con Trentino e Veneto, tecniche e territori a confronto, una tavola rotonda che  ha toccato i temi delle uve rosse, delle tecniche di appassimento e dell’influenza del cambiamento climatico sulle coltivazioni. Il convegno ha messo in dialogo alcuni degli attori che sui due territori operano ogni giorno, tra peculiarità e difficoltà che rendono questi luoghi unici. 

Sono intervenuti Maurizio Ugliano, professore Associato dell’Università di Verona; Enrico Nicolis, enologo veronese, consulente e fu ricercatore in Università; Christian Marchesini, presidente del Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella, Luciano Groff, enologo e professore presso la Fondazione E. Mach; Enzo Poli, presidente dell’Associazione Vignaioli del Vino Santo Trentino e vignaiolo di Santa Massenza; a moderare l’incontro Sissi Baratella, enologa e giornalista. 

Il dialogo ha permesso di portare alla luce elementi di affinità tra i due territori e tra tecniche adottate, primo tra tutti la particolarità del clima e l’incidenza dell’ambiente per le uve in appassimento in fruttaio.

In particolare il professor Maurizio Uliano ha messo in rilievo quali siano le caratteristiche e le variabili che incidono maggiormente nella creazione delle caratteristiche gusto-olfattive dell’Amarone: la varietà, l’ambiente climatico, l’annata e il periodo di raccolta, e come la composizione aromatica dei vini della Valpolicella sappia sottolineare il legame tra tipicità gusto-olfattiva e coerenza con il luogo. Un legame valorizzato ulteriormente dal processo di appassimento. 

A seguire Enrico Nicolis è intervenuto con un contributo rispetto al cambiamento climatico e alle conseguenze dello stesso sull'appassimento delle uve, a partire dal momento della raccolta, e su alcune soluzioni ad oggi adottate da agronomi ed enologi: pratiche che cercano di equilibrare la maturazione delle uve o di agire sulla qualità della buccia, in un’ottica di sperimentazione e ricerca di miglioramento. 

Il professor Groff ha quindi proseguito con un focus sulla Valle dei Laghi, analizzando le caratteristiche che la rendono un areale originale per terreni e ambiente e sottolineando la tradizione secolare dell’appassimento di questi luoghi. Ha poi ricordato come Rebo Rigotti, abitante di questa valle, tecnico e agronomo, abbia realizzato nel 1948 una varietà incrociando Merlot e Teroldego: il Rebo. Questa varietà, legata al territorio, ha una maturazione che ne permette media dimensione dell’acino, una produzione costante, delle buone gradazioni zuccherine. Sarà dopo diversi anni di sperimentazione che si comprenderà l’attitudine del Rebo anche all’appassimento. Da qui il Reboro.

Infine  Christian Marchesini ha sottolineato come sia proprio la varietà la caratteristica che incide maggiormente, e quindi la fondamentale attenzione che deve essere data alle scelta delle uve utilizzate nell’assemblaggio, alla base della tradizione del Valpolicella prima e dell’Amarone poi. Simpatica curiosità riguarda proprio il Rebo che rientra da disciplinare, per un massimo del 5%, nelle varietà complementari all’uvaggio della Valpolicella. 

A concludere l’incontro l’intervento di Enzo Poli che ha riportato alcuni dati di produzione, per quanto riguarda il Reboro: un vino è un neo-nato, frutto dell’unione di tradizione e miglioramento varietale, con una previsione di crescita in progressione per i prossimi anni. 

 

A seguire, nel pomeriggio di venerdì 15 ottobre, si è svolta la degustazione dal Rebo, al Reboro, all’Amarone, con la partecipazione, gli interventi e i vini dei Vignaioli della Valle dei Laghi e della Valpolicella.

Nel suggestivo scenario della distilleria Francesco Poli, di Alessandro Poli, a Santa Massenza,  protagonisti sono stati 12 vini, con un fuori programma a chiusura, una sorpresa finale costituita da un Reboro Francesco Poli 2010, prima annata in assoluto di Reboro. 

La degustazione, a cura di Sissi Baratella ha coinvolto il pubblico in sala, raccogliendo esperienze e analisi di giornalisti, sommelier, vignaioli, e valorizzando le diverse annate, ad evidenza di come lo stesso vino porti a diverse espressioni. 

L’assaggio ha confermato infine quanto introdotto nel convegno del mattino: l’appassimento porta a un’evoluzione delle uve, un cambiamento reso tale dalle condizione climatiche rafforzando il legame tra la varietà e il territorio stesso. In degustazione i vini hanno mostrato grandi differenze, diversità chiare e riconoscibili, identificative del carattere unico dei vitigni, dei vigneti, delle situazioni di appassimento e - non ultima - della mano dei vignaioli che ne hanno accompagnato l’evoluzione. 

Alla Masterclass hanno partecipato oltre 30 esperti e appassionati.

 

La prima giornata di manifestazione si è conclusa con una cena stellata presso Peter Brunel Ristorante Gourmet (Arco). Un viaggio dedicato ai vini della Valle dei Laghi, interpretati nel menù creato ad hoc da Peter Brunel, che ha visto la partecipazione di un gran numero di persone e permesso di esplorare i vini in accompagnamento e nei piatti preparati dallo chef.

 

L’evento è proseguito nell’intera giornata di sabato 16 ottobre con un tour nelle cantine della Valle dei Laghi che ha coinvolto oltre 60 partecipanti. Un viaggio alla scoperta del Reboro, del Vino Santo Trentino, dell’Amarone della Valpolicella e delle creazioni dello chef Peter Brunel. 

I sei Vignaioli dell’Associazione Vino Santo Trentino hanno ospitato per l’occasione i Vignaioli veneti, accogliendo gli ospiti, raccontando la storia delle proprie aziende e la quotidianità del lavoro in campagna e in cantina, presentando i propri vini. Dall’ascolto e dagli incontri sono emerse le affinità di pensiero e valori, prima fra tutte la scelta di coltivare la terra non solo come produttrice di frutti, ma come volontà e cura. Il gemellaggio è avvenuto tra vignaioli Fivi.

Il percorso, sviluppato in sette tappe enogastronomiche, ha preso il via a Padergnone, da Casa Caveau Vino Santo, luogo di culto per l’appassimento delle uve in Valle dei Laghi. Un piccolo museo, ricavato dallo storico appassitoio della famiglia di Rebo Rigotti che racconta il percorso di questo vino nel tempo: dalla campagna all’attesa sulle arele, dalla spremitura all’assaggio nel calice. 

 

Grande soddisfazione per l’Associazione Vignaioli Vino Santo Trentino, organizzatrice dell’evento, in collaborazione la Strada del Vino e dei Sapori del Trentino nell'ambito del coordinamento delle manifestazioni enologiche provinciali (#trentinowinefest), che, per il quarto anno consecutivo, è riuscita a raccontare e far conoscere le proprie produzioni ed eccellenze enologiche.



Associazione Vignaioli Vino Santo Trentino 

// vinosantotrentino.it



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