Castagneto Carducci (Li), 30 marzo 2021_Da brutto anatroccolo a meraviglioso cigno: arriva Tramaglio, la nuova ansonica Doc Maremma di Terre dell’Etruria, un’etichetta che valorizza un vitigno autoctono troppo a lungo considerato il “fratello minore” dei bianchi toscani.
Nato sulle coste maremmane, con il mare di fronte, il suo nome riprende le antiche reti da posta utilizzate dai pescatori della zona: «Tramaglio – afferma Emiliano Falsini, enologo di Terre dell’Etruria – è un un bianco sapido, secco e strutturato, e rappresenta il naturale proseguimento di un percorso che portiamo avanti da quando abbiamo iniziato la collaborazione con Terre dell’Etruria, che vede la valorizzazione dei vitigni autoctoni maremmani»
Prodotto nella cantina cooperativa di Terre dell’Etruria “Il Poderone”, a Magliano in Toscana, Tramaglio è realizzato con una breve criomacerazione di qualche ora a contatto con bucce; la fermentazione avviene in acciaio, con sosta sui lieviti fino al mese di marzo.
«La nostra nuova ansonica è un vino fresco con una leggera aromaticità e una struttura marcata in bocca data da un livello di tannino insolitamente alto per un bianco, che permette di abbinarlo a classici piatti di pesce e anche a carni bianche come coniglio e pollo e piatti della tradizione toscana a base di verdure» prosegue Falsini.
Perfetto d’estate ma non solo: proprio grazie alle sue caratteristiche l’ansonica è un “bianco mascherato da rosso”, che si può bere tutto l’anno.
«Con questo vino – conclude Falsini – vogliamo sfatare il mito dei bianchi giovani da bere in annata: grazie alla tecnica e alla cura in cantina Tramaglio è ottimo anche dopo 2-3 anni di invecchiamento.»
«Il rinnovato interesse verso i vitigni autoctoni, soprattutto tra i giovani, permette di valorizzare il grande patrimonio che abbiamo in Italia, un paese straordinario per varietà e diversità di condizioni pedoclimatiche – afferma Giulio Fontana, responsabile del settore vinicolo di Terre dell’Etruria –.
Oggi, a differenza di venti anni fa, è diventato naturale parlare di vitigni autoctoni e credo che questo rappresenti anche una grande opportunità a livello commerciale»
La filiera del vino di Terre dell’Etruria ha un'identità e un carattere legati indissolubilmente alla Toscana. Dai vigneti specializzati in uve autoctone, coltivati da circa 70 viticoltori soci, nascono infatti vini sempre perfettamente tracciabili, in un’ottica di trasparenza. Digitando il numero di lotto sul sito www.terretruria.it si può conoscere meglio la vigna da cui ha avuto origine ciò che stiamo acquistando o bevendo.
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