24 novembre 2020_“Siamo
 fortemente preoccupati per la linea rigorista adottata in queste ore 
dal Governo” dichiarano la Presidente di Federturismo Confindustria 
Marina Lalli e la Presidente di Anef Associazione Nazionale Esercenti 
Impianti a Fune, Valeria Ghezzi che - proprio alla vigilia 
dell’inaugurazione della stagione invernale e nonostante i rigidi 
protocolli di sicurezza adottati da tutti gli operatori - vedono imposta
 la chiusura degli impianti sciistici. “Il fatturato 
del turismo invernale - dichiara Lalli - sfiora i dieci miliardi di 
euro, di cui un terzo delle entrate si realizza proprio nel periodo 
compreso tra l’Immacolata e l’Epifania. La filiera che vive 
dell’industria della neve è lunghissima e comprende hotel, ristoranti, 
trasporti, scuole di sci che con la chiusura delle piste proprio nel 
momento di loro massima attività rischiano di vedere bruciati fino a tre
 miliardi di euro. Comprendiamo la necessità di voler evitare di 
ripetere gli errori commessi l’estate scorsa, ma con il fermo degli 
impianti di risalita, purtroppo anche prevedendo un’apertura delle piste
 a metà gennaio, ormai l’intera stagione sarà inevitabilmente 
compromessa”. 
 
“Gli operatori del settore riconoscono, naturalmente, la gravità 
dell’emergenza in atto e l’attenzione primaria che deve essere rivolta 
alla salute degli italiani – aggiunge Valeria Ghezzi – ma quello che 
chiediamo è di essere ascoltati come categoria e di essere trattati come
 gli altri settori e cioè in base all’andamento del contagio. Non chiusi
 a priori. Un operaio degli impianti ha come obiettivo primario la 
sicurezza del trasporto, non il divertimento. Non identifichiamo lo sci 
quale attività sportiva con la movida perché è un gravissimo errore. Lo 
sci, come ogni altra attività che il governo intende riaprire si atterrà
 con scrupolo ai protocolli e alle regole di sicurezza. Come avvenuto 
Oltralpe, chiediamo al governo di confrontarsi con noi per capire la 
vera natura della nostra attività. Le recenti dichiarazioni del Governo 
arrivate a noi solo via stampa (sic!) rischiano di far crollare l’intero
 comparto”.
 
Le aziende funiviarie presenti in Italia sono oltre 400, con 1500 
impianti di risalita (di diversa tipologia). Gli impianti sono serviti 
da circa 3.200 km di piste (lunghezza lineare), che per il 72% sono 
dotate di innevamento programmato che richiede oltre 100 milioni di 
euro: all’inizio della stagione invernale le società impianti hanno 
sostenuto ormai il 70% dei propri costi per aprire in sicurezza (di 
trasporto e gestione e non solo sicurezza Covid). Il comparto montagna, 
nel solo arco alpino, offre lavoro a oltre 120mila persone (la maggior 
parte delle quali con contratti stagionali). La chiusura sarebbe 
drammatica per gli impianti e, a catena, tutte le attività/strutture 
collegate: hotel, rifugi, ristoranti, attività commerciali, maestri di 
sci, noleggi.
 
“Abbiamo pronte – prosegue Ghezzi - tutte le procedure per evitare le 
code alle casse per l’acquisto degli skipass, agevoleremo il più 
possibile l’acquisto dei biglietti e degli abbonamenti online. Faremo 
poi girare gli impianti alla massima velocità prevista, per far salire 
le persone più rapidamente e limitare ancora di più le code 
all’ingresso”.
 
Fondamentale poi ricordare che svolgere attività sportiva all'aperto ha 
degli indubbi effetti positivi sulla salute del corpo e della mente. Se 
vissuto con responsabilità, lo sci è uno degli sport più sicuri da 
questo punto di vista: individuale, distanziato, all'aria aperta, con 
naso e bocca spesso coperti.
 
 
ANEF
ANEF, a livello nazionale, è l’unica associazione di categoria del settore riconosciuta da Confindustria, aderisce a Federturismo ed è anche l’unico interlocutore accreditato presso le organizzazioni sindacali ai fini del rinnovo del CCNL di settore. In ambito internazionale, ANEF aderisce a FIANET (Fédération Internationale des Associations Nationales d’exploitation de telepheriques) e OITAF
 (Organizzazione Internazionale Trasporti A Fune). Attualmente fanno 
capo ad ANEF circa il 90% delle aziende funiviarie italiane, distribuite
 sia nei territori alpini, sia in quelli appenninici, sia nelle isole. 
La rappresentatività è assicurata dall’adesione diretta, o tramite 
sezioni territoriali, di oltre 1.500 impianti, con una forza lavoro 
stimata di circa 13.000 unità, tra fissi e stagionali, nel periodo di 
piena attività.
www.anef.ski/
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