Stavo sfogliando un bellissimo
libro sulla cucina tipica veronese quando mi è tornata alla mente una
bellissima serata, vissuta qualche anno fa, in compagnia di Leopoldo Ramponi
nel suo storico ristorante datato 1928 “Al Bersagliere” proprio a Verona. La mente
vola, motivo per cui ho di riflesso pensato all’ultima chiacchierata con Marco
Faccioli, produttore di vino di quel magnifico territorio Veneto.
Dalla cucina alla cantina con il
pensiero fisso alla filosofia produttiva di Marco: “lavorare con i microorganismi della terra che ancora non conosciamo”.
Ma andiamo con ordine. La storia enologica di Marco ha le sue origini negli
anni 60 in quella porzione di terreno del basso Lago di Garda nel cuore delle
colline moreniche. Decenni di storia e di dedizione, preparazione e rispetto
per la terra.
Ma mezzo secolo non lo si
racconta in poche righe motivo per cui balzo indietro di soli 6 anni nel momento
in cui Marco ha dato vita al progetto “Noumeno”. E’ un termine filosofico che
indica l’essenza del pensabile ma che non conosciamo: è il limite della
conoscenza umana. Per Marco è importante, per non dire importantissimo,
lavorare tanto in vigna e meno in cantina, è il modello francese che impone
regole ben delineate sulla coltivazione della vite. Un esempio su tutti:
nessuna cimatura dei tralci ma rigorosamente la legatura degli stessi.
Con l’avvio di “Noumeno” Marco ha
avviato una trasformazione dell’azienda lasciandone una parte, quella della
produzione all’ingrosso, e curandone una porzione più limitata, una ventina di
ettari dai quali produce grappoli essenziali per vini decisamente interessanti:
sempre pensando ai microorganismi presenti nel terreno che sappiamo esserci ma
che per ora ne conosciamo soltanto una parte.
Uno dei vini in questione si
chiama “Logos” e per la sua produzione è stato scelto un vitigno poco
conosciuto ma ricco di caratteristiche qualitative: l’incrocio Manzoni. Venne
creato dall’omonimo professore ed è un incrocio tra riesling renano e pinot
bianco. Viene coltivato mediante l’agricoltura rigenerativa che ha come scopo
il miglioramento dei terreni mediante l’aumento della sostanza organica
presente: pratiche di viticoltura di un tempo. Il vino è di buon corpo,
equilibrato e idoneo all’invecchiamento. Il termine “Logos” per il filosofo
Platone rappresentava la razionalità propria dell’uomo.
C’è poi “Crux” ovvero il crocevia
tra più strade, il punto del bivio in cui si deve decidere quale direzione
prendere. Parliamo di un Bardolino DOC. Marco sostiene che per troppi anni il
Bardolino sia stato identificato come vino semplice, facile da incontrare e da
bere. Il suo Bardolino doveva essere, ed è, un vino elegante, che dura nel tempo.
E’ il frutto di una agricoltura etica, che sfrutta il modello organico
rigenerativo e una attenta viticoltura. Affina più di due anni in vasche di
cemento, non tocca legno, secondo il pensiero del suo produttore, viene poi imbottigliato
senza filtrazione riposa ancora un anno in bottiglia prima di essere pronto per
la vendita. Indiscutibilmente un Bardolino di grande pregio.
“Abrè” è invece lo spumante
metodo Martinotti lungo, rievoca l’abreazione ovvero il liberarsi di un trauma
antico in termini psicoanalitici; in altre parole il rapporto che Marco ha con
Il pinot nero. Tornando al passato agli anni in cui la botrite e la marcescenza
spadroneggiavano Marco andò vicino all’estirpazione del vigneto di pinot nero.
Un vero e proprio trauma! Poi gli studi, la sperimentazione e l’agricoltura
organico rigenerativa gli hanno permesso di valorizzare tutte le qualità di
questo grande vitigno che spostato ad una varietà autoctona come la garganega
ci offre un ottimo risultato. “Abrè”, grande raffinatezza, eleganza, freschezza,
un incontro felice dalla buona longevità.
Il progetto “Noumeno” si sviluppa
anche nelle etichette volute e pensate per trasmettere il messaggio
dell’intento, poi idee per il futuro partendo da altri vitigni, merlot,
cabernet franc, corvina e una ricezione turistica che offre il mondo “Noumeno”
a 360 gradi. E’ già attiva infatti una struttura, Agriturismo dei Grippi,
immersa nei vigneti con 4 monolocali, 9 camere e 3 suite e piscina posizionato
in una zona da cui facilmente si raggiungono località pregevoli come Verona,
Mantova, il Lago di Garda e il bellissimo Parco Giardino Sigurtà; e poi ancora
Custoza, Solferino, San Martino della Battaglia.
Nel prossimo futuro ci saranno
coltivazioni e serre per offrire al turista italiano e straniero i sapori e
l’enogastronomia di una terra che, secondo la filosofia di famiglia un
territorio deve offrire, non limitandosi al solo passaggio. Un futuro pensato e
concepito in quell’ottica di fondamentale importanza che è la sostenibilità,
dando valore assoluto alle materie prime. Un viaggio vero e proprio tra
territorio, degustazioni, relax e il vero piacere del soggiorno.
Ho riassunto brevemente una
storia lunga di anni, una scelta etica e delineata, un modo di vedere la terra,
l’uva e il vino che contraddistingue una bella realtà produttiva. E pensare che
stavo solo sfogliando un libro sulla cucina tipica veronese.
Faccioli
Via Campagnola 15 | Sona 37060 |
Verona
Nessun commento:
Posta un commento