lunedì 27 aprile 2020

Distanti ma uniti contro il Coronavirus: Il progetto di solidarietà e speranza della Onlus romana


Tablet per i pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva, pacchi alimentari per settantacinque famiglie in difficoltà: questa è la Roma che non si ferma, la risposta concreta di un gruppo di colletti bianchi che ha deciso di scendere in campo, per essere anche solo una goccia nel mare di solidarietà ai tempi del Coronavirus. Stiamo vivendo dei giorni difficili, l’emergenza Covid-19 - che ha investito il nostro Paese e che sta investendo l’intera umanità - ha reso ancora più drammatica la realtà di tante famiglie precarie e in condizioni di vulnerabilità. Donne, anziani soli, disabili e bambini che hanno necessità di essere sostenuti, ora e nei prossimi mesi, per non essere relegati ancora più ai margini nella ricostruzione del post pandemia. Oltre a esporci a fatica e sofferenza, però, questa emergenza ci sta facendo riscoprire valori inalienabili come la solidarietà, il sostegno reciproco, l’unità e la forza di sentirsi una comunità, dove ognuno è responsabile dell’altro e fa la sua parte nell’ottica della condivisione di ciò che si ha, compreso il tempo. Sono tante le associazioni e i gruppi di volontari che, senza voler nulla in cambio, in questi giorni stanno cercando di dare una risposta concreta ai bisogni urgenti delle persone più esposte e fragili, che durante la pandemia hanno perso tutto: la salute, una persona cara, il lavoro, il sorriso. 

Fra le realtà protagoniste della solidarietà c’è Happy Family Grajau (HFG), una Onlus della Capitale che si occupa principalmente di bambini, adolescenti e delle loro famiglie e che, nel corso degli anni, ha organizzato eventi, iniziative di volontariato e fornito aiuti concreti di varia natura, valorizzando al massimo l’attivazione personale e diretta dei propri componenti e promotori. 

La prima iniziativa in questi giorni di quarantena è stata la distribuzione di alcuni tablet ai reparti di terapia intensiva al Policlinico di Tor Vergata, al Policlinico Umberto I e all’Ospedale San Camillo di Roma: donazione, questa, fortemente voluta dai medici e che ha aiutato numerosissimi degenti a tenersi in contatto con i loro cari. 

Come seconda azione, non è mancata la raccolta alimentare, realizzata grazie alle donazioni di chi segue da tempo la Onlus e promossa grazie alla capillarità dei social network; così sono state aiutate alcune case famiglia - la Casa Betania di Roma e il Centro Vita Nuova di Cesano - che ospitano principalmente mamme sole con figli, che durante questi giorni non hanno avuto la possibilità di fare la spesa in autonomia.

Anche ora, come in altre situazioni che, in un recente passato, hanno messo in ginocchio l’Italia, questo gruppo di amici ha scelto di essere in prima linea : “Ci siamo e ci saremo ovunque potremo aiutare”, spiega Andrea de Petris, membro del consiglio direttivo di Happy Family Grajau: “Eravamo presenti all'Aquila, ad Amatrice, nei paesi esteri vicino alle persone più bisognose, oggi come allora. La solidarietà per noi è un principio cardine della nostra esistenza. È stato allora automatico e immediato il richiamo a dare il nostro contributo verso chi si trova in estrema difficoltà durante questi giorni di emergenza Covid19 e di contenimento sociale”.

E tanto altro ancora c’è da fare. La Onlus è aperta ad accogliere chiunque voglia donare qualcosa, a partire dal proprio tempo, in sicurezza, rispettando le linee guida del Governo, per non fermare le attività di Happy Family Grajau e portare un sorriso a chi, in questo momento di grave difficoltà, ne ha ancor più bisogno.  

LE FOTO
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ABOUT
Happy Family Grajau (HFG) è una onlus nata dalla fusione di Happy Family Onlus e Progetto Grajau. Come Happy Family Onlus, costituita nel 2007, HFG assiste bambini ricoverati in particolari reparti pediatrici degli ospedali (oncologia, chirurgia, ematologia, etc.), grazie anche alla collaborazione dei primari, dei medici e delle caposala. All’interno dei reparti pediatrici e, ove possibile, anche nei pronto soccorso, HFG cura la realizzazione di ludoteche o provvede all’ampliamento di quelle esistenti, dotandole di tutto il materiale necessario (informatico, didattico, ludico), fornisce comode poltrone letto destinate alle camere di degenza e bellissimi acquari molto amati dai piccoli degenti. In Italia, HFG ha donato anche un camper pediatrico in grado di aiutare i bambini che hanno difficoltà – economiche, logistiche ecc – per poter ricevere le cure più adeguate, anche a domicilio. Nuova anche la collaborazione con l’Umberto I, anch’essa nata per aiutare e migliorare la vita dei piccoli degenti. HFG assiste anche mamme con bambini che vivono in condizioni di disagio, cura la raccolta di indumenti, coperte, derrate alimentari, che vengono poi donate alle varie strutture che gestiscono centri di accoglienza o case famiglia.

Grazie alla fusione con l’associazione “Progetto Grajau”, nata nel 2010, HFG opera anche all’estero, dove HFG sostiene attivamente le missioni brasiliane delle Suore Dorotee di Don Luca Passi e, nello specifico, il Centro educativo “Santa Dorotea”, che si trova nel Parque Residencial Cocaia (zona di Grajaù), uno dei quartieri più degradati e poveri della periferia sud di San Paolo del Brasile, caratterizzato da un alto indice di criminalità e violenza.  Grazie al lavoro dei volontari e delle sorelle della missione oltre 180 ragazzi, tra i 6 ed i 15 anni, occupano il tempo “non protetto” dalla scuola in attività didattiche e sportive; nel centro, HFG ha ristrutturato - tra le altre cose - le palestre, le aule e diverse strutture in modo che diventasse un luogo di aggregazione sociale e un punto di riferimento per il quartiere. Ogni due anni, HFG eroga, poi, due borse di studio per altrettanti ragazzi, per offrire loro l’opportunità di sviluppare e conoscere i propri talenti con un soggiorno studio in Italia. L’ultimo progetto attivato è nato a seguito del viaggio di tre dei fondatori dell’Onlus a Bukavu, città della Repubblica Democratica del Congo, nel villaggio di Mbobero, situato nella regione orientale del paese. L’impegno è divenuto quello di sostenere la locale Ecole Primaire con grembiuli, materiale didattico, banchi e soprattutto finanziando per cinque anni l’alfabetizzazione e l’istruzione di base, uniche ancore di salvezza per sottrarsi alla povertà assoluta e alla necessità di svolgere lavori in condizioni disumane.

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