Il
territorio bolognese, è ricco di salumi pregiati, contraddistinti da
riconoscimenti europei - Mortadella Bologna Igp, Prosciutto di Modena
Dop, Salamini Italiani alla Cacciatora Dop, Cotechino e Zampone di
Modena Igp.
Oltre
a questi grandi protagonisti vi sono una serie di insaccati che,
anche se non detengono un riconoscimento ufficiale, sono
assolutamente rappresentativi della tradizione gastronomica emiliana,
che trova il proprio emblema nel maiale e nei suoi derivati:
ciccioli, coppa, salame montanaro, salsiccia passita.
Le moderne
tecnologie non hanno cancellato la tradizione, per cui le produzioni
sono tuttora preparate secondo le ricette del passato, conservando
inalterata la loro tipicità.
Mortadella
Bologna Igp
Il
nome deriva forse da murtatum=
mortaio
o da Myrtatum
=condito al mirto,
allora ingrediente dell’insaccato. Il salume è proprio anche della
pianura (anche fuori dell’Emilia) ma quello dei pochi salumifici di
montagna che ancora la producono ha gusti eccezionali. Si prepara con
tagli, piuttosto magri di carne finemente tritati, a cui si
aggiungono cubetti di grasso di gola e conciato con sale, pepe in
grani interi, pistacchi spellati ed aromi vari. Il tutto viene poi
insaccato in involucri naturali o sintetici di misura varia (il peso
di una mortadella va dai 500 gr. ai 50 Kg.) Il salume va poi cotto in
stufe ad aria secca, poi immediatamente raffreddato con docciature di
acqua fredda e poi messo in cella di raffreddamento. E’ le regina
dei salumi bolognesi, famosissima fin dall’antichità.
Prosciutto
di Modena Dop.
E’
cugino del più famoso Prosciutto di Parma e ne condivide
sostanzialmente le tecniche di produzione: dopo una raffreddatura, le
cosce di maiale (escluse le scrofe ed i verri) vengono rifilate del
grasso, poi salate con concia a secco e massaggio. Dopo un breve
refrigerazione si effettua una nuova salagione con successiva sosta
in frigorifero per 10-15 giorni; poi lasciato maturare per circa 2
mesia 2-5°. Le cosce vengono poi lavate ed asciugate e raffreddate.
Vengono poi messe a stagionare a temperatura 10-20° con umi9dità
progressivamente ridotta e finalmente sono poste in ambienti
ventilati, a temperatura e umidità naturali, per circa 8 mesi.
Infine si esegue la stuccatura della parte priva di cotenna con un
impasto a base di sugna, strutto, sale e pepe. Si ottiene nella zona
appenninica reggiana, modenese e bolognese.
Salamini
Italiani alla Cacciatora Dop.
I
Salamini Italiani alla Cacciatora DOP sono ottenuti solo dai migliori
suini utilizzati per i Prosciutti DOP di Parma e di San Daniele. Sono
un prodotto di salumeria, insaccato crudo e stagionato. Vengono
utilizzati solo i tagli più nobili del maiale: parti della
muscolatura striata e grasso della migliore qualità, che gli
conferiscono il tipico sapore dolce. Dopo un’attenta selezione
muscoli e grasso sono mondati accuratamente asportando le parti
connettivali di maggiori dimensioni e il tessuto adiposo molle. I
tagli così ottenuti devono essere fatti sostare in celle frigorifere
a temperatura non superiore ai 7°C. Si effettua poi a macinatura in
tritacarne, con stampi aventi fori compresi tra 3 e 8 mm. Il trito di
carne viene impastato, in maniera omogenea insieme a sale, pepe (in
grani e/o macinato) e aglio. L’insaccatura avviene in budelli
naturali o artificiali di diametro non superiore a 75 mm,
eventualmente legati in filza. I salamini sono asciugati a caldo
(temperatura compresa tra 18 e 25°C) La stagionatura successiva dura
almeno 10 giorni, in locali ben aerati. La caratteristica che
maggiormente contraddistingue i Salamini Italiani alla Cacciatora DOP
è sicuramente la pezzatura, più piccola rispetto ad altri salami,
che li rende molto pratici e semplici da gustare.
Ed
ora i “minori” ma non meno buoni!
Ciccioli
I
ciccioli (grasù,
in dialetto bolognese), sono la prima lavorazione nella cosiddetta
“investitura del maiale”, cioè l'insaccamento del salume nella
vescica del suino. Si ricavano dal lardo, la parte grassa del dorso
del maiale, che viene tagliato a tocchetti. Messi in un catino (di
rame, per tradizione) a cuocere fino a che la parte più grassa
scioglie e frigge la parte più magra. Si possono quindi raccogliere
con una ramina, condire e servire tiepidi. Oppure si può pressare
questa meraviglia e ottenere un panetto con la classica forma
cilindrica. Prodotto tipicamente invernale che ben conservato, in
particolare nella versione pressata, viene proposto affettato sottile
o tagliato abilmente a coltello, assieme a tigelle e crescentine.
Coppa
La
Coppa di testa è un salume rustico cotto, dal profumo delicato ma
speziato, costituito da una miscela carni suine ricavate
prevalentemente dalla testa del maiale, a cui si aggiungono lingua e
cotenne. Aromatizzata con varie spezie: pepe nero, cannella, chiodi
di garofano, noce moscata e sale, insaccata nella tradizionale grossa
vescica di bue in budello naturale oppure nei più moderni budelli
artificiali di vari calibri. Si ottiene facendo bollire le varie
carni per circa 2 - 3 ore. L'impasto ottenuto, dopo essere stato
insaporito con aromi e sale, viene insaccato ancora caldo e lasciato
raffreddare a temperatura ambiente per circa due ore ed infine
conservato in cella frigorifera alla temperatura di 0-4°C per tutta
la durata del suo tempo di vita. Nel caso di confezionamento
sottovuoto il rinfrescamento in cella frigorifera deve durare almeno
10 - 14 ore. Essendo totalmente priva di conservanti, assume il
colore grigio tipico delle carni cotte. Il prodotto si presenta
compatto, con buona consistenza, facilmente affettabile.
Salame
montanaro
Salame
dall’impasto particolarmente magro e gustoso, ottenuto da carni
scelte a cui si aggiunge vino bianco secco, con un pizzico di aglio
fresco e pepe nero. Dopo la macinatura a pasta grossa, viene
insaccato in budello naturale e legato manualmente. La stagionatura
dura tra i 60 e 70 giorni
salsiccia
passita
Prodotta
esclusivamente con carne magra di prosciutto suino, spalle
disossate e pancetta, a impasto medio/fine La Salsiccia è detta
“passita” (cioè “appassita”) perché non è un vero e
proprio salame stagionato, nonostante ne abbia l’aspetto. Non è
neanche salsiccia fresca, ma, appunto, appena “appassita”: la sua
stagionatura varia dai 20 ai 30 giorni.
Gianluigi Pagano