mercoledì 6 novembre 2019

RINASCIMENTO MARCHIGIANO Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma a cura di Stefano Papetti e Pierluigi Moriconi Ascoli Piceno, Forte Malatesta 22 novembre 2019 - 31 gennaio 2020

Roma, Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro
del Pio Sodalizio dei Piceni
18 febbraio – 5 luglio 2020

Senigallia, Palazzo del Duca
23 luglio – 3 novembre 2020
 
 
 
 
A tre anni dal sisma del 2016 tornano nel cratere del terremoto 51 opere d’arte restaurate a cura di Anci Marche e Pio Sodalizio dei Piceni, insieme all’apporto scientifico della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche e al contributo della Regione Marche per le iniziative espositive, la valorizzazione e la promozione del patrimonio culturale.

Una mostra itinerante in tre tappe che prenderà il via proprio nella zona del cratere, ad Ascoli Piceno presso il Forte Malatesta, nei suggestivi ambienti progettati da Antonio da Sangallo il Giovane, per poi continuare a Roma presso la sede del Pio Sodalizio dei Piceni e concludersi nell’estate 2020 a Senigallia, sulla riviera adriatica.

Il 22 novembre inaugura al Forte Malatesta di Ascoli Piceno la mostra Rinascimento marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma a cura di Stefano Papetti e Pierluigi Moriconi, frutto della convenzione siglata da ANCI Marche e Pio Sodalizio dei Piceni nel 2017, che si sono impegnati in un importante lavoro di recupero delle opere d’arte danneggiate e ora, a tre anni di distanza, tutto è pronto per mostrare i risultati ottenuti.

In collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, sono state individuate per il recupero e il restauro un nucleo di 51 opere marchigiane di proprietà di 17 differenti Enti pubblici ed ecclesiastici delle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata.
Si tratta di manufatti che “vanno dal ‘400 al ‘700, alcuni dall’alto valore devozionale e non storico-artistico ed altre invece dal grande valore storico-artistico”, come spiega il curatore Stefano Papetti. Tra questi ultimi crocifissi lignei e vesperbild di ambito tedesco, che ancora oggi si trovavano all’interno delle chiese per essere oggetto di preghiera da parte dei fedeli. Non mancano però nomi importanti come Jacobello del Fiore con la serie delle Scene della vita di Santa Lucia provenienti dal Palazzo dei Priori di Fermo, Vittore Crivelli con la Madonna orante, il Bambino e angeli musicanti di Sarnano, di stessa provenienza le due predelle di Vincenzo Pagani e la Crocifissione di Stefano Folchetti, Cola dell’Amatrice di cui spicca la Natività con i santi Gerolamo, Francesco, Antonio da Padova e Giacomo della Marca dalla sacrestia della Chiesa di San Francesco ad Ascoli Piceno. E ancora da Roma Giovanni Baglione e il Cavalier d’Arpino, e Giovanni Serodine che dalla Svizzera seguì nella capitale l’esempio di Caravaggio. Tutti autori di indubbia fama che nelle Marche sono nati o che vi hanno soggiornato e che hanno contribuito a modificare la geografia della Storia dell’Arte.

Gli interventi di restauro sono stati eseguiti da tecnici tutti marchigiani, in collaborazione con l’Università di Camerino e l’Università di Urbino e la direzione scientifica della Soprintendenza, che con innovative analisi diagnostiche hanno valutato lo stato di ciascuna opera. Questi lavori non soltanto hanno consentito di porre rimedio ai danni subiti dalle opere, ma hanno permesso di effettuare nuove attribuzioni e di acquisire nuove conoscenze relative alla tecnica pittorica ed ai materiali usati dai pittori, accrescendo le conoscenze che si avevano su questo patrimoni e aprendo la strada a molto studi scientifici che ora sarà possibile avviare. Per dare conto di queste nuove acquisizioni, il catalogo è stato pensato affiancando alla scheda storico artistica dell’opera la relazione dell’intervento di restauro ed i risultati delle indagini diagnostiche che lo hanno preceduto.

La mostra Rinascimento marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma rappresenta un viaggio nella religiosità popolare marchigiana attraverso un affascinante percorso stilistico e iconografico che, partendo dal centro della regione per arrivare fino alla costa, era stato già definito da Federico Zeri e Pietro Zampetti cultura adriatica.
Proprio per questo la mostra è stata pensata come un evento espositivo itinerante che, dopo la prima tappa di Ascoli Piceno, approderà a Roma presso il Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro del Pio Sodalizio dei Piceni, che ha permesso il restauro delle opere restaurate insieme ad ANCI Marche, e infine si concluderà a Palazzo del Duca di Senigallia per favorire la conoscenza dell’operazione a tutto il grande pubblico, nazionale ed internazionale, che gravita nel periodo estivo sulla costa adriatica.

L’obiettivo della mostra è anche quello di rendere fruibili le opere restaurate da qui in futuro, come spiega Pierluigi Moriconi della Soprintendenza dei Beni Architettonici delle Marche e curatore di dell’esposizione: “Terminate le mostre, le opere che non potranno essere ricollocate nelle loro sedi originali perché crollate o non ancora restaurate, saranno collocate in 8 depositi e lì saranno sempre a disposizione del pubblico”.

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