giovedì 3 ottobre 2019

Buttafuoco Storico Vigna Solenga 2015


Una storia lunga otto generazioni

La vigna Solenga, acquistata nel 1814 da Giovanni Fiamberti, è uno dei cru della piccola Valle Solinga, culla del Buttafuoco che si snoda fra assolate e ripide pendenze tra i comuni di Canneto Pavese e Stradella.
La bontà delle uve della Solenga era ben nota in loco e la botte che ne riportava il nome era sempre la più richiesta fra coloro che venivano in cantina a scegliere il proprio vino. Dopo il reimpianto della vigna operato da Pietro Fiamberti negli anni Venti del Novecento, la storia del Buttafuoco della Solenga segna un’altra tappa importante nei primi anni Sessanta, quando le bottiglie di casa Fiamberti iniziano ad essere etichettate con il marchio dell’azienda. Il 1996 è l’anno di una svolta cruciale: Ambrogio Fiamberti è fra i dieci firmatari dell’atto di costituzione del Club del Buttafuoco Storico, associazione nata per tutelare e promuovere il Buttafuoco ottenuto dalle vigne storiche. Escono 10 annate di Buttafuoco Storico Vigna Solenga (1997-2006) con una produzione media di circa 4.000 bottiglie all’anno. Nel 2007 si rende purtroppo inevitabile un reimpianto globale del vigneto, sia perché la concezione antica dell’impianto impedisce lavorazioni sostenibili sia perché la percentuale di viti storiche nel corso degli anni si è notevolmente ridotta a causa di una serie di malattie. Si arriva così alla nuova vigna Solenga: dopo 8 anni di paziente attesa, le uve sono pronte per dar vita a un Buttafuoco degno di questa lunghissima tradizione.



“Il vino lo fa la terra” (Lino Maga)

Il Vigna Solenga nasce sulle prime colline dell’Oltrepò Pavese orientale, nel tratto preappenninico noto come sperone di Stradella, in un vigneto assolato - come si intuisce dal nome - esposto a sud/sud-ovest e dalla pendenza vertiginosa.
Le caratteristiche del terroir sono tutte favorevoli alla nascita di grandi vini rossi.
L’esposizione favorevole aiuta la corretta maturazione dei polifenoli, indispensabile per ottenere tannini morbidi e non verdi e spigolosi.
Il terreno ghiaioso che caratterizza questa zona, la cui matrice geologica è costituita dai cosiddetti conglomerati di Rocca Ticozzi, permette un eccellente drenaggio delle acque a tutto vantaggio della qualità delle uve. Il ristagno delle acque, infatti, porterebbe a squilibri fisiologici con effetti indesiderati tra i quali eccessiva vigoria, imperfette maturazioni e proliferare di muffe. È invece grazie a questi terreni profondi e ben drenati, in grado a primavera di raggiungere presto temperature adatte alla vegetazione e nei quali le radici possono approfondirsi per soddisfare il fabbisogno idrico anche nelle estati più torride, che la vite riesce a consegnarci uve di grande concentrazione, con una resa di 60 quintali per ettaro.
Il substrato ghiaioso è anche ricchissimo di sali minerali, catturati dalle radici nel loro immergersi anno dopo anno nelle profondità del terreno e trasmessi al vino.
La pendenza ripida del vigneto impone lavorazioni rigorosamente manuali. La vicinanza tra la vigna e la cantina consente un trasporto rapido che evita fermentazioni incontrollate.
La gestione del vigneto è in armonia con i valori di sostenibilità ambientale: inerbimento spontaneo tra i filari, nessun uso di fertilizzanti chimici o diserbanti.
Il vino è storia e geografia liquida

Il Buttafuoco Storico Vigna Solenga nasce dalla raccolta e vinificazione congiunta di quattro uve autoctone: croatina, barbera, uva rara e ughetta di Canneto. Questo riflette in pieno la tradizione: un tempo i vigneti erano misti e la raccolta separata impossibile. Dato che le vigne del Buttafuoco, come la vigna Solenga, sono poste in piccole, ripide, strette vallate con escursioni termiche molto differenti tra bricchi e fondovalle, l’escamotage più comune per ovviare al problema dei diversi tempi di maturazione delle uve è quello di piantare la croatina, dalla buccia più spessa e dalla maturazione più tardiva, in cima al vigneto e la barbera, più precoce, alla base.
Ognuna delle uve offre il proprio contributo peculiare e indispensabile: la croatina (50%) dà colore, alcol e tannino, la barbera (40%) dona acidità, l’uva rara (5%) frutto e l’ughetta di Canneto (5%) speziatura e terpeni.



La vinificazione della vendemmia 2015
La vinificazione è avvenuta in vasche di cemento, usando lieviti indigeni con la tecnica del pied de cuve per avviare la fermentazione alcolica. La macerazione sulle bucce a cappello sommerso è durata 50 giorni, con rimontaggi quotidiani nei primi 15 giorni e successivamente ogni 2 giorni. Le follature manuali del cappello sono state effettuate inizialmente ogni 2 giorni, e poi ogni 4.
Dopo la svinatura il vino è stato affinato per circa 2 anni e mezzo in legno: una parte in barrique di rovere di Allier con diversi gradi di tostatura a fuoco e a vapore, e una parte in tonneau di rovere di Allier, Cher, Tronçais e Vosges.
Dopo l’assemblaggio delle botti, il Vigna Solenga è stato imbottigliato nel febbraio 2019 e messo in commercio dopo 7 mesi.



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