Prende avvio il 3 settembre ad Artegna, per il quinto anno consecutivo, un nuovo cantiere del paesaggio
dedicato ai muri a secco, organizzato dall’Ecomuseo delle Acque del
Gemonese e dal Comune di Artegna e inserito all’interno della Scuola
italiana della pietra a secco promossa dall’Alleanza mondiale per i
paesaggi terrazzati. Si tratta di un corso gratuito,
aperto a tutte le persone interessate, che si propone di fornire ai
partecipanti il metodo base e i consigli pratici su come recuperare
questi manufatti che uniscono aspetti strutturali e componente estetica.
Il cantiere, diretto dal giovane maestro artigiano Tommaso Saggiorato, si svolgerà lungo il sentiero che conduce al “lavio” di Borgo Monte,
dando continuità all’opera di recupero realizzata lo scorso anno lungo
lo stesso camminamento, chiuso da un muro di sostegno che andrà in parte
ricostruito. L’attività prevede l’approfondimento delle tecniche di
taglio delle pietre, il calcolo dell’angolo di inclinazione del muro e
del suo spessore, la costruzione e posa delle calandre, la posa delle
pietre di fondazione e l’elevazione del muro.
L’obiettivo
è quello di unire la tradizione con l’innovazione. La tradizione è
quella plurisecolare legata a tecniche costruttive che mettono in
sicurezza tracciati e versanti, mentre l’innovazione consiste
nell’incentivare la capacità di far conoscere e valorizzare il
territorio, rendendolo fruibile e condividendo le buone pratiche
finalizzate alla riqualificazione del paesaggio. L’Unesco nel 2018 ha
inserito l’arte della costruzione in pietra a secco, le conoscenze e le
tecniche relative, nella lista dei Beni intangibili dichiarati
patrimonio dell’Umanità. Ha scritto Predrag Matvejević: «È stato versato
più sudore ripulendo i declivi per le vigne che per costruire le
piramidi. Un muretto a secco è il monumento a una volontà granitica».
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