lunedì 18 marzo 2019

GIANCARLO CERRI I QUADRI DELL’ORBO Mostra a cura di Stefano de Angelis realizzata in collaborazione con CBM Italia Onlus




Centro Culturale di Milano
Largo Corsia dei Servi 4
19 marzo – 6 aprile 2019
Ingresso libero

Orari di apertura
lun-ven 10.00-13.00, 14.00-18.00; sab-dom 15-19

 VERNISSAGE
Martedì 19 marzo 2019 dalle 18 alle 22


“Quadri dipinti senza vedere i colori, ma solo ricordandone la forza e l’intensità…”
Con queste parole il pittore milanese classe 1938 Giancarlo Cerri, da oltre dieci anni ipovedente, presenta dal 19 marzo al 6 aprile 2019 al Centro Culturale di Milano, in Largo Corsia dei Servi 4, la sua nuova mostra dal titolo più che mai evocativo: “I QUADRI DELL'ORBO”.

Curata da Stefano de Angelis, la mostra è stata realizzata in collaborazione con CBM Italia Onlus, l’organizzazione umanitaria internazionale impegnata nella cura e prevenzione della cecità evitabile nei Paesi del Sud del mondo.

Da tempo, infatti, CBM Italia Onlus racconta attraverso la bellezza dell’arte ciò che solitamente non è considerato bellezza: il buio della cecità e della disabilità. Dapprima con il “Blind Date”, il concerto al buio di Cesare Picco; dallo scorso anno con la collana editoriale edita con #logosedizioni, e ora con la nuova mostra di Giancarlo Cerri.

Le opere esposte saranno messe in vendita tutte allo stesso prezzo (1.000 euro), e il ricavato andrà a sostegno del programma di cura e prevenzione della retinopatia del prematuro in America Latina, dove CBM è presente in diversi Paesi come Bolivia, Paraguay e, dal 2019, in Guatemala, formando personale medico locale e fornendo strumenti per l’identificazione precoce e il trattamento della malattia. La cura della retinopatia è infatti una lotta contro il tempo: è necessario trattare tempestivamente con laserterapia i neonati malati per evitare che diventino ciechi per sempre.

“La retinopatia del prematuro è la prima causa di cecità infantile evitabile in America Latina. Su 10 bambini ciechi, 4 lo sono proprio a causa di questa terribile malattia causata dalla prolungata esposizione all’ossigeno dell’incubatrice nei neonati pretermine. L’incontro con Giancarlo Cerri, padre di Giovanni, anche lui pittore e con il quale abbiamo già collaborato, rappresenta per CBM la possibilità di avvicinare il pubblico alla nostra mission attraverso uno strumento in cui crediamo particolarmente, l'arte, e tracciare così un ponte di solidarietà tra il Nord e il Sud del mondo” ha dichiarato Massimo Maggio, Direttore di CBM Italia Onlus.

LA MOSTRA
Nata da un’idea di Stefano de Angelis e Massimo Maggio, direttore di CBM Italia Onlus,
la mostra presenta 21 opere, tutte delle stesse dimensioni (100x80), realizzate nel 2017, quando l’artista è tornato a dipingere nonostante la grave maculopatia che lo affligge dal 2004 e che poco alla volta ha spento i suoi occhi, rendendolo quasi completamente cieco.

Una malattia tremenda, vero e proprio calvario per chiunque, ancor più per un pittore che da sempre si affida allo sguardo e ai colori per interpretare e raccontare la vita.
Dodici anni fa, esattamente nel 2006, Giancarlo Cerri aveva dovuto infatti smettere di dipingere, non riuscendo più a distinguere i colori.
Oggi, invece, si è rimesso davanti a una tela per dipingere nuovamente, escogitando una modalità che ha trasformato radicalmente la sua pittura, a cominciare dal passaggio dai colori ad olio agli acrilici, di più rapida essicazione e maggiormente malleabili.

È stata una rivoluzione “copernicana” imposta dalla vita e fortemente voluta dall’artista: “La verità è che non mi sono mai arreso alla malattia, trovando alla fine una mia particolare tecnica che mi consente di tornare a dipingere, sia pure saltuariamente e limitatamente. Uso gli unici colori che in qualche modo ancora distinguo e che ricordo maggiormente, come il rosso, il giallo e il nero, oltre al bianco della tela
  
I nuovi lavori di Giancarlo Cerri, realizzati per lo più d’estate quando la luce del giorno è molto forte e lo aiuta a “vedere” meglio le tonalità, sono stati “costruiti” usando una tecnica molto particolare: con l’aiuto di alcune carte di varie misure posizionate sulla tela si creano degli spazi geometrici all’interno dei quali Cerri dipinge. Si tratta dunque di opere che, prima di essere create sulla tela, vengono dipinte per “immaginazione compositiva”, attraverso una vera e propria “architettura” del quadro stesso, con colori acrilici usati in maniera cromaticamente timbrica, così come era solito fare quando lavorava unicamente con i colori a olio.

I nuovi lavori di Giancarlo Cerri, realizzati per lo più d’estate quando la luce del giorno è molto forte e aiuta a vedere meglio le tonalità, sono stati “costruiti” con una tecnica molto particolare, posizionando sulla tela alcune carte di varie misure, a creare spazi geometrici all’interno dei quali dipingere. Si tratta dunque di opere che, prima di essere create sulla tela, vengono dipinte per “immaginazione compositiva”, attraverso una vera e propria “architettura” del quadro stesso, con colori acrilici usati in maniera cromaticamente timbrica, così come era solito fare quando lavorava unicamente con i colori a olio.

Il risultato, sono dipinti astratti di grandissimo impatto visivo, ma che mantengono intatte le peculiarità del “fare pittura” di Giancarlo Cerri, da lui stesso definita “astrattismo concreto”: sottrazioni alla ricerca dell’essenziale, contrasti di forze contrapposte che reclamano il proprio spazio.

Decisamente non più una pittura istintuale e di movimento, ma una pittura prevalentemente di composizione, ugualmente potente e intensa.
Opere costruite prima nella mente, capaci di evidenziare come Giancarlo Cerri sia sempre in grado di leggere la società e le vibrazioni che quest’ultima trasmette, grazie a una straordinaria capacità, anche nel passaggio da vedente a disabile, di utilizzare il linguaggio espressivo che ha accompagnato la sua vita per oltre cinquant’anni: la pittura.

Il catalogo della mostra presenta un contributo critico di Stefano Crespi.

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