MUDEC - Museo delle Culture di Milano
16 dicembre 2018 – 31 marzo 2019
Nasce
MUDEC PHOTO, il nuovo spazio espositivo del Museo delle Culture dedicato alla fotografia d’autore, che completa
l’offerta di un museo nato solo nel 2015 ma che vanta una collezione permanente
- anima del museo – di circa ottomila reperti tra opere d’arte, oggetti d’uso, tessuti e
strumenti musicali provenienti da Americhe, Asia, Africa e Oceania e che ha già al suo attivo più di quindici grandi mostre,
oltre un milione e mezzo di visitatori e un modello di governance pubblico-privato
che rappresenta un’eccellenza italiana riconosciuta anche all’estero.
MUDEC
PHOTO è un progetto che coniuga la
più alta ricerca e indagine artistica con la capacità di narrazione innata tipica
della cosiddetta “ottava arte”. Due grandi mostre temporanee all’anno e una serie
di attività legate al mondo della fotografia animeranno lo spazio a partire dal 16 dicembre 2018.
Il
Comune di Milano-Cultura, MUDEC
e 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, in collaborazione con SUDEST57, hanno deciso di affidare al
genio e alla sensibilità
del grande fotografo americano Steve
McCurry l’apertura di MUDEC PHOTO
presentando al pubblico Animals, un progetto
espositivo appositamente creato per il Museo delle Culture, a cura di Biba Giacchetti, che rimarrà
aperto al pubblico fino al 31 marzo
2019.
Gli
animali saranno infatti i protagonisti di 60 scatti iconici, tra famosi e meno
conosciuti che racconteranno al visitatore le mille storie di vita quotidiana
che legano indissolubilmente l’animale all’uomo e viceversa. Un affresco corale
dell’interazione, della condivisione, che tocca i temi del lavoro e del sostentamento
che l’animale fornisce all’uomo, delle conseguenze dell’agire dell’uomo sulla
fauna locale e globale, dell’affetto che l’uomo riversa sul suo “pet”, qualunque
esso sia.
Il
progetto Animals origina nel 1992 quando il fotografo Steve McCurry
svolge una missione nei territori di guerra nell’area del Golfo per documentare
il disastroso impatto ambientale e faunistico nei luoghi del conflitto. McCurry
tornerà dal Golfo con alcune delle sue più celebri immagini “icone”, come i
cammelli che attraversano i pozzi di petrolio in fiamme e gli uccelli migratori
interamente cosparsi di petrolio. Con questo reportage vincerà nello
stesso anno il prestigioso Word Press Photo. Il premio fu assegnato da una giuria molto speciale, la
Children Jury, composta da bambini di tutte le nazioni.
Da sempre, nei suoi progetti Steve
McCurry pone al centro dell’obiettivo le storie legate alle categorie più
fragili: ha esplorato, con una particolare attenzione ai bambini, la condizione
dei civili nelle aree di conflitto;
ha documentato le etnie in via di estinzione e le conseguenze dei cataclismi
naturali. A partire da quel servizio del ’92 ha infine aggiunto, ai suoi
innumerevoli sguardi, quello empatico verso gli animali.
Animali come via alla sopravvivenza (gli animali da lavoro), animali talvolta
sfruttati come unica risorsa a una condizione di miseria, altre volte amati e riconosciuti come compagni di vita per
alleviare miserie, o semplicemente per una forma di simbiotico affetto; sempre
in uno spirito da esploratore delle relazioni umane.
Per creare la mostra Animals autore e curatrice hanno lavorato
all’unisono addentrandosi nell’immenso archivio del fotografo per selezionare
una collezione di immagini che raccontassero in un unico affresco le diverse condizioni degli animali. Il percorso della mostra lascia al visitatore la massima
libertà, pur fissando un’invisibile mappa articolata su diversi registri
emotivi, in grado di alternare le immagini più impegnative ad altre di grande
leggerezza e positività.
Immagini
dure, dove la natura, quando si scatena, segna e cambia definitivamente la
morfologia del territorio; immagini di animali che ci raccontano in realtà
storie di sopravvivenza umana; ma anche racconti più soavi, poetici o ironici, come i ritratti di animali,
fieri protagonisti in simbiotica posa con i loro padroni (ora un cane
fashionista tinto di rosa a Hollywood, ora un serpente a guisa di collana
in un supermercato americano), e ancora una capra, una scimmia, un’iguana o due topolini bianchi scelti come
“testimonial” di questa mostra. Un’arca
di Noè che entra nel mirino di McCurry per raccontare la straordinaria identità
di legami sentimentali a tutte le latitudini.
Steve
McCurry esploratore del genere umano ci offre dunque un viaggio nella
contiguità del pianeta animale, ci parla di relazioni e di conseguenze; le sue
immagini indelebili sono prive di tempo; e, come accade a chi viaggia instancabilmente
per raccontare storie, sembra mostrare nostalgia per un mondo in continua e
pericolosa trasformazione che lui può solo documentare.
“Animals ci invita a riflettere sul fatto che non siamo soli
in questo mondo”
spiega la curatrice della mostra Biba Giacchetti che prosegue “in mezzo a tutte le creature viventi
attorno a noi. Ma soprattutto lascia ai visitatori un messaggio: ossia che, sebbene esseri umani e animali
condividano la medesima terra, solo noi umani abbiamo il potere necessario per
difendere e salvare il pianeta.”
La mostra fotografica Animals
sarà visitabile fino al 31 marzo 2019.
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