Monte San Pietrangeli (FM), 27 giugno 2018_ Ecco
il segreto meglio custodito del Made in Italy, all’origine del mito
dell’Italia produttiva: non come si fabbrica un prodotto, cosa si
realizza, o perché. Ma soprattutto, e prima di tutto, “dove”. Mancini Pastificio Agricolo ha deciso di svelare questo segreto, aprendo le porte, lo scorso fine settimana, a un gruppo di giornalisti delle principali testate nazionali: Corriere della Sera, Elle Gourmet, Italia a Tavola, La Cucina Italiana, Food& travel Italia.
“Dove” è presto detto: nel cuore delle Marche, e per la precisione, nella provincia di Fermo.
Un territorio lontano dalle rotte turistiche più battute, una campagna
preservata dall’agricoltura intensiva, dalle monocolture e dai capannoni
industriali. È qui che sorge, tra i campi dorati di spighe di Monte San Pietrangeli, lo stabilimento a basso impatto ambientale di Mancini, che produce artigianalmente la pasta con il proprio grano duro.
La provincia di Fermo è stata protagonista per tre giorni di un press tour: Nello spazio di un weekend, gli ospiti hanno scoperto, a ritmo lento, un territorio fertile di idee. Qui la natura, l’arte, la storia e l’architettura si fondono – o per meglio dire si impastano - in una composizione originale, un paesaggio dell’anima: questo “unicum” inimitabile è all’origine di tante opere d’ingegno.
Il press tour è stato organizzato da un team di lavoro impegnato nella promozione del territorio: alla regia, Mancini Pastificio Agricolo
che insieme ai Comuni di Fermo e Porto San Giorgio, hanno ideato un
fine settimana alla scoperta della storia, del patrimonio culturale
dall’età romana fino al ‘400 e delle caratteristiche uniche del grano coltivato sulle colline marchigiane lavorato ogni giorno dal Pastificio.
I giornalisti sono stati invitati non solo a partecipare a un tour gastronomico, ma a immergersi in un ambiente speciale,
indagando, sul filo degli incontri e delle esperienze, le coordinate
esistenziali, culturali e poetiche di una provincia fortemente
sottovalutata sul piano turistico.
Sabato
23 giugno l’agenda è stata fitta di storia e di esperienze
gastronomiche indimenticabili. Arrivati a Fermo, gli ospiti sono stati
accompagnati nella chiesa di San Filippo, dove hanno potuto ammirare la
mostra “Il Quattrocento a Fermo. Tradizione e avanguardie da Nicola di Ulisse a Carlo Crivelli”, una raccolta di veri gioielli artistici della tradizione marchigiana. Il tour è proseguito con la visita alle Cisterne Romane,
un complesso archeologico sotterraneo di 2.200 metri quadri realizzato
nel I secolo d.C. A concludere la mattinata, dopo aver attraversato la
Piazza del Popolo, la visita al Teatro dell’Aquila, conosciuto
con il nome di “piccola Scala”, il teatro storico più grande delle Marche.
A mezzogiorno, direzione Monte San Pietrangeli: Massimo Mancini ha aperto le porte del suo Pastificio,
dove i lavori per il suo raddoppiamento stanno arrivando a conclusione.
Il padrone di casa ha invitato i giornalisti a partecipare a una
interessante degustazione alla cieca, per imparare a riconoscere
il colore, il profumo, consistenza e gusto della pasta di alta qualità.
Un’esperienza che valorizza il metodo Mancini. Dopo quest’appetitosa
introduzione, il pranzo, sempre all’interno del Pastificio, curato da
due maestri come Andrea Tantucci e Gessica Furì Mastri della Trattoria Gallo Rosso di Filottrano.
Illuminati dalla luce dorata del pomeriggio, i giornalisti sono andati alla scoperta dei campi che circondano il Pastificio,
per conoscere le differenze tra Maestà, Levante e Nazareno, le diverse
colture di grano duro che danno vita alla pasta diventata ormai icona in
Italia e all’estero. Massimo Mancini ha spiegato ai giornalisti tutte le fasi di produzione,
dalla semola, alla lavorazione della pasta, alle trafile di bronzo
circolari viste da vicino e conosciute una per una, fino ad
accompagnarli dove nelle stanze dove la pasta viene fatta essiccare per
più di 40 ore.
Domenica
24, infine, il team di giornalisti ha esplorato i tesori nascosti della
provincia, e in particolare di Porto San Giorgio: le Ville Liberty Rosati, Clarice, Salvadori e Bonaparte.
Un tour prezioso, durante il quale gli stessi proprietari hanno aperto
le porte delle loro residenze patrizie per mostrare alla stampa queste
autentiche gemme architettoniche che sorgono tra i pini mediterranei.
Un
viaggio nel cuore di un territorio votato al culto dell’ospitalità,
della qualità della vita e, naturalmente, del buon cibo. Tra i ristoranti “testati” dagli ospiti, grande successo hanno riscosso il Retroscena,
ristorante ideato dal giovane fermano Pierpaolo Ferracuti, memore degli
insegnamenti di Bottura dell’Osteria Francescana e di quelli di
Mazzaroni del Tiglio, Damiani e Rossi, eccellenza locale, che ha inserito nel menù della serata i fusilli lunghi di Mancini Pastificio Agricolo, il ristorante La Vela, prestigioso “autore” degli spaghetti Mancini alle vongole
dell’Adriatico.
Mancini Pastificio Agricolo
Massimo
Mancini, titolare di Mancini Pastificio Agricolo, è l’artefice di una
piccola grande rivoluzione nel settore della pasta artigianale. Sua
l’idea di trasformare l’azienda agricola avviata dal nonno in un
pastificio agricolo, nel 2010: uno stabilimento a basso impatto
ambientale che sorge in mezzo ai campi di Monte San Pietrangeli, nel
cuore delle Marche, e che produce artigianalmente la pasta con il proprio grano duro. Se da una parte ha proseguito la tradizione di famiglia, dall’altra ha dato spazio all’innovazione, per ottenere un prodotto adatto al terreno e al clima autoctoni. La lavorazione artigianale enfatizza le
caratteristiche della materia prima, partendo dalla selezione delle varietà di grano duro, coltivate secondo i principi della Buona Pratica Agricola.
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