In
occasione del Convegno Erickson “La Qualità dell’inclusione scolastica e
sociale”, in programma dal 3 al 5 novembre, il Centro Studi Erickson si
concentra sul significato di inclusione che parte dalla scuola e
riguarda l’intera società. Tra i relatori: Benedetta Tobagi, Franco
Lorenzoni, Eraldo Affinati, Alberto Pellai, Daniele Novara, Tom
Shakespeare, Daniela Lucangeli, Cesare Cornoldi e Camillo Bortolato.
Attesi oltre 4.000 partecipanti tra insegnanti, educatori, psicologi,
assistenti sociali, ricercatori e innovatori.
Ritorna il Convegno internazionale “La Qualità dell’inclusione scolastica e sociale” organizzato dal Centro Studi Ericksone in programma al Palacongressi di Rimini dal 3 al 5 novembre per l’undicesima edizione: quest’anno sono attese oltre 4.000 persone tra insegnanti, educatori, assistenti sociali, psicologi che avranno l’opportunità di ascoltare oltre 150 relatori divisi in 3 sessioni plenarie, 12 Q Talk, 45 workshop tematici e
diversi altri incontri nei quali i partecipanti potranno confrontarsi
direttamente con esperti e autori che affronteranno l’inclusione sotto
molteplici punti di vista, uniti nel riconoscere nella scuola il luogo
da cui iniziare per costruire una società realmente inclusiva.
«Quest′undicesima
edizione del Convegno è un passaggio importante: dal pensare alla
qualità dell′integrazione scolastica e sociale degli alunni con
disabilità ci siamo resi conto della necessità di parlare e far parlare
sempre più insegnanti, esperti e persone della qualità dell′inclusione
scolastica e sociale. L′inclusione è un passo in più, perché vuol dire
rispondere a tutte le differenze che stanno nella scuola e non solo», osserva Dario Ianes, co-fondatore delle Edizioni Centro Studi Erickson e tra i promotori del Convegno.
I temi del Convegno
Al centro di questa edizione c’è l’indagine sugli aspetti più attuali legati al macro tema dell’inclusione,
allargando il discorso da una scuola inclusiva a una società inclusiva,
nel lavoro, nel tempo libero, nelle relazioni, nell’essere adulti e
persone pienamente partecipi e realizzate. Si parlerà di inclusione a scuola, con
approfondimenti che investigano i diversi aspetti dell’educare (come
l’importanza e la gestione delle emozioni anche alla luce dei
comportamenti problema e i rischi connessi diburnout degli insegnanti; i DSA e il ruolo degli educatori; il contributo che possono dare le neuroscienze oggi), nella società,
attraverso riflessioni sull’immigrazione (e tematiche correlate come
l’importante dibattito attualmente in corso sullo Ius Soli), edi alternanza scuola-lavoro come parte di un processo formativo completo e innovativo.
Il tema dell’inclusione scolastica, in particolare, è fortemente dibattuto oggi perché riflesso di una società chiamata a essere inclusiva alla luce dei profondi cambiamenti socio-economici in atto. Di particolare interesse risulta quindi l’intervento di Benedetta Tobagi, giornalista e scrittrice che affronterà il tema con una relazione dal titolo esplicativo La scuola inclusiva come antidoto alla società del risentimento: è
ancora difficile distinguere a scuola la situazione delle vere e
proprie seconde generazioni (che il Ministero riconosce come nati in
Italia da famiglie di altra origine) da quella di chi invece è appena
immigrato, oppure è nato altrove o frequenta la scuola in Italia solo
per qualche anno perché magari la famiglia si sposta. L’argomento è
strettamente connesso al dibattito sullo Ius Soli, affrontato apertamente e con coraggio da Franco Lorenzoni ed Eraldo Affinati che sono tra i promotori dell’Appello degli insegnanti per lo Ius Soli e lo Ius Culturae: «Ci troviamo così nella condizione paradossale di doverli educare [gli oltre 800.000 bambini e ragazzi figli di immigrati]
alla “cittadinanza e Costituzione”, seguendo le Indicazioni nazionali
per il curricolo - che sono legge dello Stato - sapendo bene che molti
di loro non avranno né cittadinanza né diritto di voto», affermano.
Altro aspetto centrale affrontato dal Convegno Erickson sarà quello dell’inclusione delle persone con disabilità dalla scuola al lavoro. Sono
passati 40 anni dalla Legge 517 del 1977, che ha sancito l’abolizione
delle classi speciali, e 25 dalla Legge 104 del 1992, sull’integrazione
sociale delle persone con disabilità: anniversari che impongono una
riflessione per capire a che punto siamo, la strada che è stata percorsa
e quella che c’è ancora da fare. Molte le voci che affronteranno questo
tema così delicato e centrale, tra i quali spiccano i nomi di ospiti
internazionali come Tom Shakespeare, disabile e tra i principali studiosi a livello internazionale sui diritti delle persone con disabilità, e David Rose,
professore e co-fondatore del CAST (Center for Applied Special
Technology), organizzazione senza scopo di lucro la cui missione è il miglioramento dell'istruzione per tutti gli studenti attraverso l'uso innovativo della tecnologia multimediale unito alla ricerca contemporanea nel campo delle neuroscienze.
Una riflessione sarà dedicata anche al ruolo delle emozioni nell’apprendimento, per imparare a gestirle nel migliore dei modi.Daniela Lucangeli, espert a di psicologia dell'apprendimento, se ne occuperà nel suo Q Talk dal titolo A scuola di emozioni assieme a Ernesto Burgio,
pediatra, ricercatore e Presidente del Comitato Scientifico
dell’Associazione internazionale medici per l'ambiente. Non solo: ci
saranno focus anche sui comportamenti problema in classe, che rappresentano una vera sfida per la scuola inclusiva. Allievi
che non riescono a stare attenti e fermi al loro posto, che non
ubbidiscono, che disturbano i compagni e il regolare svolgimento delle
lezioni, che in certi momenti diventano aggressivi,
possono provocare un cortocircuito nell’insegnante. Quest’ultimo prima
perde la pazienza, poi la fiducia e infine, qualche volta, anche la
voglia di lavorare e si ritrova così, letteralmente, bruciato (burno ut, usando il termine tecnico). Di come affrontare queste situazioni in maniera costruttiva parlerà Fabio Celi, psicologo e docente di psicopatologia dello sviluppo all'Università di Parma e Pisa, nel suo Q Talk dal titolo I comportamenti problema: come intervenire in classe.
Si parlerà anche di dislessia.
Sono sempre di più – fortunatamente - le storie di persone che
raccontano come questa neurodiversità, pur mettendo alla prova famiglie,
insegnanti e soprattutto alunni, possa portare a dei percorsi di studio
non facili, ma di successo. È la storia raccontata da Filippo Barbera,
vicentino classe 1988, che scopre di essere dislessico, disgrafico,
disortografico e discalculico in prima elementare, e grazie a un
percorso intensivo tra logopedista, neuropsichiatra e compiti
supplementari si laurea con lode in Scienze della Formazione Primaria
presso l'Università di Padova, consegue un Master e intraprende la
carriera di insegnante. E poi c’è Giacomo Cutrera, bresciano
anche lui classe 1988, autore e protagonista dell’autobiografia “Demone
Bianco”, che scopre di essere dislessico solo dopo la terza media e
grazie all’implementazione di un nuovo modo di apprendere, utilizzando
diversi canali e miscelando le conoscenze con l’esperienza pratica,
arriva a laurearsi in informatica.
In questi giorni si sente parlare anche di alternanza scuola–lavoro. L’argomento sarà affrontato durante la plenaria di sabato 4 novembre da Arduino Salatin, Preside dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia, che afferma: «L’esperienza
di alternanza scuola-lavoro ha tra le sue finalità quella orientativa.
L’alternanza scuola-lavoro, infatti, non è solo un nuovo “adempimento”
introdotto nella scuola italiana, ma un’opportunità per i giovani e per
la società stessa: quando è ben impostata, assume un valore di
educazione al futuro poiché consente ai giovani di comprendere la realtà
tramite azioni “compiute” che mettono in moto le loro capacità nella
forma del servizio-dono alla comunità». Ecco che, partiti dalla
scuola, si torna, in un’ideale circolarità, ai temi sociali a
testimonianza che un’educazione all’inclusione è un’educazione al vivere
civile.
A questo link è possibile trovare il programma dettagliato e l’elenco completo dei relatori:
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