giovedì 5 ottobre 2017
Dal paese delle case in pietra a Montecarlo, la storia dello chef Antonio Salvatore del Rampoldi e la sua scelta di un menu a base tartufo
Da Guardia Perticara, il paese delle case in pietra nel pieno della Lucania alla sfarzosa Montecarlo, a capo di Rampoldi, storico ristorante, istituzione da oltre 70 anni nell’ambiente monegasco, tra i preferiti del Principe Alberto; per lo chef Antonio Salvatore il salto è stato notevole.
Dopo diverse stagioni in Italia Antonio Salvatore sbarca a Londra per lavorare al ristorante Cini a Leicester City, poi alle Canarie per gestire la ristorazione di diversi ristoranti del gruppo Monkey, poi viaggia molto in medioriente come chef personale di uno sceicco arabo. E’ la volta della Spagna dove si concretizza l’esperienza più importante, quella dallo stellato Juan Pablo Felipe del El Chaflàn a Càdiz, dove lo chef vive la massima sperimentazione e creatività, seguendo le orme di Ferran Adrià. E’ la volta della Russia dove Antonio Salvatore è chiamato dall’ambasciatore italiano per seguire la ristorazione della delegazione, poi segue la start up di Neskuchny Sad, un elegante ristorante sull’acqua del Volga a Mosca, per poi preferire la cucina gourmet del ristorante Semifreddo- Mulinazzo a fianco del patron Nino Graziano. Infine l’ultimo salto al Rampoldi, tra i più preziosi ristoranti del Principato di Monaco.
Una cucina fatta di esperienze di vita, di influenze francesi, spagnole, arabe, ma dal profondo cuore italiano. Piatti puliti, semplici, raffinati, oggi Antonio Salvatore ricerca il gusto e l’essenza degli ingredienti. Il menu di Rampoldi è un invito al viaggio, alla delicatezza di sapori, alla condivisione di esperienze e dispensa emozioni rare.
Tra i must della cucina di Antonio Salvatore troviamo la terrina di foie gras della casa (marinata nel porto e rum, impanata in una granella di semi di zucca caramellati con zucchero moscovado), le capesante con purè di cavolfiori bianchi e crema di funghi, la guancia di manzo brasata al Barolo e il filetto alla Rossini con foie gras e spezie, tanto apprezzato quanto richiesto dai monegaschi.
Per l’autunno è il tartufo bianco che trionfa nella cucina del Rampoldi con una proposta vasta quanto golosa: 120 euro per due portate, un menu che dura fino agli inizi di gennaio, quando la stagione del tartufo terminerà.
Uovo al tegamino con tartufo bianco
Insalata di valeriana con porcini saltati, crema di formaggio e tartufo bianco piemontese
Tartare di manzo al coltello con tartufo bianco piemontese
Tagliolini con crema al Parmigiano e tartufo bianco piemontese
Risotto con tartufo bianco piemontese e fondo di manzo
Filetto di rombo con crema di patate, salsa mousseline e tartufo bianco piemontese
Filetto di Angus di Aberdeen e tartufo bianco piemontese
Il restyling nel segno della Belle Époque rivisitata
La renovation degli ambienti ha abbattuto i confini tra cucina e sala, così da far sentire gli ospiti partecipi del processo creativo dei piatti.
I commensali sono immersi nell'atmosfera di gran fascino della sala principale, ispirata alla Belle Époque: i toni caldi dei rivestimenti in marmo e legno, le decorazioni dei soffitti, le arcate a specchio alle pareti e le comode sedute in pelle color tortora hanno attualizzato il design del ristorante, senza perdere l'inconfondibile charme del vecchio Rampoldi.
Un’ampia terrazza davanti al ristorante, prolungamento della sala a tutti gli effetti, è arricchita dalla vista sulla splendida cornice del Principato.
Nel dehors, riscaldato e allestito con la stessa ricercatezza degli interni, le prelibatezze dello chef sono servite tutti i giorni dell'anno; unica eccezione il mese di maggio, in cui la terrazza viene smontata per permettere il passaggio del Grand Prix.
D'inverno, invece, il cocktail bar interno al ristorante è il punto di incontro elitario per sorseggiare drink in un clima di grande convivialità.
Lo chef e la filosofia di cucina
L'executive chef Antonio Salvatore, classe 1986, è stato scelto per elevare a livelli di raffinata eleganza la vena mediterranea, con accenti italiani e francesi, che da sempre rappresenta il marchio distintivo del brand Rampoldi.
Oggi, la cucina di lusso dello chef è fatta da ingredienti selezionati personalmente da produttori locali, valorizzati attraverso l'armonia degli accostamenti più che dalla manipolazione. Tartufi, funghi, asparagi, ma anche gamberi di San Remo, ostriche, caviale dispensano emozioni di rara purezza alle papille gustative degli ospiti.
Un must l'interpretazione della tartare di manzo "Le Rampoldi", guarnita con condimenti sfiziosi, tabasco e caviale Royal Premium.
La figura di Antonio Salvatore vanta la giusta solidità per tenere le redini di questa ambita meta gourmet: prima di approdare nel cuore del Carré d'Or, lo chef ha maturato un invidiabile bagaglio di competenze lavorando in ristoranti di livello italiani, spagnoli, inglesi e russi.
Fumoir e music lounge
La rinnovata filosofia dell'ospitalità di Rampoldi mette al centro il cliente, quell'élite economica ad altissima qualità di spesa che vive a Monaco o vi approda in yacht come turista. A questo bel mondo internazionale Rampoldi riserva una cucina raffinata, un servizio di livello impeccabile e ambienti privati che danno la sensazione di essere unico e privilegiato: una novità assoluta in città.
Al piano interrato sono stati aperti al pubblico due nuovi spazi: il fumoir e il music lounge.
Corredato da un centinaio di box di proprietà, il cigar club è accessibile esclusivamente ai membri, per godere dei piaceri del tabacco in una dimensione intima e riservata.
Il concetto di elegante club per soci domina anche il music lounge, oscurabile da vetrate per permettere l'immersione nella piacevolezza delle serate musicali dal vivo.
Nessun commento:
Posta un commento